C’è chi racconta una storia con le parole, chi con la musica, e chi – come Francesco Sorcinelli – affida il racconto a un ago, un filo e un tessuto. Non uno qualunque, ma quello della fede. Stilista marchigiano, sarto liturgico per vocazione più che per mestiere, è lui l’uomo dietro l’essenzialità visiva di Papa Francesco. È lui, con il suo Atelier Lavs, a firmare le vesti più simboliche del pontificato del Papa venuto “dalla fine del mondo”. Un’eleganza sobria, silenziosa, eppure profondissima, che ha saputo narrare lo spirito di un uomo che ha rifiutato le pomposità del passato per restituire centralità al messaggio.
L’uomo dietro la veste: chi è Francesco Sorcinelli
Originario di Mondolfo, ma ormai da anni stabilito a Santarcangelo di Roma, Francesco Sorcinelli è il fondatore dell’Atelier Lavs – Laboratorio Arte Vesti Sacre – e collabora da più di vent’anni con l’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice. Un sodalizio fatto di bellezza, spiritualità e dedizione, nato quasi per caso nel 2001, quando confezionò la veste per un amico sacerdote. Da allora, il suo percorso è stato un crescendo di prestigio e riconoscimenti.
Nel 2007 è stato chiamato a vestire Papa Benedetto XVI, ma è con Papa Francesco che il suo stile ha raggiunto un nuovo equilibrio. Un incontro, anzi più incontri, fatti non tanto di parole ma di visioni condivise. “Non ho avuto vere conversazioni con lui”, ha raccontato Sorcinelli, “solo sguardi, momenti brevi ma intensi. Incontri senza contenuto in apparenza, ma di grande forza”.
La vera sfida è arrivata nel marzo 2013, quando Bergoglio – appena eletto Pontefice – ha espresso la volontà di non indossare i paramenti sacri dei predecessori. Una decisione tanto chiara quanto impegnativa. “Fu una corsa contro il tempo“, ricorda Sorcinelli, che dovette realizzare non solo le sue vesti ma anche quelle di tutto l’entourage papale per la storica Messa d’inizio pontificato.

Sobrietà, simbolo e ricerca: lo stile che racconta Papa Francesco
Vestire un Papa non è questione di tagli o tendenze, ma di racconti. Con il Papa, Sorcinelli ha scelto di parlare il linguaggio del silenzio. “Il nome che aveva scelto, Francesco, mi ha ispirato”, ha raccontato. Ha pensato ad Assisi, ai cicli di affreschi di Giotto, ai colori polverosi, alle linee monastiche, a uno stile medievale dove ogni piega ha un senso, ogni drappo una funzione spirituale.
Per la messa inaugurale del pontificato, le vesti erano monocolore, realizzate con fibre naturali – principalmente lane leggere mescolate a materiali tecnologici per facilitare i drappeggi – con una casula modificata per offrire maggiore libertà nei movimenti. La scelta cromatica e stilistica è stata guidata da un desiderio di essenzialità, in perfetta sintonia con l’identità di Bergoglio. Nulla di eccessivo, nessun ricamo superfluo, solo la bellezza del gesto liturgico tradotto in estetica pura.
Anche negli anni successivi, Francesco ha mantenuto questo equilibrio: “Stilisticamente i paramenti sono rimasti invariati”, ha detto. Ma ogni creazione è stata aggiornata in base agli spostamenti del Papa, alle sue esigenze fisiche, ai contesti celebrativi. Un lavoro sartoriale che è anche psicologico, profondo, rispettoso della persona e del messaggio.
Nel tempo, il “sarto dei Papi” ha accompagnato Papa Francesco anche nei momenti più solenni del suo pontificato. Fino alla fine. Per il rito della santa sepoltura, il Papa è stato vestito con una mitra già presente nel suo guardaroba liturgico: seta bianca bordata d’oro, simbolo di purezza e continuità con la tradizione. Nessuna novità. Nessun lusso di commiato. Solo coerenza.
Atelier Lavs: tra arte sacra e moda senza tempo
Il percorso di Francesco Sorcinelli non si limita al Vaticano. Il suo atelier, fondato nel 2002 dopo gli studi in tessitura storica e arte sacra al Museo del Tessuto di Prato, è oggi un riferimento assoluto per il mondo della liturgia. Dalle diocesi europee agli ordini religiosi come i Benedettini di Subiaco o i Frati Minori Cappuccini, fino alle solenni celebrazioni di città come Assisi, Ravenna e Padova, le sue creazioni vestono la fede in ogni sua forma.
Sorcinelli ha firmato paramenti per delegazioni vaticane in Asia e America Latina, ricevendo nel 2021 il “Premio Arte e Liturgia” del Pontificio Istituto Liturgico. Un riconoscimento per la sua capacità di coniugare innovazione e tradizione, spiritualità e ricerca estetica. Le sue creazioni sono esposte anche in musei: nel 2018, una retrospettiva al Museo Diocesano di Milano ha raccontato la sua storia e la sua arte con un allestimento emozionante.
Dietro ogni vestito liturgico, un messaggio. Dietro ogni taglio, un significato. E nella scelta dei tessuti – dai filati in lana fine agli inserti in materiali moderni – si legge la volontà di unire passato e presente, senza mai perdere di vista il senso profondo di ciò che si indossa.