Il Caso Turpin e la dimora degli orrori

Il 14 gennaio del 2018 Jennifer Turpin è riuscita a scappare dalla casa degli orrori e a liberare i suoi fratelli dall'inferno.

Foto di Sabina Petrazzuolo

Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Correva l’anno 2019 quando, dall’altra parte del mondo, il cognome Turpin balzava agli onori della cronaca titolando le prime pagine dei media nazionali e internazionali. David e Louise erano stati arrestati, dichiarati colpevoli di quattordici reati fra i quali crudeltà sui minori, tortura e detenzione illegale.

L’uomo e la donna, che facevano coppia fissa dal lontano 1985, avevano abusato e torturato ripetutamente, e a lungo, 13 persone di sesso ed età differenti. Ma non si trattava di un piano di vendetta, di una regolazione di conti o di una follia riversata nei confronti di sconosciuti no, perché quelle 13 persone erano i loro bambini. Erano i loro figli.

Un’aberrante trama cucita negli anni, quella di David e Louise, che calza alla perfezione con le più temibili pellicole horror prodotte fino a questo momento. Ma magari si trattasse di un film dalla visione soggettiva e vietata ai minori, perché quello che è successo a Perris, in California, è reale. Il caso Turpin, lo è, così come quella dimora degli orrori in cui sono stati costretti a vivere i loro 13 figli.

California: c’era una volta la famiglia Turpin

Classe 1961, David Allen Turpin è un ingegnere informatico. Si laurea presso l’Università Virginia Tech e inizia una carriera di tutto successo nel settore lavorando con grandi aziende del territorio. La sua vita cambia quando, appena ventenne, conosce la sua metà della mela. Si tratta di Louise Anna Robinette, una giovane ragazza della Virginia Occidentale che condivide con lui diversi interessi, primo tra tutti la fede.

Tra i due è amore a prima vista, tanto che nel 1985, nonostante la giovane età, scelgono di sposarsi. David ha 23 anni, mentre Louise solo 16 ma entrambi hanno le idee chiare sul loro futuro: desiderano creare una grande e numerosa famiglia e vogliono realizzarla anche in nome di Dio.

I coniugi Turpin, infatti, condividono l’adesione al movimento pentecostale e sono fedeli al Quiverfull, una posizione teologica cristiana che vede nella procreazione, e nelle famiglie numerose, la volontà di Dio. Rifiutano, quindi, ogni posizione relativa al controllo delle nascite, alla pianificazione dei figli e, ovviamente, all’aborto.

Dopo il matrimonio, David e Louise si trasferiscono in Texas, a Fort Worth e nella loro casa danno alla luce il primogenito. Dal 1988, e fino al 2015, la coppia mette al mondo 13 bambini, dieci femmine e tre maschi.

Nel 1999, i Turpin vanno a vivere nella città di Rio Vista, e lì restano prima di trasferire l’intera famiglia a Perris, una cittadina nella Contea di Riverside in California. Socializzano, David e Louise, con i vicini e con la comunità, ma lo stesso non fanno i loro bambini.

Sono proprio mamma e papà a raccontare agli amici che i loro figli sono introversi e parlano poco. Nessuno può immaginare l’inferno che sono costretti a vivere tra le mura di casa, proprio quelle che dovrebbero proteggerli.

Nel 2007, però, i piccoli Turpin non si vedono più in giro, almeno non in casa. Con mamma e papà restano solo i due neonati, mentre il resto dei figli viene mandato a vivere in una roulotte situata in una zona isolata non lontana dall’abitazione di famiglia.

Nessuno lo sa, ma quegli 11 bambini sono costretti a vivere in una situazione davvero drammatica. Mamma e papà concedono loro una sola spesa a settimana, ma questa non basta per sfamare tutti. Inoltre le piccole dimensioni dell’abitacolo, così come l’incapacità di saper badare a se stessi, porta i figli dei Turpin a vivere in condizioni di estremo disagio. Nella roulotte, trovata dai vicini qualche anno dopo, sono presenti animali morti, feci sparse ovunque e cumuli di immondizia.

