Simone de Beauvoir e Jean-Paul Sartre: la storia di un amore libero e rivoluzionario

Simone e Jean-Paul non si promisero amore eterno, né fedeltà assoluta. Ma rispetto reciproco e libertà, la stessa che li ha uniti nella vita e nella morte

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Tutto quello che sappiamo sull’amore, oggi, è frutto di esperienze personali che si sovrappongono alle storie che gli altri ci hanno raccontato sin da bambine, alle favole che ci hanno incantato e a quei lieto fine che non sono mai arrivati. Ma prima era diverso, prima erano gli altri che costruivano le nostre storie, che ce le imponevano alla stregua di un modello standardizzato e preconfezionato dalla società.

Perché prima le donne erano destinate a quello. A diventare delle mogli perfette e delle madri impeccabili. Qualsiasi altra scelta, diversa da questa, non gli avrebbe consentito un posto nella società e, anzi, le avrebbe automaticamente escluse. Così tutte si arrendevano a quelle regole tacite, e se la fortuna era dalla loro parte, potevano davvero trovare un brav’uomo che gli garantisse un matrimonio felice.

Era così per tutte, tranne che per Simone de Beauvoir. Lei sì che era diversa, così come era diverso, incomprensibile e rivoluzionario il suo amore per Jean-Paul Sartre. Questa è la loro storia.

C’era una volta una favola contemporanea

È una favola contemporanea e ante litteram quella che ha visto protagonista l’unione tra la femminista Simone de Beauvoir e il filosofo Jean-Paul Sartre. Un rapporto non convenzionale, libero e straordinario, quasi scandaloso per i benpensanti dell’epoca e ancora oggi incomprensibile per chi ha fatto dell’amore romantico una ragione di vita.

Lei, scrittrice, saggista e filosofa, la madre del femminismo. Lui scrittore esistenzialista e filosofo. Due menti grandissime e intelligenti che sapevano fondersi e distaccarsi, che sapevano stare l’uno nella vita dell’altra pur mantenendo l’autonomia e l’indipendenza personale.

Spesso erano avvistati insieme e quando erano lontani si lasciavano cullare dalle dolci parole scambiate in quei racconti epistolari. Camminavano uno al fianco dell’altro, mai un passo indietro, mai un passo avanti.

Nessuno dei due protagonisti di questa favola contemporanea ed emancipata ha bisogno di presentazioni. Simone de Beauvoir, nata a Parigi, ha teorizzato il femminismo rivendicando l’emancipazione e la parità dei diritti affinché le donne non vivessero più in una situazione di subordinazione nei confronti della controparte maschile. Jean-Paul Sartre, anche lui di origini parigine, è stato eletto il più importante rappresentante dell’esistenzialismo e le sue opere letterarie e filosofiche sono state lette in tutto il mondo.

Il primo incontro tra i due avvenne durante gli anni di studio a La Sorbonne Université. Entrambi di buona famiglia, e frequentatori assidui della Facoltà di Filosofia, scoprirono presto di avere tantissimi interessi in comune. Era il 1929 quando i due si ritrovarono a parlare tra i corridoi della facoltà, da quel momento non smetteranno mai di farlo.

Entrambi vogliono essere protagonisti della loro vita, vogliono emanciparsi da quelle regole che appartengono alla classe borghese in cui sono nati e cresciuti. La loro amicizia è gentile, ma intensa e profonda esattamente come loro. Ed è proprio quella complicità che, con il tempo, si trasforma in amore.

Il fidanzamento non fu mai ufficializzato per scelta: Simone de Beauvoir e Jean-Paul Sartre non avevano bisogno di etichettare quel rapporto, non sentivano la necessità di dichiararsi fidanzati per esserlo davvero. Era la presenza reciproca che li teneva uniti, e quella bastava.

La passione, l’attrazione mentale e quella complicità durata poi tutta la vita, invece, erano evidenti in quei fiumi di parole che scorrevano tra le lettere scambiate tra i due. Fu Sartre ha inaugurare questo scambio epistolare con una dichiarazione d’amore nel mese di ottobre del 1939.

Simone de Beauvoir e Jean-Paul Sartre
Fonte: Getty Images
Simone de Beauvoir e Jean-Paul Sartre

Gli anni della guerra e l’amore libero

Ma tutti i protagonisti delle favole, a un certo punto, devono fare i conti con i draghi malvagi, gli stregoni cattivi e gli ostacoli. Quello di Simone de Beauvoir e Jean-Paul Sartre portava il nome di Seconda Guerra Mondiale.

Proprio nel pieno del loro amore, infatti, il filosofo fu chiamato alle armi e inviato al fronte allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Fu quello, probabilmente, l’unico periodo di separazione tra i due. Jean-Paul Sartre fu fatto prigioniero dai tedeschi, eppure non passò un solo giorno in cui il suo pensiero non era rivolto alla sua amata.

Era lei a dargli forza, la “Cosa più importante della mia vita“, come la chiamava lui. E lei rispondeva, dolcemente e pazientemente, altre volte in maniera rassicurante. Attendeva la fine della guerra come un bambino aspetta il giorno di Natale, attendeva il suo Jean-Paul “Perché in tutto il mondo solo tu conti per me“.

Le lettere d’amore dei due sono la più preziosa testimonianza di quel legame che durò per tutta la vita. Un rapporto che in molti cercarono di indagare, ma che non tutti riuscirono a comprendere. Una volta scappato dalla prigionia tedesca, infatti, Jean-Paul e Simone si riunirono ma non si sposarono mai, né scelsero di andare a vivere insieme. Al contrario, invece, mantennero la loro indipendenza, anche se si vedevano ogni giorno, anche se amavano condividere le giornate, le idee e i pensieri.

Trascorrevano molto tempo al Café de Flore nel quartiere di Boulevard Saint-Germain, lì dove si riunivano gli altri intellettuali del tempo, sempre lì dove Sartre si incontrava con gli altri membri della Resistenza francese. Non si presentavano come coppia, come amici e fidanzati. Semplicemente come Simone de Beauvoir e Jean-Paul Sartre. Perché erano loro e questo bastava.

E vissero felici e liberi

Furono in molti a mettere in dubbio la relazione tra Simone e Jean-Paul, senza mai riuscirvi veramente. L’unica alternativa, per comprendere quel rapporto a quei tempi, era quella di considerare i due dei semplici amici. Eppure dall’intensità delle lettere e dai racconti reciproci era evidente che la loro non era solo un’attrazione mentale, ma anche fisica e totale.

La verità, semplicemente, è che quello tra Simone de Beauvoir e Jean Paul Sartre era un amore libero e rivoluzionario. Un legame che sapeva andare al di là delle convenzioni, delle regole imposte dalla società, dei pregiudizi e degli stereotipi che ancora oggi ci appartengono.

Rimasero insieme, uno al fianco dell’altro, per ben cinquantaquattro anni. Non si promisero amore eterno, né tantomeno una fedeltà assoluta come dimostrano le altre relazioni contemporanee al loro amore, ma fondarono il loro rapporto sul rispetto reciproco e una libertà assoluta. Quella stessa libertà che gli ha permesso di volare ad ali spiegate verso le loro carriere culturali, che li ha sorretti nei momenti di difficoltà.

Una libertà che li ha uniti per tutta la vita e anche oltre. Simone de Beauvoir e Jean Paul Sartre sono ancora insieme oggi come ieri. I loro corpi riposano eternamente, uno al fianco dell’altro, nel cimitero di Montparnasse a Parigi dove sono liberi e felici per l’eternità.

Simone de Beauvoir e Jean-Paul Sartre
Fonte: Getty Images
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