La Chana: la favola drammatica di una danzatrice

Si chiama Antonia Santiago Amador, la donna coraggiosa che ha ricominciato a vivere grazie alla danza

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Sonia Surico

Content Editor e Storyteller

Laureata in Scienze della Comunicazione e con un Master in Seo Copywriting. Per lei, scrivere è un viaggio che unisce emozioni e conoscenza.

La danza è un’ardente passione che coinvolge non solo il corpo, ma soprattutto l’anima. Le emozioni che trasmette vanno ben oltre la disciplina e parlano di storie, raccontando la vita stessa.

Ed è proprio di vita che vogliamo parlarvi oggi, quella di Antonia Santiago Amador, in arte “La Chana”, un’icona di talento e passione che è sopravvissuta ad una realtà drammatica e violenta grazie al suo amore per la danza.

La sua vita accomuna, purtroppo, anche quelle di altre donne che ancora oggi combattono contro realtà dolorose e contro i pregiudizi imposti dalla società.

Questa è la storia di una donna che supera i propri limiti grazie alla sua forza e al suo coraggio, pur di continuare a ballare nonostante tutto e tutti.

La Chana, una vita per la danza

Antonia Santiago Amador, gitana nata a Barcellona nel 1946, ha trascorso la sua infanzia per strada svolgendo diversi lavori per guadagnarsi da vivere.

Fin da bambina, Antonia sviluppa una passione naturale per i ritmi del flamenco, esibendosi durante le feste o mentre ascolta musica nella sua cameretta.

Si allena incessantemente fino a quando suo zio Chano, esperto chitarrista, riconosce il suo innato talento aiutandola a seguire la sua passione nonostante l’opposizione della famiglia, la quale riteneva che la danza non fosse adeguata ad una “brava ragazza”.

La sua danza è pura improvvisazione poiché viene direttamente dalla sua anima, uno spirito forte e ribelle che la spinge a reagire ad un marito violento e agli abusi domestici che è stata costretta a subire per ben 18anni.

Negli anni ‘60 e ‘70, Antonia diventa il simbolo della Spagna e del flamenco, una vera e propria icona del Paese e del ballo stesso.

La sua storia, esempio di speranza e coraggio

La vita di Antonia, dagli esordi nell’infanzia fino al successo nel mondo dello spettacolo, è stata recentemente raccontata in un documentario emozionante e coinvolgente, “La mia vita è un ballo”, diretto da Lucija Stojevic.

La ballerina si apre in modo intimo, parlando del suo amore per il flamenco e dei motivi che l’hanno spinta ad allontanarsi dal mondo della danza. Il film esplora l’infanzia, l’entrata nel mondo dello spettacolo, il successo e la famiglia, mostrando la sua vitalità e lo spirito appassionato che anima non solo lei, ma tutta la danza catalana.

Nella storia della sua vita e dell’amore per il flamenco, la protagonista racconta come l’arte del ballo le abbia dato la possibilità di esprimere la sua libertà, quella che le era stata negata nella sua vita privata, salendo sul palcoscenico.

Lucija Stojevic non descrive semplicemente una donna, ci fa riflettere anche su quale fosse l’energia inesauribile che ha animato le sue esibizioni per anni. Una donna innamorata della danza, imprigionata in un mondo violento, che ci parla del successo, della decisione di ritirarsi dalle scene, della battaglia contro la depressione, del fallimento ma anche della felicità di ritrovare la forza per affrontare la vita.

In lei risiedono la perseveranza, l’impegno e la capacità straordinaria di reinventarsi. Antonia Santiago Amador è un esempio di energia e di forza universali, è il battito della danza ma soprattutto quello della vita, così potente che nessuna difficoltà o ingiustizia può fermare.