Siena: la ricerca di un “ingegnere uomo” è l’ennesima polemica di cui non avevamo bisogno

Il bando è stato pubblicato dal Comune di Siena e ha acceso le proteste: ma a quanto pare segue la legge

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Virginia Leoni

Giornalista e Lifestyle Editor

Nata nel 1981, giornalista, ufficio stampa e socia di una casa editrice, ha trasformato la sua passione in lavoro. Ama scrivere, leggere e raccontare.

Un bando per l’individuazione di un elenco di idonei per l’assunzione a tempo determinato di un “ingegnere uomo”, preferibilmente. È quello che è stato pubblicato dal Comune di Siena e che ha creato non poche proteste.

La specifica del bando, infatti, quella che è finita sotto la lente, è che – a parità di titoli e meriti – si “applica il titolo di preferenza in favore dei candidati appartenenti al genere maschile”.  Parole che – come si può immaginare – hanno scatenato il dibattito.

Avevamo bisogno di questa ennesima polemica? No, non ne avevamo bisogno noi donne, perché non fa bene alla causa, ovvero quella di abbattere davvero il divario: di farlo nel lavoro, nei salari e nella vita di ogni giorno.

Il bando a Siena sulla ricerca di un “ingegnere uomo”

Il bando per l’individuazione di un elenco di idonei per l’assunzione a tempo determinato di un ingegnere è stato pubblicato dal Comune di Siena. A far discutere è stato il fatto che, nella selezione pubblica, sia stato sottolineato che si applica il titolo di preferenza in favore dei candidati appartenenti al genere maschile.

Lo si legge sulla documentazione, in cui viene anche riportato il fatto che è stato rilevato che la percentuale di rappresentatività dei generi nell’amministrazione, per l’area di inquadramento del concorso calcolata al 31 dicembre del 2022, vede la presenza femminile attestata al 66,94 per cento e quella maschile al 33,05 per cento.

Un criterio, quello inserito nel bando, che vuole applicare il decreto del Presidente della Repubblica datato 16 giungo 2023 e in vigore da luglio che, come si legge su Espresso, stabilisce che nei concorsi pubblici, qualora il differenziale tra i generi sia superiore al 30%, si applica il titolo di preferenza, a parità di titoli e meriti, in favore di quello meno rappresentato. Il settimanale, inoltre, specifica che al momento nel Comune sono impiegati 7 ingegneri, di questi cinque sono donne e due uomini.

Insomma, a quanto pare, il Comune ha applicato la legge, ma questo comunque non lo ha esentato dalle polemiche.

Le proteste per il bando del Comune di Siena

Si poteva immaginare che il criterio delle pari opportunità, in questo caso in favore del genere maschile, potesse essere l’innesco di una polemica. Per prima era arrivata quella del consigliere comunale Anna Ferretti che, durante l’assemblea cittadina, aveva detto: “Non vorrei che fosse già pronto il nome del vincitore del concorso, magari proprio un maschio”, come riporta il Corriere Fiorentino.

A replicare è stato il vicesindaco Michele Capitani, che ha spiegato: “La preferenza a favore di candidati di genere maschile si applica solo a parità di punteggio e non è al primo posto tra i criteri da utilizzare. L’amministrazione comunale è tenuta per legge a questo criterio di selezione, perché il differenziale superiore al 30% è stato calcolato sull’area d’inquadramento ex categoria D. L’area funzionari, ossia la vecchia categoria di Istruttore direttivo usata come riferimento, registra infatti nel Comune 121 posizioni totali, di cui 81 donne e 40 uomini”, riporta sempre il Corriere Fiorentino.

Polemiche, dicevamo, che sono comprensibili ma che, forse, non fanno così bene alla causa. Quella della parità di genere nei posti di lavoro, quella dell’abbattimento del gender pay gap, quella dell’accesso a ruoli professionali, anche di rilievo.

E anche se nel comune di Siena le cose sembrerebbero “andare bene” per le donne, non funziona così in molti altri posti di lavoro e la battaglia contro la disparità di genere va portata avanti con consapevolezza e attenzione.

Così quella normativa nata per sostenere le donne, in questo caso va a supportare il genere maschile. E, del resto, è parità anche questa.

Ma come – detto – non tutti i posti di lavoro, però, sono così. Basti pensare a Hollywood, dove una ricerca evidenzia come le donne a cui viene affidata la regia dei film siano ancora poche.

Lo sottolinea il Center for the Study of Women in Television and Film della San Diego State University: numeri alla mano emerge che, prendendo le 250 pellicole che hanno incassato di più nel 2023, le registe donne sono state solo il 16 per cento (l’anno precedente erano il 18 per cento).

Non va bene neppure alle donne italiane, il tasso occupazionale è sempre basso, nonostante sia cresciuto.  Come riportava un articolo di Il Sole 24 Ore, prendendo come riferimento l’età dai 15 ai 64 anni, si è attestato al 52,6% nel secondo trimestre del 2023, ma resta comunque basso in riferimento agli altri Paesi Europei.

Insomma, a osservare i numeri, sembra quasi che il Comune di Siena, con le sue percentuali, sia davvero un caso. Raro.