Gender pay gap: non ci saranno più disparità salariali nel tennis

Le differenze di trattamento economico tra uomini e donne sono una realtà: com'è la situazione in Italia

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Virginia Leoni

Giornalista e Lifestyle Editor

Nata nel 1981, giornalista, ufficio stampa e socia di una casa editrice, ha trasformato la sua passione in lavoro. Ama scrivere, leggere e raccontare.

Annullare le differenze di genere, non solo nella vita ma anche nei salari. Il gender pay gap è un problema su cui si riflette da molto tempo e che – per chi lo subisce – è senza dubbio tra i primi posti dell’agenda delle priorità. Pagate meno, ma non solo: le donne subiscono il pegno più alto, anche in termini di disoccupazione.

Ma qualcosa sta cambiando, e per fortuna, in tanti settori del mondo del lavoro: da quello artistico a quello sportivo. È notizia freschissima, infatti, quella che riguarda l’eliminazione delle disparità salariali nel tennis. La parità dovrebbe essere raggiunta entro il 2033. Il percorso è ancora lungo, ma il fatto che sia iniziato è già un grande passo in avanti.

Gender pay gap nel tennis, cosa è accaduto

Un piccolo passo in avanti e dieci anni per concluderlo: è questo l’obiettivo della Women’s Tennis Association, l’associazione che riunisce le tenniste professioniste di tutto il mondo, che si sta muovendo in tal senso con lo scopo di equilibrare i salari di uomini e donne nei principali tornei entro il 2023. A fondarla è stata Billie Jean King, la stessa che ha contribuito al primo grande cambiamento con il pareggio dei premi in denaro degli US Open dal 1973.

Il percorso mira a un’equità salariale entro il 2027 nei tornei WTA-ATP 1000 e 500, ovvero quelli sotto al Grande Slam, mentre negli appuntamenti sportivi in cui uomini e donne si trovano in luoghi diversi, la parità si dovrebbe raggiungere entro il 2033.

Dati alla mano è Forbes a fare il punto della situazione ricordando che, ad esempio, gli US Open hanno messo a disposizione premi in denaro uguali a partire dal 1973, ma ci sono eventi sportivi in cui il gender pay gap c’è ancora ed è piuttosto importante. Il New York Times ha sottolineato come, per esempio, agli Internazionali d’Italia che si sono svolti a maggio gli uomini sono scesi in campo per 8,5 milioni di dollari mentre le donne per 3,9 milioni di dollari.

A raccontarlo sono state le stesse protagoniste del settore come Iga Swiatek, attualmente la numero uno al mondo, che recentemente ha lanciato un appello: “Il tennis è messo meglio rispetto a molti altri sport ma c’è ancora molto su cui lavorare, come fissare dei montepremi uguali in alcuni tornei Wta dello stesso livello di quelli Atp. In fondo facciamo lo stesso lavoro”.

Differenze di salario: la situazione in Italia e in Europa

Non solo sport, ogni settore professionale è segnato dalle differenze di genere nella retribuzione. Anche le attrici hanno più volte cercato di accendere i riflettori sulla questione confrontando i loro stipendi con quelli dei colleghi. Lo ha fatto Jennifer Lawrence, ma non è stata l’unica. Recentissimo è l’intervento dell’attrice Premio Oscar Marisa Tomei che, ospite di Ora! Fest, ha sottolineato che vuole esser pagata come un uomo.

Ma com’è la situazione in Italia? Il Sole 24 Ore attesta la differenza salariale intorno al 12,5% nel nostro Paese. Ma si tratta di un gap che dovrebbe avere vita breve: sulla Gazzetta Ufficiale, a maggio, è stata pubblicata la direttiva europea per la parità salariale tra uomini e donne. Questo vuol dire che gli stati che fanno parte dell’Unione Europea avranno tre anni per adeguare gli standard.

La direttiva è “Volta a rafforzare l’applicazione del principio della parità di retribuzione tra uomini e donne per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore attraverso la trasparenza retributiva e i relativi meccanismi di applicazione”.

Sono tanti i passi compiuti per arrivare ad annullare le differenze: nel salario, nella vita di ogni giorno, nei legami. La strada è ancora lunga, ma intanto il percorso è iniziato.