Il miracolo di Casa Speranza: l’anatra che diventò gli occhi del cane

Casa Speranza è un rifugio che soccorre animali vittime di incidenti o maltrattamenti, curandoli e cercando per loro un'adozione del cuore

Foto di Irene Vella

Irene Vella

Giornalista, Storyteller, Writer e Speaker

Scrive da sempre, raccogli emozioni e le trasforma in storie. Ha collaborato con ogni tipo di giornale. Ha fatto l'inviata per tutte le reti nazionali. È la giornalista che sussurra alle pasticcerie e alla primavera.

Pubblicato: 26 Febbraio 2025 10:44

Il primo post di Casa Speranza mi è capitato per caso, suggerito dall’algoritmo di Instagram, era un video, c’era una ragazza, che poi ho scoperto chiamarsi Paola, che chiedeva aiuto e condivisione per un cucciolone di alano tornato indietro dopo una rinuncia di adozione. Le sue parole erano così accorate che mi sono fermata a scorrere il suo profilo e così mi si è aperto un mondo, quello di Casa Speranza, un rifugio che ha come mission il recupero di animali (cani e gatti principalmente) in difficoltà, vittime di maltrattamenti e abbandoni, per donare loro la possibilità di una vita migliore, e dopo aver letto e fatto il pieno di amore ho deciso di raccontare la loro storia, perché questi ragazzi se lo meritano davvero.

Casa Speranza
Fonte: Casa Speranza
Paola e i piccoli amici di Casa Speranza

Paola raccontami come e quando nasce Casa Speranza, qual è la vostra missione?
Casa Speranza nasce dal desiderio di dare una casa a tutti quegli animali che vengono definiti “senza speranza”. Creata circa sette anni fa, porta questo nome perché la prima gattina che mi ha spinto a creare questa struttura era una micina disabile abbandonata in campagna da una signora con queste testuali parole: “L’ho buttata lì perché non aveva speranza”. Le chiesi di andare a recuperarla e di portarmela; quando è arrivata aveva solo sei mesi, era uno scricciolo con degli occhi enormi, con i quali trasmetteva una grandissima voglia di vivere. Per questo l’ho chiamata Speranza, da lì è nata l’idea di creare un posto dove gli animali come lei potessero trovare riparo, amore, cure, affetto, tutto quello che potesse dare loro una possibilità.

La storia di Pippo e Pluto è una meravigliosa storia a lieto fine: ce la racconti?
La storia di Pippo e Pluto è una storia che è iniziata in modo triste, ma che è finita in maniera molto felice. Ci hanno chiamati il giorno dell’allerta meteo rossa a Catania, perché avevano abbandonato durante la notte due cuccioli al porto, siamo corsi subito lì, abbiamo avuto qualche difficoltà per entrare, ma poi siamo riusciti a farci autorizzare. Loro erano in una parte che si stava allagando ed erano abbracciati sotto una pianta come se si volessero riparare, erano ghiacciati, tutti bagnati, piccolissimi, avranno avuto al massimo due mesi. Li abbiamo accolti, asciugati, curati, abbiamo dato il vermifugo, l’antiparassitario, fatti i vaccini e fortunatamente abbiamo trovato una famiglia che ha deciso di prenderli insieme, sono partiti la settimana scorsa e sono arrivati a Treviso. Sono stati adottati da una famiglia dolcissima con uno spazio esterno gigante, con tantissimo amore da dare. Avevano già una cagnolina e loro si sono trovati benissimo da subito con lei, che li ha accolti come figli, siamo molto contenti perché potranno crescere e giocare sempre vicini, ed è la cosa più bella perché potranno passare il resto della loro vita esattamente che li abbiano trovati: abbracciati, insieme.

Perché l’essere umano è così crudele, vi siete mai dati una risposta?
Me lo chiedo quasi ogni giorno, perché abbiamo visto veramente di tutto, da animali picchiati, a cui sono state rotte le gambe ad animali abbandonati in maniere brutali. Io credo che l’unica risposta a questa domanda è che c’è un’enorme mancanza di empatia e anche di cultura, perché chi fa un gesto del genere ha qualcosa che non va già dentro. Dico sempre che il karma pensa a tutto, dal momento che chi fa un gesto del genere non può che avere una vita mostruosa perché la cattiveria ti mangia da dentro.

Quanti animali avete salvato nel corso degli anni?
Non so esattamente quanti animali siamo riusciti a recuperare, ma so per certo di averne fatti adottare più di 1500. Ho perso il conto negli anni, mi sono da sempre dedicata a quelli un po’ più deboli, quelli con degli handicap. Ho iniziato con gattini che erano ciechi, sordi, o senza una gamba, mi sono sempre affezionata a quelli che, almeno sulla carta, venivano considerati casi quasi persi, ma che invece, secondo me, sono sempre stati quelli con una marcia in più, perché di solito sono quelli che hanno delle qualità inimmaginabili, riescono ad entrarti nell’anima.

