Perché c’è ancora poca solidarietà tra mamme

La maternità è un momento magico ma difficile allo stesso tempo per ogni donna, ancora di più quando manca la solidarietà

“Ma come fa a far tutto?” Non è solo il titolo di un film in cui Sarah Jessica Parker veste i panni di Kate Reddy, una moglie, una madre e una donna in carriera, che riesce a fare tutto con una meravigliosa maestria, ma anche la frase che molte mamme, forse inconsciamente sperano di sentirsi dire.

Sì, perché nonostante il lavoro della mamma ormai sia universalmente riconosciuto come uno dei più faticosi e difficili, ci sono ancora delle donne che preferiscono fare tutto da sole pur di dimostrare di potercela fare. Questo è ammirevole da parte loro, ma c’è un ma, rincorrere la perfezione e mettere sé stesse in secondo piano, rischia di farle scivolare nella retorica del “io sono meglio di te, perché non ho aiuti”.

E a diventare una delle “vittime” suo malgrado di questa tendenza al giudizio e alla poca solidarietà tra mamme è caduta la make up artist Clio Zammatteo, conosciuta ai più come Clio Make Up, criticata perché ha deciso di farsi aiutare in vacanza da una babysitter.

Le critiche alla make up artist

Spontanea, alla mano e madre di due bambine, Grace e Joy, Clio condivide su Instagram momenti della sua vita quotidiana dal lavoro al tempo libero. Proprio le storie IG postate durante la vacanza in Val di Fassa hanno scatenato gli utenti. Perché? Perché per molti la presenza della babysitter anche in viaggio non era necessaria. La risposta della make up artist non si è fatta attendere e ha spiegato come l’aiuto di una tata renda in realtà la vacanza ancora più bella e proprio i sorrisi delle figlie non la fanno sentire una cattiva madre. E ha concluso affermando:

Se voi vi volete sentire delle madri migliori perché non andate in vacanza con la tata va bene allora vi lascio questo, siete migliori di me.

Proprio questa frase racchiude in sé l’essenza del problema: la poca solidarietà che spesso c’è tra le madri, che può essere considerata solo uno degli aspetti della poca solidarietà femminile.

Il segreto è empatizzare

La gravidanza è un periodo complesso che comporta cambiamenti profondi sia a livello fisico che mentale, ma anche nella coppia e ognuno lo affronta in maniera diversa.

Senza dubbio condividere l’esperienza della maternità, non comporta automaticamente empatizzare con le altre donne, ma neanche creare una costante competizione a cui pensa già la società che riversa sulle donne delle aspettative molto alte. Riuscire a destreggiarsi tra lavoro e famiglia senza dimenticare la cura di sé stesse per molte vuol dire essere una madre perfetta, ma si sa bene che la perfezione non esiste e che è impossibile stare dietro a qualsiasi cosa, quindi per difendersi dalla consapevolezza di non poter fare tutto da sole, si preferisce attaccare le altre madri.

Questo crea nelle donne un ulteriore livello di autodifesa in cui si costruiscono una maschera esteriore fatta di forza e resistenza, mentre interiormente le insicurezze e i dubbi aumentano di giorno in giorno. Schiacciate sotto il peso di una costante e sfiancante competizione si rischia di perdere il meglio di un periodo così magico.

Allora cosa fare per interrompere questo circolo vizioso? Semplicemente bisogna aiutarsi reciprocamente ed essere più solidali con le altre madri. Ammettendo i propri limiti e le proprie fragilità si rompe anche il meccanismo del puntare il dito contro le altre, perché alla fine ogni mamma ha le sue difficoltà che sono uguali o simili alle altre.