Anaïs Nin, paladina della libertà sessuale

La scrittrice, l'artista. La donna scandalosa che ha avuto il coraggio di raccontare i suoi desideri sessuali. Ecco chi era Anaïs Nin.

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Redazione

DiLei è il magazine femminile di Italiaonline lanciato a febbraio 2013, che parla a tutte le donne con occhi al 100% femminili.

Scriviamo per accrescere la nostra consapevolezza della vita. Scriviamo per lusingare e consolare gli altri. Scriviamo per fare una serenata ai nostri amanti. Scriviamo per gustare la vita due volte, nell’istante presente e nel ricordo… Scriviamo per ampliare il nostro mondo quando ci sentiamo soffocati, limitati o soli.

“Scriviamo per ampliare il nostro mondo” scriveva Anaïs Nin, lei che proprio si sentiva soffocata dalla vita ordinaria, dalle convenzioni e dagli stereotipi. Lei che amava così tanto la scrittura da considerarla una sua estensione, un vizio, come lei stessa la definiva.

Sono passati più di quarant’anni dalla sua morte eppure è ancora suo il primato e il merito di essere stata la portavoce della libertà psicologica e sessuale delle donne. Lei, la donna scandalosa che ebbe il coraggio di scrivere su carta tutto ciò che le altre non potevano neanche pronunciare ad alta voce, ancora lei, l’indimenticabile donna dalle mille sfaccettature della sua anima.

Chi era Anaïs Nin

Nata all’anagrafe come Angela Anaïs Juana Antolina Rosa Edelmira Nin y Culmell, nel 1903 a Neuilly-sur-Seine in Francia, Anaïs Nin era figlia d’arte. Suo padre era un pianista cubano di origini catalane e spagnole e sua madre una cantante cubana di origini francesi e danesi.

Dopo aver trascorso l’infanzia in Europa, all’età di 11 anni viene abbandonata dal padre. Quel dolore grande e insuperabile la fa avvicinare alla scrittura, è per il padre, infatti, che scrive una lunga e struggente lettera d’addio. Insieme a sua madre, Anaïs, si trasferisce a New York e lì inizia la sua scalata verso il successo.

Entrata nell’ambiente letterario del tempo, la donna si è subito fatta riconoscere per il suo fascino cosmopolita e quell’eleganza orientale e mitteleuropea che l’ha contraddistinta ogni giorno della sua vita, ma anche per quella passione, mista all’ossessione, nei confronti della scrittura che ha coltivato sin dalla giovane età.

A vent’anni conosce il regista Hugh Parker Guiler, con il quale convola a nozze. Ma quella che sembrava una grande e passionale storia d’amore si trasforma ben presto in una gabbia dorata che soffoca Anaïs che a sua volta, per sfuggire al senso di noia, intreccia numerose relazioni extra coniugali.

In questi anni scrive moltissimo, ma la sua fama arriverà dopo, a Parigi, insieme a un nuovo amore.

Perché si scrive è una domanda a cui posso rispondere facilmente, dato che me lo sono chiesto così spesso. Penso che un autore scriva perché ha bisogno di creare un mondo in cui poter vivere. Io non potrei mai vivere in nessuno dei mondi che mi sono stati offerti: il mondo dei miei genitori, il mondo della guerra, il mondo della politica. Dovevo crearne uno tutto mio, come un luogo, una regione, un’atmosfera in cui poter respirare, regnare e ricrearmi quando ero spossata dalla vita. Questa, credo, è la ragione di ogni opera d’arte.

Il periodo parisien

Nel 1929, richiamata dal fervido clima intellettuale della città che ospita i più grandi artisti, scrittori e poeti del tempi, Nin si trasferisce a Parigi. Si stabilisce a Louveciennes, alle porte della capitale, dove inizierà a scrivere la prima parte del suo diario, divenuto poi la sua opera più celebre.

