Sebastião Ribeiro Salgado Júnior, brasiliano di casa a Parigi, è stato uno dei fotografi più importanti dei secoli ventesimo e ventunesimo. È a causa delle sue coraggiose fotografie se abbiamo iniziato a renderci conto che con la natura non si scherza e che i danni inferti all’ambiente sono irreversibili. Salgado è scomparso il 23 maggio 2025, al suo fianco, nella vita così come dietro la macchina fotografica, la moglie Lélia Deluiz Wanick.
Chi è Lélia Deluiz Wanick
Lélia Deluiz Wanick nasce nella città di Vitoria, nella regione Espirito Santo in Brasile. È una ragazza sveglia, brillante e piena di voglia di fare. Inizia a lavorare appena 17enne, come maestra d’asilo e insegnante di piano. Dopo il diploma, si iscrive all’Alliance Francaise, la stessa università frequentata da un allora giovanissimo, e sconosciuto, Sebastião Salgado. Con lui (il loro fu un colpo di fulmine e il matrimonio arrivò a un anno dal primo incontro) si trasferirà a Parigi dove otterrà una laurea e un master in Urban Planning all’Università di Parigi, abbandonando così i precedenti studi in architettura.
La sua creatività ha seguito un’altra strada, Lélia è diventa una brillante gallerista, a capo della nota Magnum Gallery, dove ha organizzato decine di acclamate mostre fotografiche. Il talento è innegabile, ma l’ha aiutata, ha confessato lei stessa con l’ironia e l’umiltà che la contraddistinguono, “il vantaggio di avere un grande professionista come socio”.
Fu lei a spingere Salgado alla fotografia
La prima macchina fotografica la comprò Léila, le serviva per i suoi studi di architettura, ma la regalò a Sebastião, per i suoi frequenti viaggi di lavoro (all’ora lui era un bancario). “Mai immaginando che avrebbe scatenato Salgado una tale passione per la fotografia da fargli lasciare il lavoro. Una scelta che ha cambiato la nostra vita. Ho continuato a fotografare anche io, ma come competere?” ha in seguito raccontato lei a IoDonna. Lei a donargli la macchina fotografica, lei a sostenerlo quando lui compì l’azzardato gesto di lasciare il posto fisso per dedicarsi all’arta. Fu insieme che i due idearono e intrapresero quel viaggio lungo il Sudamerica che si trasformerà nel lavoro più importante del fotografo e documentarista.
Compagna e sostenitrice nonostante i sacrifici. “A volte è stato difficile allevare i figli da sola. – ammette – Ma non è mai stato un problema per me, sono molto indipendente. Ho potuto dedicarmi alle mie attività e ai miei amici”. I suoi bambini, oggi ormai grandi sono Juliano, diventato regista e Rodrigo, con la sindrome Down, “a lui ho dovuto dedicare molte più cure ed energie”. Mamma, moglie, artista, professionista, attivista, come se niente fosse: “Le donne hanno la capacità di fare più cose nello stesso tempo. Sono più pazienti e resistenti degli uomini. La prova è che ci sono più vedove che vedovi…”.
L’impegno a sostegno dell’ambiente
L’impegno più grande di Lélia Deluiz Wanick è, da sempre, quello verso il pianeta. Assieme al marito ha fondato l’instituto Terra che si pone come missione la riforestazione e la formazione specializzata di giovani aspiranti agronomi. Il lavoro della fondazione, in meno di vent’anni, ha piantato 2 milioni di piante, permettendo di resuscitare un intero ecosistema. Adesso l’obiettivo è riportare l’acqua al fiume Doce, un tempo navigabile e ormai prosciugato. Un gran lavoro, ma, nonostante ciò, Léila trova anche il tempo di scrivere, ha in serbo un romanzo che racconta “la storia di una donna, mescolando amore e avventura”. E di cucinare, la sua specialità è il pesto. Merito del nonno materno, arrivato in Brasile da Genova.