Non è un’impressione: siamo sbadate e poco concentrate. Ed è colpa del telefono

Non è colpa della stanchezza, dello stress o del cambio stagione: se ci sentiamo poco concentrate e più distratte è a causa della tecnologia. Ecco cosa dicono gli esperti

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

C’è chi sotto pressione agisce meglio e chi, invece, preferisce fare le cose con calma. La quantità di impegni alle quali tutte siamo sottoposte ogni giorno, che siano professionali o personali, però non cambia ed è altissima. Quello che è cambiato con gli anni, invece, è la nostra concentrazione.

Insomma, sarà capitato a tutte di aver notato un certo calo di concentrazione o una sbadataggine più accentuata rispetto a prima. Diamo la colpa alla stanchezza, allo stress o ai cambi di stagione, e sicuramente questi fattori influiscono sul nostro stato d’animo, ma la motivazione, in realtà, è un’altra.

A parlarne è stata la scienza, che non solo conferma che siamo tutti più sbadati e poco concentrati, ma svela anche il motivo che, vi anticipiamo, è proprio davanti ai nostri occhi.

La concentrazione è calata ed è colpa dello smartphone

Che sia per lavorare, per comunicare con amici e familiari o per sapere cosa sta succedendo nel mondo, tutti siamo sempre connessi. Lo siamo con lo smartphone, i computer e tutti i device che ci permettono di restare connessi. Una connessione che ci ha semplificato la vita e anche il lavoro, ma che ci ha reso inevitabilmente schiavi della tecnologia. E questo, come tutto, ha un prezzo.

La conseguenza più eloquente è proprio quella che ha che fare con il calo della concentrazione. Non si tratta di una scoperta in senso assoluto in realtà, perché basta guardare il tempo che perdiamo a scorrere i feed dei social network o a guardare le notifiche, per renderci conto di essere già distratti e di aver perso il focus.

Ci distraiamo, e questa non è un’impressione, ma una vera e propria conseguenza dell’eccesso della connessione. A confermarlo è stata Gloria Mark, docente di informatica dell’Università della California. La professoressa, in un articolo sul New York Times, ha messo a confronto decenni di ricerche, confrontando il passato e il presente, per analizzare proprio come è cambiata la concentrazione di tutti con l’avvento della tecnologia.

Quello che è emerso è che se da una parte siamo diventati estremamente multitasking, dall’altro l’utilizzo di computer, tablet e smartphone ci fa perdere la concentrazione alla velocità della luce.

Il prezzo dell’iperconessione

Lo studio della professoressa Gloria Mark ha portato alla luce una problematica reale e diffusa che tutti noi, in un modo o nell’altro, sperimentiamo nella quotidianità. Secondo i dati raccolti, dal 2004 a oggi, la nostra concentrazione è scesa tantissimo, portandoci a resistere solo 47 secondi senza distrazioni nel corso di un’attività.

Come abbiamo anticipato la connessione ci ha facilitato la vita, sono numerosi i vantaggi di cui possiamo godere sia sul piano professionale che personale. Ma quali sono le conseguenze, ora, lo sappiamo.

Se ci sentiamo più distratte e meno concentrate sappiamo che la colpa, in parte, è anche delle numerose distrazioni che abbiamo sotto gli occhi. Le chat di Whatsapp, per esempio, i social network e più in generale le notifiche dello smartphone, che arrivano a ogni ora del giorno e della notte, ci allontanano da quello che stiamo facendo, frammentando quindi la nostra concentrazione.

Conoscere il problema, e le motivazioni che lo causano, può però aiutarci a trovare la soluzione. Certo, non possiamo rinunciare alla connessione, soprattutto quando è il lavoro a chiedercelo, ma possiamo scegliere di adottare nuove abitudini. Silenziare lo smartphone e nascondere le notifiche durante un’attività, per esempio, può essere un buon modo per mantenere la concentrazione, così come lo è concedersi un po’ di sano digital detox durante il tempo libero, così da poterselo godere per davvero.