Dicono di te che eri sempre sorridente, gentile ed entusiasta di questa vita che si è spezzata troppo in fretta e ingiustamente quel maledetto 3 maggio. Tu che sorridevi al mondo e alle persone, che ti svegliavi con ardore ogni mattina anche per andare a lavoro, nonostante la giovane età, nonostante fosse tuo anche il diritto di lamentarti ogni tanto.
Avevi solo 23 anni Luana, anzi, non li avevi ancora compiuti. E forse, come tante altre coetanee della tua età, ti piaceva l’idea di poter aggiungere quel numero in più quando qualcuno ti chiedeva quanti anni avessi, per sentirti più grande, tu che grande lo eri già. Perché quell’insoddisfazione generale che divaga tra i ragazzi della tua età proprio non ti apparteneva.
Eri così grata alla vita, nonostante gli alti e bassi. Eri forte e coraggiosa, come tutti i sogni straordinari che ti appartenevano: così ti racconta chi ti ha conosciuto. E amavi Donatello, quel bellissimo bambino che era la tua gioia e il tuo futuro, lo stesso che ha ereditato i tuoi grandi occhi e quel sorriso contagioso. Quel bambino che ora, a soli 5 anni, dovrà imparare a cavarsela senza di te, il suo faro nella notte.
E tu, Luana, quante cose belle eri destinata a fare? Proprio tu che non ti stancavi mai di recarti tutti i giorni in quell’azienda tessile di Montemurolo. Tu che eri felice di essere tornata a lavorare dopo i mesi di chiusura a causa della pandemia, tu che preparavi le torte e le portavi ai tuoi colleghi e che condividevi quelle istantanee di quotidianità attraverso i tuoi profili social.
Tu che non potevi sapere che quel maledetto lunedì mattina, sarebbe stato l’ultimo della tua vita, che saresti diventata vittima di quel lavoro che tanto amavi. Il tuo nome diventerà l’ennesimo da leggere e da ricordare tra le oltre due milioni di persone che muoio ogni anno a causa di un incidente sul lavoro (OIL).
Cara Luana questa lettera è per te e per la tua prematura scomparsa che è stata una tragedia. Tutti sono accorsi da te, per te, per salvarti. Perché la tua vita non poteva finire in quel macchinario tessile che si è trasformato in una macchina mortale.
Tecnici, colleghi, amici e parenti, tutti hanno pregato per te, per vedere ancora e ancora quel meraviglioso sorriso stampato sul tuo visto. Ma le preghiere non sono bastate e la tragedia è stata consumata. La tua assenza in quella casa, e nella vita delle persone che ti amavano, sarà più pesante di ogni altra cosa al mondo.
E nulla contano le inchieste, le multe e i risarcimenti, perché la tua vita valeva più di ogni altra cosa. E ti assicuriamo che con questa lettera, la ricorderemo per sempre.