La scomparsa di Giorgio Armani ha lasciato un vuoto profondo non solo nel mondo della moda, ma anche nella vita di chi gli è stato accanto per decenni. Il suo testamento, reso pubblico in questi giorni dopo la morte avvenuta il 4 settembre, racconta molto più di una semplice spartizione di beni ma è un documento che custodisce affetti, riconoscenza e una visione lucida del futuro della Maison che porta il suo nome.
L’eredità di Giorgio Armani
Al centro di questo disegno c’è la Fondazione Giorgio Armani, a cui viene destinata la totalità delle quote della Giorgio Armani Spa: il 9,9% in piena proprietà e il 90% in nuda proprietà, con l’usufrutto assegnato al compagno e collaboratore di una vita, Pantaleo Dell’Orco, ai tre nipoti – Silvana, Roberta e Andrea – e alla sorella Rosanna. Una scelta che evidenzia il desiderio dello stilista di garantire continuità al suo impero creativo, legandolo a chi gli è stato vicino sia sul piano professionale sia su quello familiare.
Non mancano indicazioni precise per il futuro del gruppo. Entro un anno e mezzo, la Fondazione dovrà cedere il 15% del capitale a un colosso del lusso – con priorità a LVMH, EssilorLuxottica o L’Oréal – o ad altro partner individuato con l’accordo di Leo Dell’Orco. Nei tre anni successivi, un’ulteriore quota, compresa tra il 30 e il 54,9%, dovrà passare allo stesso acquirente, oppure si procederà alla quotazione in Borsa. In questo quadro, la Fondazione manterrà comunque almeno il 30,1% della società, preservando un legame stabile con l’eredità del fondatore.
Di rilievo, il capitolo legato ai diritti di voto. Dell’Orco, compagno e braccio destro di Armani, ottiene il 40%, mentre alla Fondazione va il 30%. I nipoti Silvana Armani e Andrea Camerana ricevono il 15% ciascuno. A Roberta e Rosanna Armani spettano invece azioni prive di diritto di voto. Una ripartizione che sottolinea come l’azienda resti saldamente radicata alla famiglia e alla Fondazione, ma al tempo stesso valorizza la figura di Dell’Orco, presenza imprescindibile nella vita dello stilista.
Il patrimonio immobiliare
Il testamento comprende anche il patrimonio immobiliare, distribuito con attenzione quasi artigianale. Alla società L’Immobiliare Srl, che gestisce le residenze di Saint Tropez, Antigua, Broni e Pantelleria, Armani assegna la piena proprietà alla sorella Rosanna e ai nipoti, mentre l’usufrutto va ancora a Dell’Orco. Quest’ultimo riceve anche l’usufrutto a vita del palazzo di via Borgonuovo a Milano, cuore della sua esistenza, con la clausola che arredi e opere restino al loro posto.
Altre disposizioni rivelano l’affetto per i familiari e per i luoghi che hanno scandito i suoi giorni: la casa di St. Moritz a Camerana con l’usufrutto a Dell’Orco; un appartamento a New York per quest’ultimo, mentre l’altro viene condiviso con Rosanna e Silvana. Persino a Saint Tropez, Dell’Orco potrà concedere l’uso della piscina e di una casa ad amici cari dello stilista.
Giorgio Armani ha distribuito con generosità anche le sue partecipazioni azionarie in EssilorLuxottica, destinando il 40% a Dell’Orco e il restante 60% alla famiglia. Non ha dimenticato i collaboratori più fedeli, lasciando piccole quote anche a Michele Morselli e ad altri stretti collaboratori.
Infine, un lascito immateriale ma forse il più importante: i principi guida che la Fondazione dovrà rispettare. Integrità, sobrietà, ricerca dell’eccellenza e uno stile essenziale e moderno: valori che hanno definito l’estetica Armani e che continueranno a orientare l’azienda nel futuro.