Figura storica della nostra politica, Emma Bonino è nata a Bra, in provincia di Cuneo, il 9 marzo 1948. Una vita dedicata ai grandi ideali che percorre, la sua, ma che non è stata esente da difficoltà. Nel 2015 ha ricevuto la diagnosi di tumore al polmone, che fortunatamente ha superato dopo molti anni, mentre a fine 2025 è stata ricoverata nuovamente al Santo Spirito di Roma per una crisi respiratoria. Ma da quando ha iniziato a fare politica?
Quando ha iniziato a fare politica
Il suo impegno politico inizia ufficialmente nel 1975, quando, già attiva come militante per i diritti delle donne, è tra le fondatrici del Centro d’informazione sulla sterilizzazione e sull’aborto (CISA), organismo impegnato a fornire informazione e assistenza su contraccezione, sterilizzazione e aborto. All’epoca, per rivendicare con forza la necessità di leggi giuste sull’aborto, si autoaccusa del reato di procurato aborto, fatto che sancisce un atto simbolico di disobbedienza civile.
Già nel 1976 il nascente Partito Radicale si presenta per la prima volta alle elezioni politiche: Emma Bonino — capolista in diverse circoscrizioni — viene eletta alla Camera dei Deputati a soli 28 anni e 12855 preferenze nella circoscrizione Roma-Viterbo-Latina-Frosinone, insieme ad altri esponenti radicali. Questo dato segna ufficialmente l’inizio della sua carriera parlamentare: la sua presenza in politica trascende l’attivismo e diventa parte integrante delle istituzioni.
I primi impegni politici
Nelle elezioni del 1979 viene rieletta alla Camera con un notevole aumento di consensi (33595 preferenze) e, poche settimane dopo, eletta al Parlamento Europeo con 51445 voti nella circoscrizione Italia nord-occidentale.
Negli anni seguenti amplia i suoi orizzonti di impegno: promuove campagne per referendum, per i diritti civili e per la pace, e comincia a muovere i primi passi verso l’idea di una Corte penale internazionale, tema che diventerà centrale nel suo percorso politico-umanitario.
Nel 1981 è tra i promotori dell’associazione internazionale Food and Disarmament International, impegnata contro le grandi crisi alimentari e per la difesa del diritto alla vita. In tale veste nel 1986 organizza un convegno internazionale che lancia il “Manifesto dei Capi di Stato contro lo sterminio per fame”.
L’impegno di Bonino — a tratti radicale, pacifista, umanitario e fortemente europeista — già negli anni ’80 segnava una cifra distintiva della sua azione politica che unisce diritti civili, diritti umani e visione internazionale.
La carriera in Parlamento
Nei decenni successivi, Emma Bonino consolida la sua carriera: eletta ripetutamente alla Camera e al Parlamento Europeo, e poi — negli anni Novanta — nominata Commissione Europea per la tutela dei consumatori, la pesca e gli aiuti umanitari.
Ancora nel 2006 è scelta come Ministro nel Governo nazionale, con deleghe al Commercio Internazionale e alle Politiche Europee. Infine, tra il 2013 e il 2014 ricopre la carica di Ministro degli Affari Esteri, ruolo che la porta a rappresentare l’Italia su scala globale.
Nonostante i numerosi incarichi e i tanti passaggi, Bonino ha sempre mantenuto una coerenza di fondo: difesa delle libertà individuali, giustizia internazionale, diritti civili e volontà di un’Europa unita e solidale.
In oltre cinquant’anni di impegno politico — dal 1975 ad oggi — Emma Bonino si è distinta per una costanza quasi rara: non sempre in prima linea, ma sempre presente, con nuovi ruoli, nuove battaglie e nuove responsabilità.
Il 2025 la vede insignita della cittadinanza onoraria da parte del Comune di Bra, sua città natale: un riconoscimento che, spiega l’Amministrazione, vuole celebrare “il suo impegno e il suo attivismo in tema di diritti umani, giustizia, promozione della democrazia e della libertà di scelta e di espressione”.
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