Sharenting: la proposta di legge che vuole limitare le foto dei figli online

In Francia si sta pensando di rendere meno semplice la condivisione da parte dei genitori di foto e immagini sui social dei figli

Pezzi di cuore. I figli sono stati definiti in tante maniere, ma forse è questa quella che rispecchia meglio cosa rappresentano per i genitori, una parte importantissima di loro. Essere madre o padre rappresenta una grande sfida, dal primo giorno si accompagna un altro essere umano fino all’età adulta, un viaggio pieno di gioie, risate, soddisfazioni.

Ci sono genitori che amano esprimere il loro orgoglio con un’abitudine che, grazie ai social, è diventata sempre più popolare, lo sharenting. La parola è la fusione tra il verbo “to share” (condividere) e parenting (essere genitori): questa tendenza consiste appunto nel pubblicare online foto e immagini dei propri figli. In alcune parti del mondo è diventata persino l’oggetto di una proposta di legge.

Il 40% dei genitori pubblica foto o video dei propri figli.

La proposta di legge francese sullo sharenting

In Francia si sta pensando seriamente di limitare lo sharenting, una iniziativa voluta con forza dal deputato Bruno Studer. L’idea è venuta in mente dopo aver letto in un rapporto ufficiale come ogni bambino oggi appaia in media in 1300 fotografie pubblicate online prima che compia 13 anni.

Si tratta di scatti che immortalano i più piccoli in vacanza, a scuola oppure mentre praticano sport, per non parlare dei video. In Francia, poi, quasi la metà dei genitori ha condiviso contenuti riguardanti i figli fin dalla nascita secondo i dati diffusi dall’Osservatorio sulla Genitorialità e l’Educazione.

Lo stesso discorso vale per gli altri paesi occidentali, con percentuali non molto diverse. In base a quanto si legge nella proposta, la vita privata dei minori è seriamente a rischio a causa dello sharenting. Non si tratta soltanto di una questione di privacy, ma dei pericoli che si corrono dal punto di vista pedopornografico perché queste foto sono praticamente accessibili a tutti, senza alcun impedimento. A peggiorare la situazione c’è il fatto, secondo la legge, che i bambini sono visibili ovunque ma non per una loro scelta.

Lo sharenting e le insidie del web

La proposta di Studer ha un obiettivo ben preciso, sensibilizzare e informare su un fenomeno di cui si è cominciato a parlare realmente soltanto da qualche anno e che sembra in continua crescita. Lo sharenting è un’abitudine tipica delle celebrità che in questo modo riescono a rimanere al centro dell’attenzione condividendo con i loro fan attimi di vita privata.

Il 50% delle immagini scambiate sui forum di pedopornografia sono state inizialmente diffuse online dai genitori.

Nel caso delle persone comuni, invece, subentra l’orgoglio: un like o un cuoricino a una foto sui social rende felici questi genitori, anche se il gradimento riscontrato rischia di far ripetere di continuo la condivisione. È ovvio che ogni genitore decide come meglio crede qual è l’educazione da impartire ai figli e soprattutto come gestire la loro immagine. Nel caso dello sharenting, però, può diventare un’occasione di rinsaldare i rapporti tra madre, padre e figli, a patto che venga gestito in maniera attenta.

La sicurezza deve venire sempre prima della condivisione: non tutte le immagini possono essere mostrate online. In fondo non va dimenticato che il web è un mondo pieno di opportunità ma anche di insidie e i primi a rimanere coinvolti sono spesso i più piccoli. La rete può essere un posto bellissimo soltanto conoscendone i limiti.