I nostri bambini e ragazzi possono provare ansia per il rientro a scuola: ansia da interrogazioni, ansia da prestazioni, paura per i nuovi cambiamenti. Come possiamo aiutarli? Il rientro a scuola, in alcuni casi può provocare timore, ad esempio, per alcune dinamiche relazionali fra coetanei ma anche per eccessivo carico di aspettative dagli adulti di riferimento, questo ed altro può diventare causa di stress per i nostri bambini. Per aiutare i nostri figli a superare queste emozioni negative legate al ritorno a scuola, dobbiamo individuarne i sintomi, capirne le cause e fare luce su quali possano essere i rimedi da mettere in campo. Qui troverete cinque consigli ai quali ispirarvi ma, prima di snocciolarli, facciamo un pezzo di strada insieme, per capire cosa davvero provochi ansia nei nostri figli, quando pensano alla scuola, e quali siano le fasce di età nelle quali se ne risente di più.
Non si tratta di capire cosa fare quando il bambino/a non voglia andare a scuola, durante l’arco dell’anno, perché in questi casi, alla base, potrebbe esserci della stanchezza, la voglia di riposarsi un po’. Le cause di un disagio per il rientro a scuola possono avere una matrice differente.
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Perché la scuola mette ansia: cause ed età
Tutti noi siamo stati alunni e studenti e ciascuno potrebbe raccontare le più disparate fra le esperienze, gli aneddoti e le memorie. In essi, da un lato, troveremmo qualche emozione negativa, legata ad un esame, ad una prova scolastica, ad un rapporto difficile con un professore o un compagno ma, dall’altro lato certamente sarà più facile ritrovarvi la gioia della vita sociale che la scuola garantisce, le prime amicizie, le prime soddisfazioni e così via.
Oggi, come allora, ci possono essere bambini e ragazzi che fanno più fatica e che, solo pensando al rientro a scuola, provano ansia, stress e non scalpitano certo per il suono della campanella.
Alcune delle cause possono essere comuni a quelle di allora, altre invece sono tipiche del difficile momento storico che stiamo vivendo. Il Covid, la scuola aperta e chiusa ad intermittenza, le relazioni amicali diradate, la cui vita è stata legata al wifi, ai social e così via, hanno complicato le cose. Abbiamo interrogato su questi temi la dott.ssa Mioli Chiung, psicologa e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, presidentessa Centro Salem di Milano, che ci ha raccontato di un diverso scenario, a seconda dell’età, o meglio del grado della scuola che si frequenta, quando si parla di ansia per il rientro.
“La ripresa dell’anno scolastico è fonte di stress e ansia per bambini, genitori e insegnanti. Fortunatamente, la percentuale di bambini della primaria che provano ansia per l’inizio della scuola non è molto alta. Questo perché il bambino percepisce la scuola come un luogo in cui trascorrere ore piacevoli, in cui potrà rivedere i propri compagni dopo il lungo periodo di pausa estiva. Diverso è il discorso per i ragazzi che affrontano sia la secondaria di primo grado che quella di secondo. In questi casi, la percentuale è nettamente superiore perché oltre alle aspettative dei genitori, i ragazzi subiscono un’ enorme pressione dal contesto sociale, diventato sempre più esigente. I ragazzi percepiscono la ripresa, il rientro a scuola, come l’inizio di una nuova avventura che, a volte, può creare preoccupazione.
Ansia e stress causati dal rientro a scuola sono determinati dalla pressione, che ci creiamo o che ci creano, nel dover essere all’altezza del contesto sociale. I quasi due anni di DAD, di quarantene scolastiche, inoltre, hanno penalizzato tutti gli alunni di ogni ordine e grado che hanno fatto fatica a gestire le forti emozioni del periodo pandemico. In DAD, infine, lo schermo del pc ha protetto i ragazzi dal giudizio dei compagni da un lato, ma dall’altro li ha però penalizzati, perché non ha permesso le interazioni sociali e il confronto, che sono alla base dello sviluppo emotivo di un individuo”.
Ne viene fuori, dunque, uno scenario complesso: da un lato c’è un turbinio di emozioni, che del resto proviamo anche noi, legato ai nuovi inizi che non tutti affrontiamo nello stesso modo; da un altro lato c’è il contesto esterno che carica di aspettative gli studenti più grandi; infine c’è il Covid che ha sfaldato e cambiato le relazioni anche fra coetanei, così come le avevamo conosciute fino ad allora.
Se volessimo, parlando della cause che possono addirittura mettere paura, per il rientro a scuola, potremmo inserire anche situazioni davvero faticose legate ad episodi di bullismo o cyberbullismo. Esse infatti possono nascere anche all’interno di quell’ambiente protetto nel quale lasciamo i nostri figli e possono diventare degli enormi mostri da affrontare.
