Pierangelo Bertoli, cantante: biografia e curiosità

Pierangelo Bertoli è uno dei cantautori più amati della nostra musica ma è anche un simbolo. Lo conosci davvero?

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Martina Dessì

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Content editor di tv, musica e spettacolo. Appassionata di televisione da sempre, designer di gioielli a tempo perso: ama i particolari, le storie e tutto quello che brilla.

Pubblicato: 18 Settembre 2017 22:30Aggiornato: 21 Dicembre 2024 14:37

Passione, impegno sociale, poesia e melodia in canzoni che hanno lasciato un segno inconfondibile nella storia della nostra musica. Pierangelo Bertoli è stato – ed è ancora – uno degli artisti più amati della musica italiana e del cantautorato più vero, quello che non esiste più e che lui ci ha lasciato in un’eredità pesantissima che oggi è più importante che mai. Eppure, non è stato solo un artista di livello altissimo: è stato un padre amorevole, un marito e un uomo che ha saputo vivere la sua vita secondo per secondo senza lasciarsi sconfiggere dalle difficoltà.

Chi era Pierangelo Bertoli

Pierangelo Bertoli nasce il 5 novembre 1942 a Sassuolo, un comune in provincia di Modena. La sua infanzia è segnata subito da un evento drammatico: a soli dieci mesi, è colpito dalla poliomielite, una malattia che lo costringe a vivere su una sedia a rotelle per il resto della sua vita. Questo, però, non lo ferma mai e non gli ha impedito di realizzare molti dei suoi sogni. Anzi, contribuisce a forgiare il suo spirito e il suo desiderio di esprimersi attraverso la musica che l’ha accompagnato anche nei momenti più duri.

Fin da ragazzo, sviluppa infatti una grande passione per la poesia e la canzone d’autore. La sua formazione artistica inizia negli anni ’60 e ’70, un periodo fervido per la musica italiana e in cui sembrava che ci fosse spazio per tutti. A notarlo è Caterina Caselli, che costringe suo marito Piero Sugar a metterlo sotto contratto. Il suo primo album riscuote successo perfino in Germania Ovest, dove inizia con gli spettacoli dal vivo. Si esibisce nei circoli culturali e nei piccoli locali, dove inizia a farsi notare per il suo stile unico e la profondità dei suoi testi che ancora oggi sono un esempio per il suo pubblico ma anche per i tanti ragazzi che si avvicinano timidamente a questa professione.

La carriera musicale

La carriera di Pierangelo Bertoli decolla ufficialmente negli anni ’70, quando pubblica i suoi primi album. Le sue canzoni sono caratterizzate da testi incisivi e spesso impegnati, che affrontano temi sociali, politici e ambientali con una sensibilità rara. Ma il primo grande successo arriva con l’album Eppure soffia del 1976, un inno ecologista – moderno e attualissimo – che diventa una delle sue canzoni più celebri.

Negli anni ’80, Pierangelo consolida il suo successo con album come Certi momenti e A muso duro, il cui brano omonimo è un manifesto di coraggio e determinazione. Diventa infatti una sorta di inno per chiunque affronti la vita senza compromessi, lottando per le proprie idee. A combattere per primo era stato lui, contro chi voleva cambiare la sua musica e il suo modo di scrivere, considerato superato per quegli anni che invece facevano della superficialità il proprio tratto distintivo.

Il suo percorso è carico di collaborazioni con grandi artisti italiani, tra cui Lucio Dalla, Fiorella Mannoia, Francesco Guccini e Ligabue, di cui è anche considerato lo scopritore. Memorabile è la sua partecipazione al Festival di Sanremo del 1991 con il brano Spunta la luna dal monte, cantato insieme al gruppo sardo Tazenda allora capitanato da Andrea Parodi. Una partecipazione controversa, che confliggeva con la sua condizione, ma per la quale ha combattuto e ha ottenuto il grande successo che tutti si aspettavano e che di certo meritava.

Pierangelo Bertoli non si limita a cantare d’amore o di esperienze personali. I suoi brani affrontano temi universali come la pace, l’uguaglianza e la giustizia sociale, ma anche storie di persone comuni, ritratte con una straordinaria empatia. La sua musica è una voce per chi non ha voce, un faro per chi cerca speranza in tempi difficili.

Curiosità su Pierangelo Bertoli

Persona estremamente umile e legata alle sue radici, nonostante il successo, Bertoli non dimentica mai Sassuolo, la sua città natale, dove vive per tutta la vita. Ama profondamente la natura e l’ambiente, come dimostrano molte delle sue canzoni, tra cui la già citata Eppure soffia, ma non teme di confrontarsi con i temi scomodi per i suoi anni, come ad esempio quello dell’aborto. È stato un grande amante della poesia e spesso trova ispirazione per i suoi testi leggendo i classici della letteratura italiana e internazionale.

Non solo. Malgrado la sua disabilità, che non nascondeva perché non poteva essere un motivo di vergogna, è straordinariamente indipendente fino alla fine. È noto per il suo rapporto sincero e diretto con i fan ma non ama le luci della ribalta, preferendo momenti di dialogo autentico con il suo pubblico.

La vita privata

Profondamente legato alla sua famiglia, Pierangelo Bertoli ha avuto una sola moglie, Bruna Pattacini, conosciuta negli anni ruggenti in cui le idee veleggiavano per i centri sociali della “rossa” Emilia-Romagna.

Dal loro matrimonio nascono tre figli: Emiliano, Petra – oggi affermata psicoterapeuta – e Alberto. Tutti e tre ereditano in qualche modo la passione artistica del padre. Alberto Bertoli, in particolare, segue le orme paterne nel mondo della musica, diventando un cantautore apprezzato oltre che un logopedista nella vita, professione che conduce con grande serietà. Estremamente somigliante al padre nella pasta vocale, sebbene non nella scrittura che rimane una prerogativa paterna, è un artista prolifico e amante del contatto col pubblico. E non manca di interpretare le canzoni del padre in studio e in tournée, che conduce lungo tutta l’Italia e per moltissime date lungo tutto l’anno.

Pierangelo Bertoli è stato un padre amorevole, che cerca sempre di trasmettere ai suoi figli i valori in cui crede: l’importanza della sincerità, la dedizione al lavoro e il rispetto per gli altri. Nonostante gli impegni della carriera, trova sempre tempo per la sua famiglia, che considera il suo rifugio e la sua fonte di energia.

La malattia e la morte nel 2002

Pierangelo Bertoli ci lascia il 7 ottobre 2002 a causa delle complicazioni legate al carcinoma polmonare di cui soffriva, ma la sua eredità artistica e umana continua a vivere attraverso le sue canzoni e l’impatto che ha avuto su chi lo conosce o ascolta.

Ogni anno, nella sua città natale di Sassuolo, vengono organizzati eventi in suo onore – come il Premio Pierangelo Bertoli che riunisce tutta la sua famiglia – tra cui concerti e iniziative culturali che celebrano il suo contributo alla musica italiana. La sua figura è ricordata anche per la sua capacità di abbattere barriere e pregiudizi, dimostrando che la disabilità non è che un limite dello sguardo di chi osserva ed è privo della capacità di andare oltre.