Tutte le sue foto restituiscono il ritratto di una donna gentile e sempre sorridente, ma basta soffermarsi sugli occhi per vedere il fuoco ardente della determinazione che l'ha accompagnata per tutta la sua vita. Perché Carla Gozzi è stata una combattente, una rivoluzionaria, una femminista. È stata tante cose, ma mai una donna arrabbiata perché credeva fortemente nel suo potere, e in quello delle donne. E per quello si è battuta.
È stata una critica d'arte, una poetessa e una femminista, ma soprattutto una donna indipendente che è andata contro le opinioni e le imposizioni del tempo in cui ha vissuto per la sua libertà, e per quella di tutte le donne. Nonostante la sua brillante carriera professionale ha scelto di lasciare tutto per dedicarsi alla rivolta femminile, anima e corpo. E i suoi scritti sono ancora oggi una delle più grandi eredità per tutte le donne.
Chi era Carla Lonzi
Nata a Firenze il 6 marzo del 1931, Carla è la primogenita della famiglia Lonzi. Suo padre, Agostino, è un artigiano e sua madre, Giulia Matteini, è una maestra. Cresce in una condizione particolarmente agiata, ma tutto quel privilegio scatena ben presto in lei il desiderio di autonomia.
Lo dimostra già quando, a soli 9 anni, sceglie spontaneamente di andare in collegio. Continuerà poi gli studi al liceo e, una volta diplomata, a soli vent'anni parte alla scoperta di Parigi. Si appassiona all'arte e decide di iscriversi all'università per poi laurearsi a pieni voti in storia dell'arte.
Ma il mondo accademico, nonostante la sua grande passione per lo studio, inizia a starle stretto. Carla fa i conti con il dominio maschile e con una società che tende a conferire alla donna ruoli sempre più marginali. E lei non può accettarlo.
Questa consapevolezza la farà avvicinare alla politica, ai movimenti femministi e al Partito Comunista Italiano. Sono gli anni in cui conosce Mario Lena, suo futuro marito e padre dei suoi figli. Ma anche l'amore, a Carla, non basta per mettere a tacere il suo desiderio di libertà. Il matrimonio, nella società patriarcale in cui vive, è una gabbia. E lei ha un obiettivo nella vita, quello di volare in alto, senza che nessuno le tarpi le ali.
"Devo contare sulle mie forze"
Se dovessimo utilizzare una frase, una soltanto, per descrivere il temperamento di Carla Lonzi, probabilmente useremo questa: Devo contare solo sulle mie forze. Un mantra che, probabilmente, la donna ripete sempre a se stessa per tutta la sua vita. Lo fa quando lascia il mondo accademico, quando rinuncia alla carriera per inseguire i suoi ideali e anche quando decide di andare via dal marito.
Il punto di svolta, però, avviene a seguito dell'incontro con Carla Accardi, l'unica artista donna del Gruppo Forma 1. Le due si conoscono in occasione di un'intervista e si capiscono. Si interrogano sul ruolo marginale della donna in una società di uomini. Decidono che è arrivato il momento di fare qualcosa e uniscono le loro forze.
La Rivolta Femminile
Sceglie di dedicare anima e corpo alla causa femminista. La Lonzi, insieme a Carla Accardi e alla giornalista Elvira Banotti fonda il gruppo Rivolta Femminile. Nel 1970 nasce il Manifesto di Rivolta Femminile, un testo che sarà alla base di tutti i movimenti femministi postumi.
Carla Lonzi parla di Freud e smonta una ad una tutte le sue teorie. Parla anche di sessualità, di orgasmo e piacere femminile, perché intuisce che la libertà passa anche e soprattutto dal corpo, da sempre oggettificato dall'uomo.
Il sesso è per lei la chiave di lettura per conoscere se stessi. Ed è proprio sulla conoscenza personale che dedicherà il resto della sua attività. Nel 1978, infatti, pubblica Taci anzi parla. Diario di una femminista, uno scritto basato sul suo diario personale tenuto tra il 1972 e il 1977. Si tratta di una delle più grandi testimonianze del suo pensiero, che ci ha lasciato in eredità prima di morire prematuramente nel 1982.
"Adesso esisto" - scrive Carla Lonzi giunta al termine del suo diario, "questa certezza mi giustifica e mi conferisce quella libertà in cui ho creduto da sola e che ho trovato il mezzo di ottenere".