Il coraggio di fare un passo indietro, cosa ci insegnano le dimissioni di Jacinda Ardern

La Prima Ministra ha annunciato le sue dimissioni e il discorso che ha fatto ci offre importanti spunti di riflessione

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Virginia Leoni

Giornalista e Lifestyle Editor

Nata nel 1981, giornalista, ufficio stampa e socia di una casa editrice, ha trasformato la sua passione in lavoro. Ama scrivere, leggere e raccontare.

Il coraggio di fare un passo indietro: nella nostra società, troppo spesso basata sulla performance e sul riuscire a tutti i costi, non sono in molti quelli in grado di ammettere i propri “limiti” e dire basta. Non è così la Premier neozelandese Jacinda Ardern che, in una conferenza stampa, ha annunciato le sue dimissioni dando delle motivazioni chiare e che ci insegnano qualcosa.

Jacinda Ardern, come ha annunciato le sue dimissioni

Giovane, donna, dall’intelligenza spiccata: Jacinda Ardern dall’ottobre del 2017 ricopre il ruolo di Primo Ministro della Nuova Zelanda. Un ruolo che sarà suo ancora per poche settimane infatti, a sorpresa, ha annunciato le dimissioni. Lo ha fatto in una conferenza stampa durante la quale ha spiegato le ragioni che l’hanno portata a maturare la decisione di fare un passo indietro.

“Sto entrando nel mio sesto anno di mandato – ha detto – e in ognuno di questi anni ho dato il massimo. Credo che guidare un Paese sia il lavoro più privilegiato che si possa avere, ma è anche uno dei più impegnativi”.

A tal proposito ha aggiunto: “Non si può e non si deve fare se non si ha il serbatoio pieno, più un po’ di riserva per le sfide inaspettate. Quest’estate speravo di trovare un modo per prepararmi non solo per un altro anno, ma per un altro mandato perché questo è ciò che richiede l’anno in corso: non ci sono riuscita. Perciò oggi annuncio che non candiderò alla rielezione e che il mio mandato di Primo Ministro si concluderà entro il 7 febbraio”

Jacinda Ardern ha spiegato: “Lascio perché da un ruolo così privilegiato derivano delle responsabilità. La responsabilità di sapere quando si è la persona giusta per guidare e anche quando non lo si è. So cosa richiede questo lavoro e so che non ho più abbastanza energia per rendergli giustizia. È così semplice”.

Una scelta coraggiosa, non scontata, che denota anche un grande senso di responsabilità.

Jacinda Ardern, cosa ci insegnano le sue dimissioni

Iper connessi, sempre pronti, ossessionati dai risultati, dalla sete di potere, dal mantenere i propri ruoli. La nostra epoca sembra sempre più spesso una corsa al fare: meglio, di più.

Per questo stupisce, in positivo, la scelta di Jacinda Ardern di fare un passo indietro. Di riconoscere di non avere più energie. Di mostrare l’umanità dietro la leader, dietro le prestazioni.

Donna, una di quelle al potere ammirate e seguite, e giovanissima, Jacinda Ardern in questi anni ha dimostrato le sue qualità. Ha ricoperto la carica più importante della Nuova Zelenda quando aveva solamente 37 anni, durante l’incarico è rimasta incinta e la figlia Neve Te Aroha avuta con il compagno (dal 2012) Clarke Gayford è nata a giugno del 2018. Inoltre ha dovuto affrontare momenti difficili come la pandemia da Covid 19 e gli attentati di Christchurch.

Prove importanti, ma anche decisioni capaci di fare la differenza infatti ha saputo prendere decisioni innovative: quando è arrivata la riconferma, a novembre del 2020, il suo gruppo di lavoro era composto anche da donne, tra cui anche Nanaia Mahuta la prima Maori ad avere l’incarico di Ministro degli Esteri, e per il dieci per cento da appartenenti alla comunità LGBTQ.

Scelte sempre al passo con i tempi, se non anticipatrici. Come quella di fare un passo indietro che ci insegna che non si deve avere paura di dire: “Mi fermo”, perché si fa un regalo a se stessi e anche agli altri.