Mascherine all’aperto, cosa cambia: per chi e da quando

Il numero dei contagi sta calando da giorni e per questo il governo ha deciso di allentare alcune misure anti Covid, come le mascherine all'aperto

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Redazione

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Il numero dei contagi sta calando da giorni e per questo il governo ha deciso di allentare alcune misure per arginare la pandemia da Coronavirus in Italia. Dalla prossima settimana cambieranno infatti alcune delle regole anti Covid con cui abbiamo convissuto negli ultimi mesi.

Già con l’ultimo decreto su Green Pass e quarantene a scuola il governo aveva definito il percorso di riapertura per il Paese: dal prossimo 10 febbraio, inoltre, scadranno alcune regole che erano state introdotte all’arrivo della quarta ondata per contenere i contagi e la diffusione della variante Omicron.

Mascherine all’aperto, cosa cambia

A quasi due anni dal primo caso di contagio Covid il governo ha stilato un calendario di nuove misure che ci porteranno verso la normalità. Ovviamente si predica ancora cautela, anche se i numeri dei contagi e dei ricoveri stanno calando da giorni, e in molti guardano con ottimismo alla decadenza dello stato di emergenza, che scadrà il prossimo 31 marzo.

Lo stop alle mascherine – almeno all’aperto – dall’11 febbraio, che molti aspettavano con impazienza, in realtà per il momento è riservato soltanto alle regioni che sono in zona bianca, ossia Umbria, Basilicata e Molise.

“L’obbligo dell’uso delle mascherine è un importante presidio di prevenzione dal contagio e potrebbe essere revocato già da fine febbraio”, ha detto Franco Locatelli, coordinatore del Comitato tecnico scientifico, intervistato da SkyTg24. “Ogni periodo ha le sue fasi di mitigazione o di contenimento – ha spiegato –. Tanto più si abbasseranno i numeri del contagio tanto più potremo procedere. La possibilità di non usare più le mascherine all’aperto già da fine febbraio dipenderà ovviamente dalla situazione epidemiologica”.

Al chiuso rimane obbligatorio l’uso della mascherina, così come all’aperto nelle regioni a zona arancione (al momento Marche, poi Valle d’Aosta, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo, e Sicilia) e a zona gialla (Veneto, Emilia Romagna, Lombardia, province autonome di Trento e Bolzano, Liguria, Lazio, Puglia, Campania, Sardegna e Calabria).

Già dalla prossima settimana qualche regione potrebbe essere invece nuovamente promossa verso profili di rischio più bassi lasciando la zona gialla o arancione, come la Campania, che è sempre più vicina al bianco; ma per arrivare a una revisione del sistema dei colori dovremo aspettare probabilmente fine febbraio.

Mascherine all’aperto, cosa potrebbe accadere

Per i vaccinati i colori delle zone ormai hanno perso di significato, ma di fatto continuano a pesare nelle decisioni del governo: il dibattito sulle mascherine all’aperto è ancora in corso, ma per le regioni in zona gialla e arancione il traguardo potrebbe non essere così lontano.

È probabile che presto, già a marzo, lo stop alle mascherine all’aperto, laddove non vi siano assembramenti, possa essere varato come fatto da altri Paesi. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ospite di Sky Tg 24, ha spiegato: “Al chiuso le mascherine continueranno a essere necessarie. Ma vorrei ricordare che in passato, quando abbiamo sospeso l’obbligo all’aperto, abbiamo sempre detto che comunque bisogna portare con sé le mascherine, in modo da essere pronti a indossarle se ci si ritrova in luoghi affollati e dunque a rischio”.

Sempre per marzo, in coincidenza con la fine dello stato di emergenza, potrebbe essere rivisto, con l’eliminazione definitiva, il sistema dei colori delle regioni. Con il calo dei contagi si parla anche della capienza degli stadi e dei palasport che potranno tornare in primavera vicino al 100 per cento.