Marisa Rodano aveva 102 anni quando si è spenta nella sua Roma, città in cui ha vissuto per tutta la vita. Oltre un secolo di ideali, battaglie, voglia di giustizia ma anche di guerra e coraggio. Lo stesso che ha sempre messo a disposizione delle donne, che a suo dire meritavano di più. Ultima parlamentare vivente della prima legislatura italiana, Marisa Rodano è stata partigiana e femminista, e ha amato intensamente la politica così come il marito Franco Rodano, con il quale è stata sposata per quarant’anni.
Marisa Rodano, morta a 102 anni una delle grandi donne della politica italiana
“È morta nella notte a Roma Marisa Rodano, era l’ultima parlamentare vivente della prima legislatura e aveva 102 anni. A confermare la notizia è stato il genero ed ex parlamentare Antonello Falomi”, si legge su Repubblica. La partigiana cattolica da sempre in prima linea per i diritti delle donne, orgogliosamente antifascista e femminista, custodiva un importante patrimonio di memoria, impegno e attivismo che nessuno dovrebbe dimenticare, specialmente le nuove generazioni.
La Rodano, nata Maria Lisa Cinciari, ha vissuto gli ultimi anni della sua vita cercando di ricordare e restituire agli italiani il suo vissuto, raccontando delle sue battaglie e di quanto insieme ad altre donne del calibro di Nilde Iotti, sua grande amica, sia riuscita a dare al suo Paese. Un’Italia dalla memoria corta, per questo ancor più bisognosa che vi sia qualcuno sempre pronto a ricordare ciò che è stato, affinché non si ripeta.
Da partigiana Marisa Rodano fu arrestata sotto il regime fascista nel maggio del 1943 per la sua attività nella Resistenza, tra le file del Movimento dei Cattolici Comunisti e nei Gruppi di Difesa della Donna. A lei si deve la fondazione dell’Unione Donne in Italia (UDI) di cui è stata presidente, per poi iscriversi al Partito Comunista Italiano (PCI) nel 1946. Due anni dopo l’elezione in Parlamento nella prima legislatura della Repubblica, ruolo che ha ricoperto fino al 1968 per poi approdare al Senato.
Deputata prima, senatrice dopo e anche prima donna a diventare vicepresidente della Camera dal 1963 al 1968. Una vita politica intensa, che non si è mai fermata: la Rodano è stata anche eletta al Parlamento Europeo negli anni ’80 e, infine, nel 2015 è stata insignita del titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Marisa Rodano in prima linea per i diritti delle donne
Oltre un secolo di vita segnati da ideali nobili e dalla volontà di donare alle donne la medesima dignità degli uomini in un mondo che, a lungo, ha negato la parità di cui ancora oggi si parla tanto. Marisa Rodano non è mai rimasta a guardare, scegliendo di lottare a favore dell’emancipazione femminile per lasciare in eredità alle nuove generazioni delle conquiste che sono state fondamentali.
“Il diritto di voto non bastava, bisognava che le donne uscissero di casa per andare a votare – aveva spiegato in un’intervista a Repubblica nel 2020, parlando del suo libro Memorie di una che c’era -. Era l’inizio di una emancipazione, termine che non piaceva al femminismo, che parlava di parità dei sessi e di salari, divieto di licenziamento, maternità, congedi. Poi la legge sul divorzio, quella sull’aborto. Conquiste enormi“.
“Oggi le giovani pensano che i loro diritti ci siano sempre stati, ignorano completamente che c’è stata un’epoca nella quale bisognava lottare per conquistarli. Il meccanismo di dimenticanza negli ultimi 25 anni è troppo forte. La memoria è corta e resa anche più corta dai media e dal modo in cui si pensa e si comunica”, aveva detto in un’altra intervista a Vittoria Tola. La stessa in cui aveva ripercorso quel fatidico giorno in cui proprio lei scelse la mimosa come simbolo della Giornata Internazionale della Donna, che si celebra l’8 marzo, lasciando ai posteri un importante insegnamento: “Non è un fiore che determina le lotte ma sono le lotte che determinano il significato del fiore”.