Un amore immenso a “eterna vista”, è quello fra Roberto Benigni e Nicoletta Braschi. Un sentimento più forte del tempo, delle paure e di un mondo, quello dello spettacolo, che spesso mette a dura prova le coppie, portandole inevitabilmente a dividersi. Ma questo non è accaduto a loro: regista e attrice, marito e moglie, artista e musa ispiratrice. Un legame indissolubile (e inossidabile) che entrambi hanno protetto e coltivato, lontano dai riflettori e dal clamore, diventando invincibili.
Roberto Benigni e Nicoletta Braschi: il primo incontro
“C’è stato un prima e un dopo di lei”, racconterà Benigni anni dopo parlando del loro primo incontro. Sono gli anni ’80 quando una giovanissima Nicoletta Braschi si trasferisce nella capitale per iscriversi all’Accademia di Arte drammatica. È qui, a Roma, che conosce Roberto grazie ad amici in comune. Entrambi sono appassionati di recitazione, ma anche curiosi di scoprire la vita e raccontarla attraverso l’arte.
Hanno tanti interessi in comune e forse sono proprio quelli, con l’aiuto del destino, a far scoccare la scintilla. Sì, il loro è un colpo di fulmine che li porta ad avere un’intesa magica. Non solo fisica, ma anche e soprattutto intellettuale o, come direbbe Benigni, “metafisica”. “Veniva a prendermi all’Accademia e andavamo al cinema quasi tutti i giorni; quando si riusciva anche a teatro. Ci passavamo i libri”, racconterà lei tempo dopo, ricordando i primi anni insieme.
Benigni non ha dubbi: capisce subito di aver incontrato la sua metà, la donna giusta che lo renderà completo. Non si sbaglia: dal primo incontro i due non si separeranno più.
Nel 1983 recitano insieme in Tu mi turbi, torneranno ad affiancarsi in tanti altri capolavori, da Il mostro a La vita è bella. È Nicoletta ad avere l’idea di produrre i film dell’attore e, un successo dopo l’altro, lui non dimentica mai di ringraziarla. “Mi ha dato verità. Mentre volavo, mi ha riportato con i piedi per terra” – dirà – “E io non riesco a immaginare un altro volto, un’altra presenza, un altro respiro che non sia lei. Per me è una benedizione. Lo è stata davvero”.
Il 26 dicembre del 1991 i due non hanno più dubbi. Scelgono di promettersi amore eterno, lo fanno in un convento di clausura a Cesena davanti a pochissimi invitati, ma quelli bastano a testimoniare un amore immenso.
L’amore e la misura del tempo
Sono insieme. A casa, sul set e agli eventi mondani. E quando i premi arrivano, sempre più prestigiosi, Roberto Benigni non resta da solo sotto le luci dei riflettori, anzi. Lui fa un passo indietro e lascia spazio alla Braschi. Moglie, amica, amante, musa ispiratrice e sostegno: il suo “tutto” a cui non ha paura di dedicare parole d’amore struggenti ed emozionanti. Le più belle a Venezia, nel 2021, dove ha ricevuto il Leone d’oro alla carriera.
“È tuo – ha detto alla moglie alzando il premio – “Ti appartiene, lo dedicherai tu a chi vorrai. Abbiamo fatto tutto insieme per 40 anni, produzione, interpretazioni, ideazioni dei film. Quanti film abbiamo fatto? Come si fa a misurare il tempo in film? Io conosco solo una maniera di misurare il tempo, con o senza di te. Ce lo possiamo dividere questo Leone, io mi prendo la coda e a te lascio le ali. Se qualche volta nel lavoro che ho fatto qualcosa ha preso il volo è grazie a te, al tuo talento, al tuo mistero, al tuo fascino, alla tua bellezza, al tuo talento di attrice, alla tua femminilità. […] Se qualcosa di buono l’ho fatto nella mia vita è stato sempre attraversato dalla tua luce. La prima volta che ti ho conosciuto emanavi talmente tanta luce che ho pensato che Nostro Signore avesse voluto adornare il cielo di un altro sole. È stato proprio un amore a prima vista, anzi a ultima vista, anzi a eterna vista”.