Femminicidio di Sofia Castelli, la storia e l’inizio del processo: chi era la 20enne uccisa dall’ex

La storia tragica di Sofia Castelli, una giovane di 20 anni, uccisa in un atto di violenza inaudita dal suo ex fidanzato, ha scosso l'opinione pubblica

Foto di Ilaria di Pasqua

Ilaria di Pasqua

Lifestyle Editor

Nata a Carpi, si laurea in Fashion Culture and Management. La sua avventura nella moda comincia come Producer, ma nel 2020, con coraggio, diventa Web Editor, fonde stile e scrittura con amore.

Il processo per il femminicidio di Sofia Castelli è iniziato, segnando un momento cruciale nella ricerca di giustizia. La giovane vita di Sofia, tragicamente spezzata, ha lasciato un vuoto incolmabile tra familiari e amici.

Femminicidio di Sofia Castelli: la dinamica

Sofia Castelli, una giovane piena di vita e speranze, ha incontrato un destino crudele. La sua relazione con Zakaria Atqaoui ha preso una svolta oscura, culminando in un atto di violenza inimmaginabile. Sofia, una ragazza di 20 anni di Milano, aveva passato la serata con le amiche in un locale trendy, il The Beach. Dopo una nottata di risate e divertimento, ha deciso di portare a casa sua l’amica Aurora per continuare a chiacchierare in tranquillità. Con i genitori in vacanza, le ragazze hanno avuto tutta la casa per loro, un’occasione perfetta per condividere pensieri e risate fino a tardi, prima di addormentarsi.

Dopo aver trascorso una bellissima serata insieme, proprio nelle prime luci del mattino di quella stessa notte, la Castelli è stata uccisa dall’ex fidanzato. Zakaria Atqaoui, un ragazzo di 23 anni, si era nascosto nell’armadio e solo dopo essersi accettato che lei si fosse addormentata decide di uccidere Sofia accoltellandola. L’amica, presente anche lei in casa confessa di non ha sentito nulla e di essersi svegliata solo dopo aver sentito i carabinieri entrare in casa.

Sofia Castelli
Fonte: IPA
Sofia Castelli

Zakaria e la storia con Sofia

Atqaoui e la Castelli avevano precedentemente condiviso una relazione sentimentale che, dopo un certo periodo, si concluse in seguito alla decisione di lei di porre fine al loro legame. Questa scelta, tuttavia, non fu mai completamente accettata da Atqaoui, un giovane italo-marocchino di 23 anni, che trovava difficile distaccarsi emotivamente dalla relazione ormai terminata. La sua difficoltà nel superare la rottura si manifestava in un’ossessione costante: era tormentato dall’idea che la sua ex fidanzata potesse iniziare a frequentare altre persone.

Nel corso del tempo, Atqaoui aveva dimostrato comportamenti persistenti e preoccupanti. In diverse occasioni, si era recato sotto l’abitazione di Castelli o in altri luoghi che lei era solita frequentare, dimostrando una continua presenza inquietante nella vita della ragazza. Questo comportamento ossessivo era un chiaro segno che Atqaoui non era riuscito a accettare la fine della loro relazione.

La situazione raggiunse un punto critico alcuni giorni prima dell’omicidio. In quell’occasione, Atqaoui, facendo leva sulla loro passata intimità e sfruttando un pretesto apparentemente innocuo, riuscì a convincere la Castelli ad aprire la porta di casa sua. Si era presentato con la scusa di voler condividere insieme un pezzo di torta, un gesto che, sebbene superficiale, nascondeva le reali intenzioni e il turbamento emotivo del giovane. Questo episodio fu emblematico della crescente tensione e della problematica natura del loro rapporto post-rottura, sfociata poi tragicamente nell’omicidio.

La confessione e il processo per il femminicidio di Sofia Castelli

Dopo aver commesso l’irreparabile atto di uccidere Castelli, Atqaoui si è ritrovato a vagare per le strade fino a quando non ha incrociato una pattuglia della polizia locale. In quel momento, la realtà del suo gesto era ancora evidente sul suo abbigliamento, macchiato di sangue. Con una calma sorprendentemente inquietante, ha confessato agli agenti di aver commesso un omicidio. La pattuglia, allarmata da tale dichiarazione, ha immediatamente contattato i carabinieri della Compagnia di Sesto San Giovanni, che sono intervenuti sul luogo del delitto, una casa a Cologno Monzese. All’interno, hanno scoperto la tragica scena: il corpo senza vita della ventenne Castelli.

L’autopsia sul corpo della giovane ha rivelato dettagli sconvolgenti: era stata colpita quattro volte con un coltello da cucina, in un attacco tanto improvviso quanto brutale, lasciandole nessuna possibilità di difendersi. Durante l’interrogatorio, Atqaoui ha descritto il suo atto in modo agghiacciante. Ha raccontato di aver voluto “sorprendere” la vittima, motivato da una gelosia infondata scatenata da conversazioni ascoltate tra la vittima e altre persone. Ha dettagliato come abbia selezionato l’arma del delitto, cambiando coltello dopo aver giudicato il primo non adeguato per il suo terribile scopo, colpendo poi la vittima mentre dormiva.

Il processo contro Atqaoui si apre il 19 gennaio 2024 presso la Corte d’Assise di Monza. Il giovane di 23 anni, detenuto nel carcere di Pavia, è chiamato a rispondere dell’accusa di omicidio aggravato. La gravità del crimine comporta come pena massima l’ergastolo.