Pierangelo Bertoli è nato il 5 novembre 1942 a Sassuolo.
A soli dieci mesi venne colpito da una grave forma di poliomielite che lo costringe a vivere per tutta la vita su di una sedia a rotelle.
Nonostante la passione per la musica risale alla sua più tenera età, riesce solo a venticinque anni ad imparare a suonare uno strumento, più precisamente la chitarra, la quale diventerà il suo strumento di riferimento per tutta la sua carriera musicale.
Per tutta la sua vita è stato invece legato al Partito Comunista, che lo ha portato dapprima ad esibirsi in occasione di feste di partito e poi a formare la band “Canzoniere Nazionale del Vento Rosso”. Nel 1974 pubblica il suo primo album, il quale riscuote grande successo anche in Germania Ovest, portando lui e la sua band a intraprendere una tournée nelle maggiori città tedesche e italiane. A metà anni Settanta la già affermata cantante Caterina Caselli rimane colpita dalle canzoni di Pierangelo Bertoli e convince il marito Piero Sugar, presidente della casa discografica italiana CGD, a proporgli un contratto discografico. Inizia così a pubblicare un album dietro l’altro e il successo di Pierangelo Bertoli cresce sempre di più.
Nel 1980 esce “Certi momenti”, disco che ha creato non poche polemiche in quel periodo in quanto affrontava le tematiche dell’aborto, schierandosi con coraggio contro la Chiesa cattolica.
Nel 1989 vince un Telegatto per lo spot televisivo della “Lega per l’emancipazione dell’handicappato”. Bertoli si è sempre contraddistinto nella sua lotta all’abbattimento delle barriere architettoniche. Forte anche il suo impegno politico e sociale, dedicandosi ad iniziative benefiche e di solidarietà.
Nel 1991, insieme al gruppo dei Tazenda, prende parte al suo primo Festival di Sanremo con il famoso brano “Spunta la Luna dal monte”, piazzandosi al quinto posto finale. L’anno seguente torna sul palco dell’Ariston con “Italia d’oro” e si classifica quarto.
Grande tifoso della Juventus, nel 1997, in occasione del centenario della società calcistica, Pierangelo scrive la canzone “Juvecentus”, divenuta in seguito l’inno ufficiale dei bianconeri per alcune stagioni.
Si spegne il 7 ottobre 2002 presso il policlinico di Modena, dove era ricoverato a causa di un tumore ai polmoni. Essendo ateo, Pierangelo Bertoli non ha ricevuto alcuna funzione funebre, ma è stato direttamente cremato e tumulato presso il cimitero della sua città natale.
È stato riconosciuto come una figura chiave della canzone d’autore nazionale del secolo scorso, al pari di illustri nomi come Giorgio Gaber, Francesco Guccini, Francesco De Gregori, Paolo Conte e Fabrizio De André. Pierangelo Bertoli è stato legato sentimentalmente per tutta la vita a Bruna Pattacini, conosciuta a fine anni Settanta e successivamente sposata. I due hanno avuto tre figli, Petra, Emiliano e Alberto, con quest’ultimo che ha seguito le orme canore del padre.