C’è una storia che vi è rimasta nel cuore?
La storia che mi è rimasta di più nel cuore è quella di un cagnolone che ho recuperato l’anno scorso, quando avevo portato mia figlia in gita con la scuola  al castagno dei cento cavalli. Siccome ci voleva troppo tempo a tornare a casa e poi tornare a prenderla, mi sono detta faccio una passeggiata da queste parti. Ho visto un posto bellissimo dove c’erano dei castagni, la luce trapelava, il prato veniva illuminato tutto sotto, ho detto ‘ok mi fermo qui’. Appena abbiamo posteggiato la macchina, sotto uno di questi alberi c’era un cane, sembrava vecchissimo, era cieco, aveva gli occhi totalmente appannati, pieni di muco, il pelo molto rovinato come se stesse cadendo, quando mi sono avvicinata lui ha tentato la fuga zoppicando. L’ho guardato negli occhi cercando di rassicurarlo, ho detto ad alta voce ‘aspetta un attimo ti voglio aiutare’ e lui come se avesse capito si è fermato, si è seduto. L’ho preso in braccio e l’ho portato fino alla macchina, da lì lo abbiamo portato a Catania e subito dai nostri veterinari perché era in condizioni veramente terribili, era magrissimo. Abbiamo scoperto che era affetto da leishmaniosi, aveva un femore rotto e dalla radiografia successiva abbiamo visto che aveva tantissimi pallini nel corpo perché gli avevano sparato ripetutamente. Dopo tanti mesi di cure in cui abbiamo cercato di coccolarlo in ogni maniera per farlo riprendere a livello psicologico (tendeva a stare costantemente seduto e triste) è arrivato il miracolo: il pelo è cresciuto tantissimo, gli occhi sono migliorati, è diventato ipovedente, ed ha iniziato ad essere felice. In tutto il periodo di degenza, siccome aveva delle malattie infettive, era dovuto stare in isolamento, allora abbiamo deciso di mettergli vicino un’anatra, sola anche lei, ed è successo quello che nessuno di noi si aspettava: i due hanno fatto amicizia, diventando inseparabili. L’anatra era convinta che Castagno fosse suo padre, lui ha pensato che lei fosse i suoi occhi. La seguiva, e non vedendo si orientava con lei, quando è arrivata la sua richiesta di adozione io ho valutato ogni punto possibile alla fine ho chiesto alla sua futura mamma: “Senti avrei un’ultima domanda, lui ha come migliore amico un’anatra per caso adotteresti anche lei così da farli stare insieme?'” e lei mi ha risposto: “Non sarà un’anatra a fermarmi dal voler adottare questo meraviglioso cane”. E così sono partiti in coppia accompagnati dalle nostre lacrime perché dopo tanti mesi ci eravamo affezionati veramente tantissimo a lui, adesso vivono insieme a Roma sono felici, sereni hanno una bellissima famiglia, trovando il loro posto nel mondo e il lieto fine.

Casa Speranza
Fonte: Casa Speranza
Yellow e Castagno a Casa Speranza

Cosa si può fare per aiutarvi?
Ci sono molti modi, dal più semplice che è condividere i nostri post sui social per aiutare i nostri pelosi a trovare famiglia o spedendo cibo; abbiamo una lista Amazon dove è possibile acquistare e farci arrivare quello di cui abbiamo bisogno, le pappe preferite dei nostri animali oppure ancora facendo una donazione alla nostra associazione o donando il 5 per 1000.

La regione vi sta aiutando? O solo i volontari?
No, né la regione né nessun altro ente pubblico ci aiuta al momento. La nostra struttura va avanti solo e unicamente grazie ai nostri sostenitori, alle persone che ci vogliono bene e che ci aiutano ad affrontare tutte le emergenze e a salvare tutte le vite che arrivano da noi.

Perché al sud il randagismo e l’abbandono sono una piaga così enorme?
Il randagismo al sud è così esteso secondo me perché non è stata fatta una grande opera di sterilizzazione, questa è la cosa fondamentale, infatti noi abbiamo un progetto di sterilizzazioni gratuite (che paghiamo noi) per gli animali di strada, ma il problema principale è legato all’abbandono perché per quanto si possa provare a sterilizzarli tutti, ogni giorno ne spuntano di nuovi ed il ciclo ricomincia. Tutto questo purtroppo accade a causa di una mancanza di cultura dell’amore per gli animali, della cura per gli animali. In Sicilia ci sono tantissimi rifugi strapieni di cani o gatti che avrebbero bisogno di una casa, eppure c’è ancora tanta gente che li compra perché li vuole di razza (e poi magari arrivano in canile per rinuncia di proprietà). Bisognerebbe sensibilizzare molto di più la comunità iniziando dai più piccoli per far sì che in futuro questo problema si risolva o perlomeno si argini.

Un augurio e una speranza che vi fate per questo 2025?
Sicuramente trovare per questi splendidi animali, considerati gli ultimi, quelli senza speranza, delle famiglie adottive pronte a dare e a ricevere tutto l’amore possibile. Una famiglia che possa far loro dimenticare il male subito dagli uomini, perché tutti ci meritiamo una seconda possibilità nella vita, e questi piccolini, forse, se lo meritano più di tutti.