Da un fallimento dovremmo imparare tutti qualcosa, sempre. Per rendere migliore la vita di tutti e quella delle nuove generazioni. Eppure questo incalzante e imbarazzante ritorno sugli errori fatti, commessi e omessi, non fa che costringerci a tingere di nero le pagine della nostra storia, quelle che cancellano l’ultimo baluardo di umanità che per natura dovrebbe appartenerci.
"Si sono girati dall'altra parte quando abbiamo denunciato Nassar. Non deve succedere mai più". Simone Biles ha solo 24 anni, ma è già costretta a portare nel cuore il fardello più pesante e doloroso di tutti, quello della violenza e degli abusi sessuali. E la ginnasta statunitense, vincitrice di sette medaglie alle Olimpiadi e di venticinque ai Campionati del Mondo, non è la sola protagonista di un sistema che ha fallito, che ha permesso e perpetuato, quegli orrori. Insieme a lei, anche le ginnaste Mckayla Maroney, Maggie Nichols e Aly Raisman.
Ora tutti parlano dell'ex medico della Nazionale di ginnastica americana. Lo accusano, lo colpevolizzano e lo giudicano. Ma dove stavano tutti gli altri quando l'uomo veniva lasciato indisturbato a perpetuare i suoi orrori? Dove si trovavano le persone avrebbero potuto e dovuto interrompere quel circolo vizioso perverso?
Erano esattamente lì. Ma hanno preferito chiudere gli occhi e non guardare, contribuendo a tenere in piedi un sistema marcio e corrotto che permettesse al dottor Larry Nassar di continuare, mentre le anime delle atlete venivano fatte a pezzi.
Ed è toccato a loro, a quelle giovani donne cresciute in un mondo sbagliato, il compito ingrato di fare aprire gli occhi a una società assopita. Proprio lei che doveva proteggerle quelle donne, che doveva dargli l'opportunità di crescere, di vincere e di conquistare il mondo.
Lo hanno fatto denunciando, smascherando un intero sistema di corruzione messo a punto dalla Federazione statunitense di ginnastica e dal Comitato olimpico degli Stati Uniti. Le loro testimonianze dell'orrore sono diventate anche un documentario malinconico e riflessivo messo in onda da Netflix: Athlete A. Affinché tutto il mondo sapesse.
E ora lo sappiamo, tutti. Siamo consapevoli del fatto che dietro alla Ginnastica USA, c'era un intero sistemo corrotto che ha sporcato lo sport. Sappiamo che i lividi sul corpo e nell'anima di quelle ragazze resteranno per sempre, come simbolo indelebile di una società che non è disposta a evolversi. Sappiamo che anche un mondo che dovrebbe essere una scuola di vita, come quello dello sport, può essere contaminato dall'oscurità che appartiene a quei mostri che si definiscono uomini.
Sappiamo anche che è arrivato il momento di cambiare, per salvare quell'umanità che ci appartiene. Per relegare queste storie dell'orrore alla sola finzione e non alla vita di tutti i giorni.