Ansia da rientro scolastico: sintomi
Potrebbe darsi che alcuni dei nostri figli siano in grado ed abbiano voglia o necessità di aprirsi con noi e raccontarci del disagio che provano al pensiero del rientro. Altri, sicuramente entrando nell’età della preadolescenza e dell’adolescenza o, al contrario, quando sono ancora piccoli e non sono in grado di dare voce e forma a quello che provano, potrebbero non manifestare con le parole quello che stanno vivendo. In questi casi è difficile capire come aiutarli ad affrontare l’ansia legata alla scuola.
La dott.ssa Mioli Chiung ci illustra quali possano essere i sintomi che mettono in evidenza il disagio dei nostri figli. “I ragazzi ansiosi sono quelli che la mattina del primo giorno di scuola troveranno scuse per rimandare il loro ingresso, presenteranno sintomi somatici come mal di pancia, vomito, mal di testa. Più l’età cresce, e più sarà facile che il disagio si manifesti con il rifiuto di andare a scuola o, nel peggiore dei casi, con l’abbandono scolastico.
Il lavoro di un genitore deve essere costante e non ridursi all’ultimo, è importante che al bambino/ragazzo si trasmetta l’idea che la scuola non sia una continua performance. Non dobbiamo chiedere loro solo dei buoni voti, delle buone prestazioni, ma dobbiamo essere più sensibili rispetto ad altri aspetti, preoccupandoci se il bambino si sente a proprio agio con i compagni e se ci sono cose che lo turbino. Il continuo dialogo, l’ascolto attivo sono fondamentali per fare in modo che il ragazzo si senta accolto e compreso, ed in questi casi sarà anche più facile che lo studente si apra, raccontandoci cosa eventualmente non vada”.
Affrontare l’ansia dei bambini: 5 consigli
Come dicevamo all’inizio, non tutti noi abbiamo vissuto la scuola come un contesto ansiogeno, così neanche tutti i ragazzi di oggi sono stressati all’idea del rientro. Inoltre abbiamo visto che le cause possono essere diverse, ed ogni età, esperienze e personalità possono presentare un panorama differente. Va aggiunto, infine, che i nostri figli, sin da piccoli hanno un’agenda settimanale piena di impegni: importanti sport per farli crescere al meglio, lezioni di lingue, hobby e così via. Tutto questo è importante per loro ma certamente dobbiamo monitorarli sempre, per evitare che il peso non sia eccessivo. Premesso ciò, certamente, ci sono dei consigli adatti a tutti, dei rimedi non assoluti ma calzanti ed utili nel quadro di un generale disagio.
Cosa possiamo fare, noi genitori, per rimediare all’ansia:
- Dare un’immagine positiva della scuola
- Preparare il bambino ai possibili cambiamenti, rassicurandolo
- Organizzare il materiale con calma
- Non ridursi all’ultimo con i compiti delle vacanze
- Favorire l’incontro con i compagni, prima della scuola
Seppur siano semplici passi, sappiamo che la fretta quotidiana, i nostri stessi inizi, o la presenza di più figli, potrebbero distoglierci dal focus. La dottoressa ci sollecita ad un’attenzione e ad una presenza più intensa in questo momento, per poter aiutare i bambini a tornare a scuola. Ci ricorda di sottolineare il grande valore della scuola anche come un luogo di aggregazione; di rassicurare il bambino/ragazzo che ce la farà anche se tante sono le cose che possono cambiare in classe; di bandire la fretta ma prepararsi nel giusto tempo anche uscendo prima, per fare una piacevole colazione fuori, prima del suono della campanella.
Non sono cose impossibili, lo sappiamo, dobbiamo solo pensarci e mettere in pratica questi piccoli passi. Se la nostra quotidianità fosse troppo complessa, possiamo anche valerci dell’aiuto di una brava babysitter, ad esempio, che segua momentaneamente i bimbi più piccoli, che stanno ancora a casa, per accompagnare con calma il fratello o la sorella maggiore che iniziano la scuola.
“Per i ragazzi più grandi, penso che il consiglio più importante sia quello di far sentire la propria vicinanza, non in termini fisici ma emotivi. L’ansia è presente in ognuno di noi, è un’emozione che non possiamo eliminare, quindi dobbiamo insegnare ai nostri figli a gestirla e ad accettarla”.
Concludiamo con altri 4 consigli dalla psicologa:
- Evitare qualsiasi riferimento punitivo, quando si parla di scuola
- Ritagliarsi dei momenti post-scuola da trascorrere insieme
- Posticipare le iscrizioni ad attività extra-scolastiche
- Cercare di non trasmettere il nostro stress, legato all’organizzazione della giornata.