Mary Edwards Walker: l’unica donna che ha ricevuto la medaglia d’onore

Una pioniera audace nel campo della medicina, un'attivista che ha sfidato le convenzioni per aprire nuove strade nella lotta per l'emancipazione femminile

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Sonia Surico

Content Editor e Storyteller

Laureata in Scienze della Comunicazione e con un Master in Seo Copywriting. Per lei, scrivere è un viaggio che unisce emozioni e conoscenza.

Pubblicato: 8 Ottobre 2023 14:06

Le battaglie per l’emancipazione femminile sono una testimonianza straordinaria della forza, della determinazione e della resilienza delle donne nel corso dei secoli. Da ogni angolo del mondo, queste hanno sfidato lo status quo, combattendo per la libertà, affrontato discriminazioni, pregiudizi e stereotipi, sacrificando completamente sé stesse per aprire le porte a un futuro più giusto.

Sono le eroine che hanno scosso le coscienze e hanno spinto il mondo verso un cambiamento radicale. Oggi vogliamo raccontare la storia di una di loro, la donna chirurgo che si è volontariamente arruolata nell’esercito degli Stati Uniti, e la prima ad essere insignita della medaglia d’onore: Mary Edwards Walker.

Il suo spirito audace e la sua determinazione l’hanno resa molto più di una semplice pioniera. Era una combattente coraggiosa, che ha sfidato gli stereotipi di genere e si è distinta per le sue abilità mediche straordinarie. Ha dimostrato il suo valore sul campo di battaglia, curando i feriti e salvando vite umane senza esitazione.

Chi era Mary Edwards Walker

Mary Edwards Walker nasce il 26 novembre 1832 a Oswego, New York. Sin dalla giovane età, ha la fortuna di crescere in una famiglia che incoraggia il pensiero critico e sfida le convenzioni sociali dell’epoca. I suoi genitori, Alvah e Vesta Whitcomb Walker, sono attivisti abolizionisti e le trasmettono una forte consapevolezza dei diritti umani e del senso di giustizia.

Fin da piccola, Mary si distingue per la sua personalità indomita e la sua determinazione nel capovolgere i rigidi standard imposti alle donne in quel periodo. In un’epoca in cui dominano i corsetti stretti e le gonne ingombranti, Mary sceglie invece i pantaloni, una scelta coraggiosa e rivoluzionaria, simbolo della sua ribellione contro le aspettative sociali.

Nonostante le scuole di medicina non ammettessero donne, considerando questa professione un territorio esclusivamente maschile, Mary riesce comunque ad iscriversi al Syracuse Medical College. Nel 1855, conclude il suo percorso di laurea, diventando ufficialmente la seconda nel Paese a ottenere un titolo medico.

Ogni giorno, combatte contro pregiudizi e diffidenza al fine di perseguire la sua professione. Nonostante tutto, riesce ad aprire uno studio medico privato, insieme a suo marito, nella contea di Oneida.

Quando scoppia la terribile guerra civile, non esita a mettere le sue abilità mediche al servizio del Paese. Ma nonostante il suo desiderio di contribuire alla causa, l’Unione rifiuta di riconoscerla come un medico a tutti gli effetti, negandole il giusto compenso e il riconoscimento che le spettano. Tuttavia, nulla avrebbe potuto fermare la sua determinazione per aiutare le vittime sul campo di battaglia.

Mary si offre così volontaria per servire nell’esercito, dedicando anima e corpo all’assistenza dei feriti. Nell’ospedale da campo, si trova di fronte a orrori inimmaginabili e decide di organizzare una raccolta fondi per aiutare le famiglie di chi stava sacrificando tutto per la propria patria.

Durante la “Prima battaglia di Bull Run” in Virginia, Mary si avventura sul campo tra le linee nemiche e i pericoli circostanti, per prendersi cura sia dei soldati sia dei civili. Ciò che la contraddistingue dagli altri medici è la sua ferma opposizione all’amputazione degli arti dei feriti, una pratica purtroppo molto comune in quel periodo. Sosteneva, invece, la riabilitazione e il trattamento delle ferite, cercando di tutelare la futura qualità della vita di coloro che erano stati colpiti dalla guerra.

Intanto non si arrende e pretende di essere riconosciuta per il suo immenso lavoro nell’esercito. Per anni, fa pressione sul segretario Edwin Stanton, per cercare di ottenere una posizione ufficiale. Finalmente, nel 1863, raggiunge il suo obiettivo, conquistando il suo posto come prima donna chirurgo nell’esercito americano.

Il 10 aprile 1864 segna un punto di svolta nella vita di Mary Edwards Walker, quando viene catturata e accusata di spionaggio, un evento drammatico che getta un’ombra cupa sulla sua reputazione. Alla fine, dopo una terribile prigionia, viene liberata grazie a uno scambio di prigionieri.

Nel gennaio 1866, il Dipartimento di Guerra decide finalmente di riconoscere il suo valore conferendole la prestigiosa medaglia d’onore, segno tangibile del suo coraggio e dei suoi sacrifici, dimostrando che il suo impegno non era stato inutile.

Mary Edwards Walker dedica il resto della sua vita a combattere per i diritti delle donne, spingendo i limiti dell’uguaglianza di genere e lasciando un’importante eredità.

Una vita dalla parte delle donne

Chirurgo e attivista per i diritti delle donne, Mary Edwards Walker è una sostenitrice appassionata del movimento per il suffragio femminile, consapevole dell’importanza del diritto di voto delle donne per raggiungere la parità di genere. Con una determinazione irrefrenabile, si impegna attivamente per far rispettare questo diritto fondamentale.

In netto anticipo sui tempi, si rifiuta anche di indossare i corsetti opprimenti di moda in quel periodo. Indossa invece pantaloni comodi, esprimendo così il suo desiderio di libertà e uguaglianza. Tuttavia, la sua audacia e il suo coraggio non passano inosservati. Nel 1870, a New Orleans, viene persino arrestata per aver indossato abiti da uomo e accusata di omosessualità.

Nel 1917, il Congresso decide di revocare la sua medaglia d’onore a causa dei suoi comportamenti anticonformisti, ma Mary non si fa intimidire. Infatti, quando le chiedono di restituirla, risponde con coraggio che avrebbero potuto farlo solo dopo la sua morte. Una sfida aperta all’establishment e alla mancanza di riconoscimento verso le donne.

Solo 60 anni dopo, il presidente Jimmy Carter ristabilisce ufficialmente la medaglia d’onore, riconoscendo definitivamente il valore del suo servizio e del suo straordinario impegno. Mary muore nel 1919, all’età di 86 anni. Durante il suo funerale, viene seppellita in un abito nero da uomo, avvolta in una bandiera americana come segno di gratitudine per il servizio dedicato al Paese che tanto amava.

L’anno successivo alla sua scomparsa, nel 1920, il diritto di voto viene finalmente esteso anche alle donne negli Stati Uniti, segnando un traguardo storico nella lotta per l’emancipazione femminile.

Mary Edwards Walker continua a essere ricordata come una delle più grandi personalità femminili della storia, che ha sempre lottato per l’emancipazione delle donne, difendendo con coraggio la loro dignità e i loro diritti. Un’icona intramontabile di forza e determinazione che ha influenzato il nostro mondo così come lo conosciamo oggi.

Mary Edwards Walker
Fonte: Getty Images
Mary Edwards Walker