Cosa è successo al Salone del Libro 2024: Elena Cecchettin e la protesta di Zerocalcare

Al Salone del Libro non sono mancati momenti di proteste, come quella durante l'intervento di Elena Cecchettin e le manifestazioni pro Palestina

Foto di Francesca Secci

Francesca Secci

Giornalista

Sarda, ma anche molto umbra. Giornalista pubblicista, sogno di una vita, da maggio 2023, scrive soprattutto di argomenti che riguardano l’attualità.

Termina oggi, 13 maggio 2024, il Salone del Libro di Torino 2024, che dal 9 maggio ha visto una serie di eventi letterari con la partecipazione di noti scrittori e personalità del mondo dello spettacolo. Tra gli ospiti più attesi, il misterioso scrittore francese Nicolas Barreau, la cui identità è stata rivelata per la prima volta durante il Salone (si tratta dell’editrice tedesca Daniela Thiele) .

Non sono mancati i momenti di scontro, che fanno parte del vivace dibattito che caratterizza ogni evento culturale significativo, specie quando esso tocca temi così sensibili e divisivi. Elena Cecchettin, sorella di Giulia Cecchettin, tragicamente vittima di femminicidio, è stata ospite all’Arena Robinson, dove ha tenuto un monologo toccante che ha esplorato tematiche dolorose e profonde legate alla violenza di genere. Zerocalcare invece ha manifestato solidarietà ai manifestanti pro Palestina, riunitisi all’ingresso della Fiera.

Il monologo di Elena Cecchettin contro la violenza sulle donne

Durante l’evento, Elena Cecchettin, indossando una maglietta con scritto “Stop al genocidio”, ha condiviso il proprio dolore e la propria lotta contro la violenza sulle donne, sottolineando come “tutto il corpo della donna sia sotto attacco”, non solo fisicamente ma anche psicologicamente. Ha parlato di come le discriminazioni possano somatizzarsi, causando effetti tangibili come l’ansia e il timore di trovarsi in situazioni di pericolo.

Il suo intervento ha toccato temi profondi legati alla violenza di genere, affermando che “tutto il corpo della donna è sotto attacco” e descrivendo come lo stupro sia usato come arma di guerra per conquistare territori, simbolizzando una manifestazione brutale del desiderio di dominio.

Tra il pubblico c’era il padre di Giulia, Gino Cecchettin, presente al Salone con il libro “Cara Giulia”, scritto in collaborazione con Marco Franzoso.

Il dialogo con Alessandra Chiricosta, focalizzato sulla resistenza femminista e sull’importanza di liberare il proprio spazio, è stato interrotto da una contestatrice che, brandendo un rosario, ha gridato slogan pro-vita e anti-femministi. La donna ha definito il patriarcato “santo” e ha accusato le donne presenti di crimini contro i bambini.

Alessandra Chiricosta, ricercatrice e dialogatrice dell’evento, ha esortato il pubblico a ignorare la contestatrice, mentre quest’ultima, che veniva prontamente allontanata, recitava preghiere.

Zerocalcare raggiunge i manifestanti pro Palestina

Il Salone del Libro di Torino è stato anche teatro di un vivace confronto culturale e politico, quando un gruppo di attivisti pro-Palestina ha forzato i cancelli dell’evento, provocando un immediato intervento delle forze dell’ordine. Gli attivisti, esponenti di collettivi studenteschi, centri sociali e della comunità islamica palestinese, hanno espresso forte disappunto per non poter portare simboli palestinesi all’interno dell’evento, criticando la presenza di quello che hanno definito un ambiente “pieno di sionisti”.

I manifestanti hanno aperto con la forza l’entrata principale del Lingotto Fiere, srotolando una grande bandiera palestinese e esponendo striscioni con scritte come “All eyes on Rafah. Blocchiamo tutto”, “Stop occupazione, stop genocidio, Torino per Gaza” e “Falastin Libera”.

In risposta all’irruzione, una delegazione di cinque manifestanti pro-Palestina è stata autorizzata a entrare nel Salone. Uno di essi ha riferito ai giornalisti: “Lì dentro tantissimi ci sostengono. La voce della Palestina è anche lì dentro. Questa bandiera ci può unire tutti, come sta facendo da mesi, questo ci dà la forza di continuare perché siamo dalla parte giusta della storia.”

Il noto fumettista Zerocalcare, al secolo Michele Rech, ha sospeso i suoi lavori per incontrare gli attivisti, esprimendo il proprio sostegno alla causa. Ha enfatizzato l’importanza di discutere questi temi cruciali in spazi dedicati alla cultura e all’attualità, affermando che “uno spazio che parla di cultura e attualità non può chiudere gli occhi sulla Storia con la S maiuscola.”