Billie Jean King e la battaglia dei sessi: così la tennista ha cambiato il mondo

Classe 1943, viene considerata una delle più grandi tenniste di tutti i tempi: come è riuscita a cambiare il mondo

Foto di Virginia Leoni

Virginia Leoni

Giornalista e Lifestyle Editor

Nata nel 1981, giornalista, ufficio stampa e socia di una casa editrice, ha trasformato la sua passione in lavoro. Ama scrivere, leggere e raccontare.

Ci sono donne che sono state capaci di cambiare il destino di molte persone, di stravolgere le regole della società e, più semplicemente, di cambiare il mondo. Nulla di facile, sia chiaro, ma di importante sì: frutto di tanto lavoro e impegno. Donne mosse da volontà, ideali, idee e obiettivi.

Una di queste è Billie Jean King, una tennista di straordinaria bravura che, nel corso della sua lunga carriera sportiva, ha lasciato segni indelebili per le colleghe che sono arrivate dopo di lei, per i loro diritti, ma anche per tutte le donne del mondo.

Ognuna di noi le deve molto, deve tanto a ogni impresa che ha portato a termine. Come la celebre battaglia dei sessi, una partita di tennis che ha cambiato il modo di vedere le cose sul campo, ma anche fuori. E non si tratta di una mera questione di tecnica, perché – va ricordato – in quella occasione Billie Jean King sfidò il suo collega Bobby Rings e vinse – ma piuttosto di aver dato la possibilità a tutti di avere uno sguardo nuovo sul mondo.

Billie Jean King, la sua storia

Armata di una racchetta e di ideali Billie Jean King ha cambiato il mondo. Non solo regalandoci imprese sportive indimenticabili, ma anche battendosi per ogni donna, per ogni essere umano.

La sua storia inizia il 22 novembre del 1943, a Long Beach, sulla costa californiana. Papà vigile del fuoco, mamma casalinga, Billie Jean King ha iniziato a giocare a tennis presto dimostrando, giovanissima, il suo talento. Ha solamente 17 anni, infatti, quando vince il titolo del doppio femminile a Wimbledon.

Da quel momento la sua storia sportiva è fatta di successi, di partite vincenti, di risultati. Tanto da essere considerata tra le migliori tenniste della storia con i suoi 78 titoli WTA
Talento, impegno, ma anche una particolare attenzione alla condizione femminile, con battaglie che ha portato avanti nel corso della sua lunga carriera, fanno di questa tennista una donna che è stata capace di cambiare il mondo.

Idealmente si potrebbero dividere in tre i grandi momenti che hanno fatto da importanti spartiacque tra un prima e un dopo, momenti di cui Billie Jean King è stata protagonista assoluta e che oggi rendono orgogliosi e grati anche coloro che magari non hanno mai preso una racchetta da tennis in mano. Un grazie collettivo che va a lei per aver contribuito a cambiare il mondo, una battaglia alla volta, una vittoria alla volta, un’intuizione alla volta.

Billie Jean King, la prima grande battaglia: parità salariale

Se c’è una cosa che appare con chiarezza, se si scorre la biografia di Billie Jean King, è che non ha mai avuto paura di dire quello che pensa. Lo ha fatto portando avanti una lunga battaglia per annullare il gender pay gap, perché agli inizi degli anni Settanta le tenniste non guadagnavano praticamente nulla, a differenza dei colleghi maschi a cui andavano già ricchi montepremi.

Basti pensare che nel 1972, quando si è aggiudicata gli U.S. Open, ha ricevuto un compenso di 15 mila dollari inferiore della sua controparte maschile. Un divario che a Billie Jean King non è andato bene, tanto da farle affermare che, se l’anno dopo le cose non fossero cambiate, lei non avrebbe preso parte al torneo. Una dichiarazione che ha cambiato la storia, infatti gli US Open dal 1973 sono il primo grande torneo a offrire cifre uguali ai vincitori.

Billie Jean King, la battaglia dei sessi

Restiamo nel 1973, un anno fondamentale. Impossibile dimenticare la battaglia dei sessi, una partita di tennis che ha tenuto incollate alla televisione circa 90 milioni di persone.

Per arrivare a quel giorno memorabile, però, bisogna fare un passo indietro e introdurre un nuovo personaggio nella storia della vita di Billie Jean King. Bobby Riggs, un tennista che tra gli anni Trenta e Quaranta è stato tra gli sportivi più brillanti. È lui ad accendere la miccia di quel match. Lo ha fatto affermando che avrebbe potuto ancora battere le giocatrici donne, lui riteneva infatti che il loro gioco fosse inferiore. Aveva 55 anni.

La prima a scontrarsi con lui sul campo da gioco (siamo già nel 1973) è stata l’allora numero uno Margaret Court, che però non è riuscita a batterlo. Ed è così che arriviamo alla storica data del 20 settembre 1973 quando, allo Houston Astrodome in Texas, va in scena la partita che è stata definita la battaglia dei sessi. Oltre 30 mila gli spettatori presenti, più di 90 milioni le persone che hanno assistito al match da casa. Prima di presentarsi sul campo, come ha ricordato nella sua biografia, Billie Jean ha pregato: “Signore, fa che io batta quel buffone”.

C’è riuscita con una partita conclusa con 6-4, 6-3, 6-3. Una donna aveva battuto un uomo, ma non si trattava di prestanza fisica o di risultati, quanto, piuttosto, di abbattere il divario di genere.

Ancora una volta quella della tennista è stata una battaglia per tutte, un esempio da cui trarre insegnamento, la dimostrazione che anche le donne possono “vincere”. “Pensavo che – ha detto – se non avessi vinto la partita saremmo tornati indietro di 50 anni. Avrebbe rovinato il campionato femminile e avrebbe influito sull’autostima di tutte le donne”.

Le cose, lo sappiamo bene, non sono andate così e oggi, a 50 anni di distanza quel momento è ancora imporante per tutte, tutti, noi.

La nascita della Women’s Tennis Association

Non ci muoviamo dal 1973, perché quell’anno è stato importantissimo per Billie Jean King. Infatti è anche quello che coincide con la nascita della WTA, ovvero la Women’s Tennis Association, che ha lo scopo di riunire le sportive di tutto il mondo.

Ma non solo, anche quello di abbattere il gender pay gap. Un ambito su cui ancora oggi l’associazione lavora con impegno, con piccoli passi avanti anche recenti.

Va ricordato che nel 1972 era nata la controparte maschile, e le donne dell’epoca, come Billie Jean King, non erano rimaste con le mani in mano.

Billie Jean King, la sua vita privata

Se nella vita sportiva e pubblica ciò che ha fatto Billie Jean King con il suo lavoro e il suo impegno è stato abbattere le differenze di genere e mostrare il valore delle donne, non va dimenticato quanto sia stata importante anche la sua vita privata.

Perché non ha avuto paura di essere totalmente sé stessa. Prima nella sua vita privata c’è stato il matrimonio con Lawrence King, che è durato dal 1965 al 1987, poi la dichiarazione della propria omosessualità.

Nel tempo è diventata anche un’attivista per i diritti della comunità gay, ma all’epoca dei fatti pare che per lei non sia stato facile: “È stato orribile – aveva raccontato -, ma ho deciso che lo avrei fatto. Per me era fondamentale raccontare la verità. Se tornassi indietro lo farei prima”.

Billie Jean King ha cambiato il mondo, non solo delle donne, ma di tutti: dimostrando di saper lottare per le sue idee e di poter fare la differenza.