Tra speranze e disillusioni: la storia del piccolo Mauro Romano

Tra omertà, silenzio e dolore: il giallo della sparizione di Mauro Romano e le nuove speranze di mamma Bianca e papà Natale

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Redazione

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Aveva solo sei anni, il piccolo Mauro Romano, quando scomparve in Puglia nel 1977. Figlio di una coppia di Testimoni di Geova, il bambino viene rapito mentre gioca in spensieratezza. I primi sospetti ricadono su un correligionario, ma la famiglia sceglie di non denunciare, incredula del fatto che un membro della comunità religiosa possa aver recato così tanto dolore.

La ricostruzione dei fatti di questa storia, lunga e travagliata, si snoda tra colpi di scena, speranze e illusioni alla ricerca della verità. Di anni ne sono passati da quando, nell’estate del 1977, i coniugi Romano scoprono una verità che nessun genitore vorrebbe mai conoscere. Le autorità avvisano Bianca e Natale, genitori di quattro figli, sulla sparizione del piccolo Mauro: di lui si sono perse le tracce.

L’ultimo avvistamento del piccolo di casa Romano è avvenuto fuori la casa dei nonni, mente giocava a nascondino. Poi il silenzio, accompagnato solo dal frastuono di quelle parole che rimbombano nella testa dei genitori: Vostro figlio è scomparso.

Cosa è successo a Mauro Romano?

Prima le indagini brancolano nel buio, acuendo la disperazione di Natale e Bianca, poi il ritrovamento di un mucchio di ossa, non lontane da casa dei nonni, riaccende le speranze dei genitori che vogliono almeno restituire giustizia a quello che è successo al loro bimbo attraverso la verità. Oggi una nuova e scioccante rivelazione: Mauro Romano è vivo ed è lo sceicco Mohammed Al Habtoor.

Ma cosa è successo davvero al piccolo Mauro? Per scoprirlo dobbiamo fare un passo indietro e tornare al mese di giugno del 1977. Bianca e suo marito si allontanano dalla casa di Racale, in Puglia, per andare a Poggiomarino al funerale del papà di Natale. Con loro, però, parte solo la piccola Simona mentre Mauro, insieme ai fratelli Antonio e Luca, restano insieme ai nonni materni. È al loro ritorno, il 22 giugno, che scopriranno una verità devastante: Mauro non c’è più.

Le indagini escludono subito un rapimento a scopo di estorsione, un fenomeno diffuso in quegli anni. Ma i Romano sono persone semplici e modeste che trascorrono le giornate tra il lavoro e la chiesa. E pregano tanto, soprattutto nei giorni che seguono la sparizione, implorando di avere qualche notizia sul figlio scomparso. Lo fanno vicino al telefono, con la speranza che possa arrivare quella telefonata in grado di risvegliarli da quel brutto sogno.

E il telefono squilla, un giorno. Dall’altra parte della cornetta c’è un uomo che chiede il riscatto: trenta milioni di euro. Mauro Romano è stato rapito? La polizia indaga fino a risalire al misterioso uomo. Lo trovano e lo condannano per estorsione aggravata, ma di Mauro non c’è nessuna traccia.

A portare speranza nei giorni di Bianca e Natale è il maresciallo Zecca dei carabinieri della Stazione di Taviano che trova un tampone narcotizzante a Castelforte riconducibile alla scomparsa di Mauro e al suo rapimento. Le indagini continuano insistentemente ma quell’elemento non basta per trovare una pista che riconduca al piccolo Romano.

I genitori di Mauro sprofondano nella disperazione, rassegnati ormai all’idea di non riuscire più a scoprire la verità sulla sparizione del piccolo. Tutto tace e i giorni si trasformano in mesi e poi in anni finché, nel 1998, avviene qualcosa di inaspettato che cambia le carte in tavola.

1998

Sono passati 21 anni dalla sparizione di Mauro Romano e la vita a Racale è tornata quella di un tempo. Per tutti ma non per Bianca e Natale che conservano nel cuore un vuoto incolmabile. Nel 1988 un confratello della famiglia Romano decide di raccontare una verità inedita su quanto accaduto nel giorno.

Secondo il testimone, infatti, il piccolo Mauro sarebbe stato portato via da Casteforte, località in cui vivevano i nonni, da due uomini che lo avrebbero fatto salire all’interno di un’auto bianca per poi sparire per semore. La testimonianza è dolorosa ma riaccende le speranze. Il testimone, però, che aveva raccontato tutto a Bianca e Natale, rinnega la sua verità dei fatti davanti all’autorità. I coniugi Romano non possono denunciarlo, la loro religione non lo prevede. Così tutto torna a brancolare nel buio e Castelforte diventa il luogo dei misteri e della disperazione di una famiglia che, ha continuato a combattere con tenacia e disperazione ottenendo solo silenzi.

Quando nel 2010, Bianca e Natale scoprono che il loro conoscente non è più un Testimone di Genova, scelgono di sporgere denuncia nei confronti di quell’uomo che un tempo frequentava la loro casa e della loro testimonianza. Tanti misteri, alimentati anche dagli anni che scorrevano inesorabilmente, che portavano a una sola certezza: Mauro era sparito e nessuno era disposto a parlare.

A nulla sono valse le testimonianze dei bambini che stavano giocando con il piccolo Romano tra le 17 e le 17.30. Tra questi era presente anche il boss Vito Paolo Troisi che promise di parlare, salvo poi non fornire nessun riscontro una volta interrogato. Sono passati gli anni, sono cambiate le testimonianze e sono stati fatti nuovi nomi, il dolore però è rimasto lo stesso. Nel 2012 l’indagine viene archiviata.

Dal 2019 a oggi

Passano altri sette anni e la polizia comincia a indagare su un caso di pedopornografia che coinvolge 18 bambini. Mauro è tra quelli? Tra gli indagati c’è un uomo di settantuno anni riconducibile alla sparizione del bambino, ma il suo nome non è nuovo: si tratta dell’uomo che molti anni prima ha tentato di estorcere denaro alla famiglia con le telefonate anonime. Sempre nel 2019 vengono ritrovate delle piccole ossa. Così la famiglia Romano chiede la riapertura delle indagini.

Oggi gli inquirenti indagano sull’ex barbiere che Mauro chiamava zio, in quanto amico di famiglia. La Procura, nella ricostruzione dei fatti, ha ipotizzato che l’uomo fece salire il bambino sulla sua Apecar con la menzogna di portarlo nella sua casa estiva per giocare con il figlio.

Durante le indagini, però, accade qualcosa di inaspettato. Bianca guarda per caso delle foto dello sceicco Mohammed Al Habtoor e riconosce il suo bambino. A portare la donna a questa convinzione, non è solo l’età anagrafica, ma le due cicatrici dell’uomo, una sul sopraciglio e l’altra sulla mano destra, che sembrano corrispondere a quelle che aveva Mauro.

Mohammed Al Habtoor è il figlio di uno degli uomini più ricchi degli Emirati Arabi Uniti, il magnate Khalaf Al Habtoor. Antonio La Scala, avvocato della famiglia Romano, alle affermazioni di mamma Bianca, ha chiesto l’esame del DNA rifiutato, però, dal figlio dell’emiro. Dopo 44 anni di omertà, bugie e dolori, la speranza si è riaccesa: Bianca e Natale sono pronti a volare a Dubai per scoprire la verità, facendo appello alle autorità locali del Medio Oriente.