No, quello che succede alla Festa degli Uomini in Friuli non è goliardia

Donne in ginocchio, bendate, che ,mangiano banane e si trasformano in oggetti sessuali. Questo è ciò che succede alla Festa dell'Uomo e no, non è divertente

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Redazione

DiLei è il magazine femminile di Italiaonline lanciato a febbraio 2013, che parla a tutte le donne con occhi al 100% femminili.

Non c’è un modo semplice per parlare di ciò che accade alla Festa degli Uomini in Friuli. Non ci sono strade facili per liquidare la faccenda, né è possibile passare oltre ridendoci su. Perché no, non c’è proprio nulla da ridere nella gara di “mangiatrici di banane” che ogni anno, il 2 agosto, si svolge a Monteprato di Nimis.

È per questo che in molti e in molte stanno cercando di fermare la “competizione”: perché quello che va in scena è uno spettacolo sessista e sconcertante che nel 2022, alla luce dei tanti e documentati abusi sulle donne, diventa ancor più spaventoso.

La gara di mangiatrici di banane e il suo svolgimento

Sono tantissimi i video in rete che spiegano il funzionamento di questa “gara”. Al pari della classica pesca della mela, il “gioco” prevede che i partecipanti siano bendati e debbano mordere il frutto. Fin qui potrebbe non esserci niente di male, se non fosse che le uniche a partecipare sono le donne, che vengono bendate e messe in ginocchio di fronte a una fila di uomini che reggono ognuno una banana e la fanno passare da un buco posizionato proprio all’altezza del pube.

Il riferimento alla fellatio non di certo velato, così come non sono velate le incitazioni che fanno riferimento non solo al sesso orale ma al godimento in generale, come se la donna in ginocchio fosse né più né meno che un oggetto sessuale destinato a passare da un uomo soddisfatto all’altro. Per di più, il frutto non va solo morso: va consumato interamente, fino alla fine e senza l’uso delle mani, muovendo soltanto la testa.

Perché non è “soltanto” un gioco?

Una parte del pubblico potrebbe dire che si tratta solo di un gioco. Potrebbe, inoltre, sottolineare che le partecipanti sono tutte consapevoli di ciò che fanno, delle regole della gara e del senso (non è neanche definibile come doppio senso, in fondo) che ha. Sì, è vero, ma ciò non toglie che si tratta di una gara profondamente sessista e che incoraggiare questo tipo di comportamenti significa, in qualche modo, diffondere il concetto che l’uomo può fare della donna ciò che vuole.

E ciò che diciamo non è tanto inerente al femminismo, quando a quelli che sono dei veri e propri difetti dell’attuale formae mentis di moltissime persone. Una formae mentis che caldeggia la superiorità maschile e la perpetra in ogni modo, dai meno osservabili fino a quelli “giocosi” (come questo caso) per arrivare allo svilimento più becero. È proprio questo quello che vogliamo?

La raccolta firme e la reazione degli organizzatori

Quest’anno, alle voci delle tante persone che si sono mosse per fermare la gara organizzata all’interno della Festa degli Uomini, si sono aggiunte quella dell’attivista e blogger Elena Tuan e quella di Valentina Moro, facente parte della Commissione Pari Opportunità di Cividale del Friuli. Valentina Moro ha anche avviato una raccolta firme per bloccare la competizione. Gli organizzatori, dal canto loro, sembrano tutto tranne che preoccupati.

Anzi, hanno incoraggiato tutti a “farsi una risata” e a proseguire con i commenti ironici sulla gara. Anche questo dovrebbe far riflettere: è davvero così che viene garantito il rispetto per il genere femminile?