Gli standard della società. Le aspettative degli altri. Quelle che abbiamo verso noi stesse. E capita di sentirsi inadeguate, perché non andiamo mai bene: ai nostri occhi e a quelli delle persone che ci stanno accanto. Ma, anche più genericamente, allo sguardo di perfetti sconosciuti e ai giudizi dell’opinione pubblica.
Capita, a noi donne, di sentirsi così. Di guardarsi allo specchio e di non amare l’immagine che ci rimanda. Perché non è quella che magari ci aspettiamo da noi, o che gli altri ci chiedono.
Inadatte, eppure la verità è che siamo perfette così. Perché non c’è nessuno standard di bellezza, intelligenza, stile a cui dobbiamo omologarci. Dobbiamo essere semplicemente noi stesse, che è il traguardo più bello, emozionante e vero a cui dobbiamo aspirare nella nostra vita.
E lo sa bene Lella Costa, straordinaria artista che, nella prefazione di Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll (edizione Baldini Castoldi, 2010) ha inserito una poesia che tutte noi dovremmo leggere.
Alice nel Paese delle Meraviglie, la poesia della prefazione di Lella Costa
La poesia che Lella Costa ha inserito nella prefazione dell’edizione di Baldini Castoldi (2010) di Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll ci ricorda una cosa importante: è impossibile seguire gli standard della società. E allora perché non essere noi stesse?
O troppo alta, o troppo bassa,
le dici magra, si sente grassa,
son tutte bionde, lei è corvina,
vanno le brune, diventa albina.
Troppo educata! Piaccion volgari!
Troppo scosciata per le comari!
Sei troppo colta e preparata,
intelligente e qualificata,
il maschio è fragile, non lo umiliare,
se sei più brava non lo ostentare!
Sei solo bella ma non sai far niente,
guarda che oggi l’uomo è esigente,
l’aspetto fisico più non gli basta,
cita Alberoni e butta la pasta.
Troppi labbroni, non vanno più!
Troppo quel seno, buttalo giù!
Sbianca la pelle, che sia di luna
Se non ti abbronzi, non sei nessuna!
L’estate prossima, con il cotone
tornan di moda i fianchi a pallone,
ma per l’inverno, la moda detta,
ci voglion forme da scolaretta.
Piedi piccini, occhi cangianti,
seni minuscoli, anzi, giganti!
Alice assaggia, pilucca, tracanna,
prima è due metri poi è una spanna
Alice pensa, poi si arrabatta,
niente da fare, è sempre inadatta
Alice morde, rosicchia, divora,
ma non si arrende, ci prova ancora.
Alice piange, trangugia, digiuna,
è tutte noi,
è se stessa, è nessuna.
Il messaggio che tutte noi dovremmo ricordare
L’Alice del romanzo di Lewis Carrol è un personaggio intrepido, curioso, che non si abbatte ed è tenace. Proprio come l’Alice della poesia di Lella Costa, che siamo tutte noi che ogni giorno combattiamo con quello che vorrebbero gli altri per noi. Siamo noi donne che non riusciamo a star dietro agli standard che ci vengono richiesti.
E che, leggendo questa poesia, abbiamo voglia di ribellarci, decidiamo che non vogliamo più seguire le regole estetiche o intellettuali che la società ci vorrebbe imporre, ma che vogliamo solo essere noi stesse.
Per questo la poesia di Lella Costa contiene un messaggio che tutte noi donne dovremmo ricordare: non dobbiamo guardare agli standard o alle mode, ma solo essere noi stesse. Credere in quello che siamo. Perché non potremmo mai essere perfette, in quanto la perfezione non esiste, è mutevole, cambia in continuazione e segue i capricci delle mode, di ciò che pensano gli altri, di quello che piace a noi stesse.
Dobbiamo liberarci da queste catene e imparare ad amarci per come siamo, valorizzando la nostra incredibile e magica unicità. Meglio essere originali e irripetibili, che conformi a tutti gli altri. Anche perché le mode cambiano in un battito di ciglia e non potremmo mai seguirle tutte. Così come non potremmo mai piacere a tutti. La cosa importante, quella per cui dobbiamo lottare e lavorare ogni giorno, è piacere a noi stesse. È alzarsi ogni mattina, guardarci allo specchio, voler bene alla nostra originalità, apprezzare la nostra unicità, abbracciare chi siamo e come siamo. Amarci, insomma.