Elisabetta Caminer, la prima donna a dirigere un giornale

Elisabetta Caminer, orgoglio italiano e veneto, è riuscita nell'impresa di realizzare i suoi sogni diventando la donna che aveva sempre desiderato essere

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Pubblicato: 16 Marzo 2022 12:27Aggiornato: 22 Maggio 2024 11:34

È stata una giornalista, un’editrice e una poetessa, una regista teatrale e anche una pedagogista. È stata una donna fortissima e coraggiosa che ha lottato ogni giorno della sua vita per guadagnarsi quel posto che meritava in una società prettamente dominata da uomini. Elisabetta Caminer, orgoglio italiano e veneto, è riuscita nell’impresa di realizzare i suoi sogni e di diventare la donna che aveva sempre desiderato essere.

Elisabetta Caminer, la prima giornalista italiana

Era il 1751 quando a Venezia, Anna Maldini e il giornalista Domenico Caminer, mettevano al mondo la piccola Elisabetta. Cresciuta con la testa china sui libri, ha iniziato presto a immaginarsi esattamente come le protagoniste forti e coraggiose dei libri che leggeva.

La realtà, però, era diversa da quei sogni straordinari che prendevano vita, perché per gli altri non era suo il destino di entrare nel mondo del giornalismo per seguire le orme del papà, che pareva essere accessibile solo agli uomini. Sua madre desiderava per lei il miglior posto nella società, quello assolto da una brava moglie e una perfetta donna di casa. La sua professione, invece, sarebbe stata quella di modista.

Ma se oggi parliamo di lei è perché è stato suo il coraggio di non piegarsi alle regole imposte dagli altri e di inseguire la libertà a ogni costo, anche andando contro tutti. E ci riuscì, prima di quanto si potesse immaginare. Elisabetta Caminer, infatti, iniziò a lavorare come collaboratrice nel periodico fondato dal padre, era solo un piccolo passo avanti, ma era quello l’inizio della realizzazione di un sogno.

Astuta, irriverente e sagace, la penna di Elisabetta si fece subito notare. Così ecco che, ormai avviata alla carriera giornalistica, fondò con suo padre il Giornale enciclopedico nel 1774. Elisabetta era diventata la donna che aveva sempre sognato di essere.

Anche se formalmente suo padre figurava come direttore, la linea editoriale del Giornale enciclopedico era affidata a Elisabetta che diventò, poi, unica direttrice. Scriveva di letteratura, di scienza e di teatro e lo faceva difendendo le sue idee rivoluzionali e libere, lo faceva senza censura e senza paura di sconvolgere i pensieri dei perbenisti e dei conservatori. Lei stessa, con la sua iconica firma di tre lettere (Ect), divenne il simbolo di una nuova libertà femminile.

Nel 1772, dopo le nozze con il medico e naturalista vicentino Antonio Turradel, la donna andò a vivere a Vicenza. Fu in quella città che, insieme al suo consorte, aprì una stamperia qualche anno dopo, svolgendo con enorme successo anche il mestiere di tipografa.

La sua grande eredità

Nel 1976, dopo un’operazione non riuscita di rimozione del tumore al seno che si era presentato qualche anno prima, Elisabetta si spense nella Villa dell’amico Fracanzan ad Orgiano. Ma la sua eredità è rimasta sempre qui con noi.

Oggi Elisabetta è raccontata in un libroElisabetta Caminer Turra. La prima donna giornalista italiana -, è la protagonista, insieme a molte altre, del progetto Venezia 1600 che racconta i principali personaggi femminili che fecero la storia della laguna. È ancora il simbolo di indipendenza e autonomia che echeggia tra le parole scritte, le stesse che dopo oltre due secoli accompagnano ancora tutte le donne che voglio essere le artefici dei loro destini.

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Fonte: Wikimedia/Ettorecastiglieri
Giornale Enciclopedico, pagina interna