Alexa si schiera contro la violenza verbale: il dispositivo risponderà agli insulti ricevuti

La campagna di Alexa contro la violenza verbale promuove un dialogo rispettoso e consapevole, un prezioso contributo contro questa forma di abuso

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Sonia Surico

Content Editor e Storyteller

Laureata in Scienze della Comunicazione e con un Master in Seo Copywriting. Per lei, scrivere è un viaggio che unisce emozioni e conoscenza.

Pubblicato: 8 Marzo 2024 10:01

Nel 2023, l’assistente vocale di Amazon, Alexa, ha fatto i conti non solo con richieste di cortesia e comandi, ma anche con una spiacevole ondata di insulti e aggressioni verbali. Frasi come “Sei un’idiota” e “Fai schifo” hanno preso di mira l’assistente virtuale, sollevando un acceso dibattito.

Oggi, in occasione della Giornata internazionale della donna, Amazon ha annunciato il lancio di una campagna in collaborazione con ActionAid, delineando una presa di posizione netta e decisa contro questo tipo di abuso. La campagna punta a sensibilizzare l’opinione pubblica sulle gravi conseguenze del linguaggio offensivo, con l’obiettivo di promuovere un ambiente digitale più inclusivo e rispettoso.

L’iniziativa ha già suscitato l’interesse e il sostegno di diverse organizzazioni e singoli attivisti coinvolti nella battaglia contro la violenza di genere e nella promozione dei valori di uguaglianza e rispetto. Resta da vedere l’impatto che questa campagna avrà sul comportamento degli utenti nel prossimo futuro.

Le parole fanno male: anche Alexa in prima linea contro la violenza verbale

Giacomo Costantini, Business Development Manager di Amazon Alexa, ha sottolineato l’importanza di questa partnership, affermando che: “Essendo un interlocutore costantemente interpellato nelle case degli italiani, l’assistente vocale di Amazon vuole farsi parte attiva del cambiamento e, nella collaborazione con ActionAid, valorizzando la potenza della propria voce e contribuendo a sensibilizzare quante più persone possibili rispetto a un fenomeno globale così pericoloso“.

Secondo quanto annunciato, l’iniziativa prevede che Alexa non resti più in silenzio di fronte agli attacchi verbali, ma risponda con battute schiette e sagaci. Questa nuova modalità di reazione dell’assistente virtuale mira a sottolineare l’importanza di contrastare la violenza verbale e di promuovere un dialogo più rispettoso e consapevole.

Inoltre, l’integrazione di informazioni e approfondimenti relativi a questo tipo di linguaggio, offre agli utenti la possibilità di accedere a conoscenze cruciali sul tema, semplicemente pronunciando le parole “Alexa, di’ la tua“. Questo strumento potrebbe diventare un prezioso alleato nella lotta contro un genere di violenza sempre più diffuso, educando e sensibilizzando le persone su un problema ancora troppo spesso sottovalutato.

Combattere la violenza per spezzare il silenzio

In un’epoca in cui la parola ha un potere senza precedenti, la campagna di sensibilizzazione promossa da Alexa, con il sostegno di ActionAid, pone sotto i riflettori un tema tanto inquietante quanto devastante: la violenza verbale. Basandosi su dati e testimonianze fornite dall’ONG, questa iniziativa si propone di scuotere le coscienze e aprire un dialogo fondamentale sulla questione.

Secondo i dati, rappresenta una delle forme di violenza più diffuse nel mondo contemporaneo. Spesso sottovalutata o addirittura ignorata, può costituire il preludio a forme più gravi di abuso, come la violenza fisica, sessuale ed economica. La sua portata è talmente estesa da colpire donne di tutte le età, generi ed estrazioni sociali, minando la dignità e il benessere delle persone coinvolte. Le minacce sono all’ordine del giorno per molte di loro, che vivono nell’ombra della paura costante di subire ulteriori abusi.

In particolare, il 66,7% delle donne coinvolte ha dichiarato di aver subito violenza fisica, il 50,7% ha ricevuto minacce intimidatorie, mentre l’11,7% ha subito uno stupro o un tentativo di stupro. A queste forme di violenza si aggiunge il 14,4% delle donne che ha subito altre tipologie di violenze sessuali, tra cui molestie, revenge porn e coercizioni ad attività sessuali degradanti.

Non meno allarmante è la situazione relativa alla violenza economica, con quattro donne su dieci che dichiarano di esserne vittime. Questo tipo di abuso può assumere molte forme, dalle restrizioni finanziarie al controllo dei beni e delle risorse economiche, rendendo ancora più difficile per loro rompere il ciclo di violenza e ricostruire le proprie vite.