Nessuno si preoccupa troppo dell’assenza dei figli dei Turpin, del resto sono considerati dei bambini poco avvezzi alla socializzazione. E bastano quelle poche fotografie pubblicate sui social network, da mamma e papà, per dare la sensazione che, nonostante tutto, la famiglia sia unita e felice. Immagini, quelle, che tranquillizzano anche le zie materne, anche se di fatto hanno pochissimi rapporti con i loro nipoti.

Jordan Turpin
Fonte: Getty Images
Jordan Turpin

La casa degli orrori e la fuga

Nessuno immagina cosa succede davvero nella casa dei Turpin, e in quella roulotte parcheggiata poco distante. Gli unici a conoscere la drammatica verità, e a sperimentarla sulla loro pelle, sono proprio i 13 bambini. Tocca a loro, quindi, trovare una via di fuga dall’inferno scatenato e perpetuato da chi li ha messi al mondo.

Sono i più grandi a pensare a delle strategie di fuga una volta lasciata Rio Vista e raggiunta la città di Perris, lo fanno per due anni. Fino a quando scoprono che i genitori hanno intenzione di trasferirsi in Oklahoma. Il 14 gennaio del 2018 Jordan Turpin decide che è il momento di agire. La ragazza, che ha 17 anni, fugge dalla casa degli orrori, supportata da sua sorella Jennifer, attraverso la finestra e porta con sé un cellulare. Una volta lontana dalla dimora, e dai suoi genitori, chiama la polizia ed è allora che tutto viene svelato.

Jordan racconta di come, da sempre, David e Louise li maltrattano, li torturano e abusano di loro, fisicamente e mentalmente. Prova a descrivere le condizioni in cui vive insieme ai fratelli, ma è solo quando la polizia giungerà sul posto che verrà compresa la reale gravità dei fatti.

Quella sera stessa le autorità della Contea di Riverside si recano nella casa dei Turpin con la scusa di un controllo di routine. Quello che trovano è raccapricciante: ci sono rifiuti ovunque, cibi ammuffiti e carcasse di animali domestici. Ma soprattutto ci sono i bambini, alcuni dei quali sono incatenati al letto. Sono malnutriti e sporchi, e i loro fragili corpi sono puntellati da lividi e ferite.

Sono stati torturati, abusati e maltrattati per tutta la vita. La testimonianza di quello che hanno vissuto, all’ombra delle fotografie pubblicare sui social network, è tutta in quei diari che gli agenti trovano durante il sopralluogo.

L’arresto, la condanna e la libertà

Cosa sia davvero accaduto a quei bambini, in quei lunghi anni di prigionia, è stato svelato subito dopo l’arresto di David e Louise. I Turpin hanno torturato i loro figli, gli davano da mangiare una volta al giorno e gli concedevano di lavarsi solo qualche volta all’anno. Li picchiavano, li incatenavano e li torturavano. Inoltre negavano loro l’accesso all’istruzione.

I coniugi sono stati arrestati e dichiarati colpevoli di quattordici reati, tra cui crudeltà su maggiorenni e minorenni, tortura e detenzione illegale. Nel 2019 sono stati condannati all’ergastolo.

I tredici figli, invece, sono stati prima affidati alle cure di diversi ospedali del territorio per poi essere dati in adozione a diverse famiglie. L’inserimento, per qualcuno di loro, è stato più difficile a causa della lunga denutrizione e della mancanza di istruzione. Jennifer e Jordan Turpin, le due sorelle che avevano organizzato il piano di fuga, sono state ospiti di diverse trasmissioni televisive in questi anni: a loro il compito di testimoniare il dramma che hanno vissuto sulla loro pelle.

Jordan e Jennifer Turpin
Fonte: Getty Images
Jordan e Jennifer Turpin