Solo il buio, Maria Elisa Gualandris: “Tra Verbania e il Bataclan, un clima di paura e sospetto”

Maria Elisa Gualandris ci racconta il suo ultimo giallo, "Solo il buio", edito da Morellini: "Non proprio una storia vera, ma ispirata a fatti di cronaca"

Foto di Federica Cislaghi

Federica Cislaghi

Royal e Lifestyle Specialist

Dopo il dottorato in filosofia, decide di fare della scrittura una professione. Si specializza così nel raccontare la cronaca rosa, i vizi e le virtù dei Reali, i segreti del mondo dello spettacolo e della televisione.

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La paura “dell’altro”, l’integrazione, il desiderio di libertà e l’amicizia tra donne sono gli ingredienti principali di Solo il buio, l’ultimo giallo di Maria Elisa Gualandris, edito da Morellini ed. nella collana GialloNero. Un libro da leggere tutto d’un fiato, subito dopo la pausa estiva.

La trama è di quelle che non lasciano respiro, ripercorrendo anche eventi vicini a noi, come l’attentato al Bataclan.

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Lago Maggiore, Verbania, giorni nostri – In un antico lavatoio ormai in disuso viene trovato il corpo della giovane Jasmine Faizal, diciassettenne marocchina da anni residente in Italia con la famiglia. A indagare è Rosa Spini, giovane magistrata determinata a scoprire la verità. Ma il caso riapre una ferita profonda: la morte della sua migliore amica, Chiara, negli attentati di Parigi del 13 novembre 2015. Mentre l’indagine prende piede, il clamore mediatico travolge Rosa, mettendo a nudo il suo passato e facendola finire sotto accusa.

Affiancata dalla medica legale Barbara e dal giornalista Berna, Rosa non si lascia intimidire. Mentre cerca di svelare la verità, si addentra sempre più in una rete di menzogne e segreti, dove nulla è come sembra. Rosa dovrà confrontarsi non solo con i propri demoni interiori, ma anche con le complesse dinamiche di una comunità lacerata dalla paura e dal pregiudizio.

Giornalista e scrittrice, noi abbiamo chiesto a Maria Elisa Gualandris di raccontarci il suo giallo, Solo il buio, e di presentarci la sua protagonista, la magistrata Rosa Spini.

Partiamo dal tuo ultimo libro Solo il buio. Nei tuoi romanzi le donne sono spesso protagoniste. Ci racconti qualcosa della magistrata Rosa Spini?
Rosa è una giovane magistrata al suo primo incarico come pubblico ministero a Verbania. È originaria di Milano, ma ha deciso di ricominciare in provincia dopo aver vissuto un grave trauma: era a Parigi la notte del 13 novembre 2015, durante gli attentati al Bataclan, e lì ha perso la sua migliore amica. Sopravvivere a quell’esperienza l’ha segnata profondamente, tra senso di colpa e disturbi post-traumatici. A Verbania si trova subito davanti a un caso delicato: l’omicidio di una ragazza marocchina, che riapre le sue ferite legate al terrorismo e la mette a confronto con i propri pregiudizi.

Quindi ti sei ispirata a fatti reali per costruire la trama del tuo libro?
Non a una vicenda vera e propria, ma a diversi fatti di cronaca. Oltre agli attentati di Parigi, ho guardato al caso di Saman Abbas e ad alcune indagini legate all’Isis che toccarono anche il Lago Maggiore. Volevo restituire quell’atmosfera, quel clima di paura e sospetto.

Come nascono i tuoi romanzi? Parti dalla trama o dai personaggi?
Per me nascono prima i personaggi. Rosa è arrivata così, e da lei è scaturito tutto il resto. Spesso immagino prima la scena del ritrovamento di un corpo: da lì si sviluppa la storia. Certo, preparo una scaletta, ma poi in fase di scrittura tutto può cambiare.

E la tua passione per i gialli da dove viene?
Leggo tantissimo fin da piccola, di tutti i generi. I gialli mi hanno sempre affascinata: l’indagine, il mistero, la scoperta del colpevole. Inoltre il genere permette di affrontare temi sociali e psicologici, non solo la trama investigativa.

Quali sono i tuoi scrittori preferiti?
Agatha Christie è stata la mia porta d’ingresso al giallo. Ma un libro che mi ha davvero segnata è Delitto e castigo di Dostoevskij. Amo anche i gialli nordici, come la saga Millennium di Stieg Larsson, e diversi autori italiani contemporanei: Lucarelli, Dazieri e molti altri.

Oltre alla letteratura, segui anche serie TV o fiction?
Sì, guardo tante serie, soprattutto negli ultimi anni.

Stai già lavorando a un nuovo romanzo?
Sto pensando a un seguito per Rosa, ma è ancora tutto in fase embrionale.

Ti piacerebbe sperimentare altri generi letterari?
Sì, mi affascina l’idea di scrivere un romanzo di narrativa classica. Però per ora mi viene sempre in mente un delitto [ride ndr].

Tu sei anche giornalista: la scrittura narrativa è arrivata prima o dopo?
Molto dopo. Scrivo narrativa da circa cinque anni, mentre il giornalismo è iniziato molto prima. La narrativa nasce dalla mia passione per la lettura, più che dal giornalismo in sé.

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