La relazione è finita: come funziona la regola dei 21 giorni

Il consiglio è quello di chiudere ogni legame per 21 giorni, un no - contact che deve comprendere ogni ambito della nostra vita

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Virginia Leoni

Giornalista e Lifestyle Editor

Nata nel 1981, giornalista, ufficio stampa e socia di una casa editrice, ha trasformato la sua passione in lavoro. Ama scrivere, leggere e raccontare.

Quando una relazione finisce si deve affrontare un percorso interiore moto difficile e doloroso, perché un amore arrivato al capolinea è proprio come un lutto e va elaborato e vissuto. Ci sono strategie, però, che possono aiutare a vivere meglio questo periodo o, quanto meno, ad aiutare nel processo.

Una di queste è la regola dei 21 giorni, ovvero il tempo durante il quale è previsto che non si abbia nessun contatto con l’ex. Difficile, soprattutto se ci sentiva e vedeva con frequenza, ma, a quanto pare, un metodo efficace per comprendersi meglio e per affrontare la separazione nel modo migliore per entrambi.  O per valutare un ritorno assieme.

Come funziona il no – contact per 21 giorni

Prendere le distanze dalle esperienze, dalle proprie emozioni e dalle persone aiuta a comprendere meglio sé stessi, a capire i fattori in gioco, a separare l’abitudine dai sentimenti. Per una relazione che finisce, quindi, il no – contact può essere un metodo utile. E non è detto che alla fine, le due persone che si sono lasciate, non decidano di ritornare insieme. Tutto sta a ciò che si comprende in un lasso di tempo che deve durare almeno 21 giorni, ovvero tre settimane.

E se per chi vive una relazione poco sana è il tempo utile per riuscire a prenderne le distanze, per chi invece è confuso può essere un periodo di tempo necessario per arrivare alla profonda comprensione dei propri sentimenti, per capire se l’altra persona manca.

E no – contact significa nessun contatto: no agli incontri, no alla ricerca dell’altro nei luoghi che è solito frequentare per cercare di imbattercisi “per caso”, no ai messaggi, alle telefonate, ai like sui social.

Un metodo che aiuta, come spiega Matthew Hussey, life coach inglese, sul suo sito, perché permette di disintossicarsi, ma anche di evitare gli errori (capitano) che si commettono quando una storia finisce, gesti impulsivi che potrebbero farci pentire.

Non sempre funziona, ma tentar non nuoce, soprattutto in un momento in cui si è particolarmente fragili dal punto di vista emotivo.  Al termine del 21 giorni non è detto che si ritorni assieme: quella distanza potrebbe aver fatto capire che la storia era davvero arrivata alla parola fine. Ma intanto si sono già affrontate tre settimane difficili e ci si può sentire pronti ad andare avanti.

Perché proprio 21 giorni

Perché non 35 o 16? A quanto pare, 21 giorni sarebbero quelli minimi necessari per consolidare un’abitudine, per questo sono state scelte proprio tre settimane di no – contact in caso di rottura di una relazione. E potrebbero valere anche per altre situazioni come quando si decide di cambiare stile di vita, oppure di inserire una routine nella nostra scaletta di impegni quotidiani.

Come per ogni cosa, ci vogliono costanza e perseveranza, anche perché i 21 giorni sono il tempo minimo, forse quello più difficile, ma poi il percorso non si è concluso. Uno studio, invece, pubblicato sul European Journal of Social Psychology, avrebbe evidenziato che ci vogliono circa 66 giorni affinché una nuova abitudine sia consolidata e automatica. La ricercatrice che guidava il team aveva analizzato un gruppo di 96 persone per 12 settimane.

Quindi i 21 giorni possono essere considerati il tempo minimo, il punto di partenza per cambiare le proprie routine. Basterebbero, invece, per capire come andare avanti dopo una rottura sentimentale.