Fecondazione assistita: la regione Lazio alza il limite d’età

Nel Lazio è stato alzato il limite di età per l'accesso alla fecondazione assistita. Ecco le novità e la situazione nel resto dell'Italia

Foto di Sabina Petrazzuolo

Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Con questa notizia molte più donne, a partire da oggi, potranno accedere alla fecondazione assistita nel Lazio. La regione, infatti, ha annunciato l’estensione dell’accesso al procedimento fino al compimento dei 46 anni, cambiando il limite che fino a questo momento era fissato a 43 anni.

La notizia è stata annunciata direttamente dalla Presidente della IX Commissione della Regione Lazio Eleonora Mattia a seguito di un emendamento collegato direttamente a quello di bilancio. Tra le tante novità incluse, anche quella che riguarda i criteri e le modalità di accesso della procreazione assistita nelle strutture pubbliche.

Lazio: fecondazione assistita fino a 46 anni

La nuova norma che riguarda la fecondazione assistita, e che è stata approvata dal Consiglio Regionale, ha così alzato il limite di età per l’accesso alla procreazione medicalmente assistita che passa dai 43 ai 46 anni.

La motivazione dietro questa scelta, annunciata dalla stessa Eleonora Mattia in una nota, è collegata non solo alla tutela delle donne e al desiderio di maternità, ma anche alla situazione genitoriale vigente in Italia. I dati lo confermano: le condizioni di sopravvivenza degli italiani sono in costante aumento, si innalza la prospettiva di vita, ma allo stesso tempo la situazione incerta e precaria di molte coppie ritarda la scelta di fare figli.

Il recente report Istat Natalità e Fecondità della popolazione residente conferma che le mamme over 40 sono molto più numerose rispetto alla fascia d’età che comprende i vent’anni. Le donne posticipano sempre di più la maternità e questo influisce inevitabilmente sui dati relativi alle nuove nascite.

La norma approvata dalla Regione Lazio tiene conto proprio di questo, ampliando quindi l’accesso alla fecondazione assistita fino ai 46 anni. Lo stesso procedimento ha come obiettivo anche quello di limitare i viaggi fuori regione, o fuori il Paese, che spesso vengono organizzati come ultima alternativa per esaudire il personale desiderio di maternità, ostacolato proprio dal limite di età e non solo.

Fecondazione assistita in Italia, la situazione

Secondo il report pubblicato dal Ministero della Salute, sono più di 14.000 i bambini nati dalla fecondazione assistita in Italia. Un numero che potrebbe cresce esponenzialmente se l’accesso alla procreazione medicalmente assistita fosse facilitato, anche con l’innalzamento del limite di età come è successo nel Lazio.

Nel nostro Paese, infatti, non esiste una regolamentazione unica e comune, e la situazione varia da regione in regione. Lo scenario è disomogeneo e per alcuni versi scoraggiante, basti pensare che in alcuni territori italiani, specie nel Sud Italia, non esistono neanche strutture pubbliche in grado di avviare i procedimenti per la procreazione medicalmente assistita.

Cambiano anche i limiti di età per l’accesso, da regione in regione. In Umbria, per esempio, questo è fissato a 42 anni, mentre in Friuli Venezia Giulia, Val D’Aosta, Molise, Marche, Puglia, Calabria, Sicilia, Liguria, Basilicata e Bolzano è di 43.  Sardegna, Toscana, Campania, Abruzzo ed Emilia Romagna, invece, hanno fissato il limite d’accesso a 46 anni, lo stesso convenuto anche dalla Regione Lazio con la recente normativa.

La regione che ha il limite di età più alto nel nostro Paese è il Veneto. Qui è possibile accedere alla procreazione medicalmente assistita fino al compimento dei 50 anni.