Nella capitale francese conosce tantissimi artisti, ma uno solo riesce a conquistarla e a stravolgerla. Si tratta di Henry Miller, autore di Tropico del Cancro e Tropico del Capricorno. Si innamora del suo modo di scrivere, diretto, crudo e senza fronzoli. Ma presto, Nin, ha anche un’infatuazione per sua moglie, June Mansfield, con la quale inizia una relazione.

Nel 1931, Anaïs Nin, pubblica il suo primo libro: D.H. Lawrence. Uno studio non accademico, un saggio su D. H. Lawrence, autore di L’amante di Lady Chatterley. In quegli anni si appassiona anche alla psicoanalisi. Inizialmente lo fa per ritrovare se stessa, scegliendo anche di andare in analisi da Otto Rank, allievo di Sigmund Freud, del quale diventerà l’amante.

Ma la carriera da psicoanalista l’annoia quasi da subito. Del resto la scrittura è tutto ciò di cui ha bisogno per sfuggire dalla vita ordinaria che tanto mal sopporta.

Se non respiri attraverso la scrittura, se non piangi nello scrivere, o canti scrivendo, allora non scrivere, perché alla nostra cultura non serve.

Anaïs Nin e il vizio di scrivere

Nel 1966, in seguito alla prima pubblicazione del suo diario, divenne improvvisamente celebre. I suoi diari e i libri di quella scrittrice cosmopolita sono ancora oggi considerati la massima espressione della letteratura erotica femminile. Il nome stesso di Anaïs Nin è indissolubilmente legato al concetto di erotismo senza genere.

Perché prima di quel momento – e forse ancora oggi – nessuno scrittore ha saputo indagare così a fondo nella propria anima riuscendo a far emergere i desideri e le emozioni più recondite come invece ha fatto lei.  Perché aveva “più bisogno di amore che di cibo”, e perché “Il solo alchimista capace di cambiare tutto in oro è l’amore. L’unico sortilegio contro la morte, la vecchiaia, la vita abitudinaria, è l’amore.”

Spontanea, diretta e libera, ecco chi è stata Anaïs Nin. Una femminista perfetta per i nostri tempi, una donna che avrebbe avuto il coraggio di interrogarsi su ogni cosa, anche a rischio di andare contro il giudizio e le critiche dei ben pensanti, come del resto ha fatto. E i suoi diari, ancora oggi, restano la sua più grande eredità, quelli che raccontano il coraggio di una donna affascinante che per tutta la sua vita non ha avuto paura di raccontarsi e di scoprirsi.

I diari di Anaïs Nin

Diario di Anaïs Nin è il nome attribuito al corpus narrativo-letterario che comprende tutti i suoi diari, pubblicati integralmente da Rubert Pole dopo la sua morte, e che raccontano tutte le sfaccettature della vita della scrittrice. Attraverso questi si scopre cosa comprava, cosa mangiava, i suoi gusti e le preferenze, ma soprattutto le sue emozioni e i sentimenti.

Da questi apprendiamo che Anaïs Nin era colta, intelligente e arguta, era spregiudicata e libera: Voglio innamorarmi in modo che la sola vista di un uomo, anche a un isolato di distanza, mi faccia tremare, penetrandomi tutta, mi indebolisca, mi faccia sussultare addolcendomi e sciogliendomi qualcosa tra le gambe. È così che voglio innamorarmi, così totalmente che il solo pensiero di lui mi porti all’orgasmo.

Anaïs ebbe numerosi amanti e storie intrecciate contemporaneamente, ma rimase formalmente sposata con Guiler fino alla morte, nonostante il matrimonio con Rubert Pole nel 1955 che però non venne mai riconosciuto valido dalla legge.

Divenne famosa in seguito alla pubblicazione del suo primo diario, nel 1966, ma dieci anni dopo, nell’apice della fama, si ammalò di cancro. Al suo fianco, fino agli ultimi giorni della sua vita, vi restò proprio Pole. E fu proprio lui a mantenere in vita la sua amata grazie alle pubblicazioni dei diari dopo la sua morte il 14 gennaio 1977.

Anais Nin
Fonte: Getty Images
Anaïs Nin