Il suo nome è Grace Tame ed è la protagonista di una storia che viene da lontano ma che tutte dovremmo conoscere e diffondere. Artista e attivista, la donna è stata vittima di abusi sessuali in passato. Ma quello che per lei era diventato un incubo da dimenticare si è trasformato in un ricordo da preservare affinché nessuna donna riviva più quell’inferno terrestre causato dall’uomo.
Grace, infatti, oggi dedica completamente la sua vita a supportare le donne vittime di aggressioni sessuali. Questa è la sua storia.
Chi è Grace Tame
Nata a Hobart nel 1994, Grace Tame è figlia di Michael, ex giocatore di cricket. Trascorre la sua infanzia in totale spensieratezza, esattamente come tutti i suoi coetanei, ma le cose iniziano a precipitare quando, da adolescente, inizia a frequentare la scuola femminile St. Michael’s Collegiate di Hobart.
È sensibile e fragile, Grace, e i mostri che albergano dentro di lei prendono il sopravvento. Nel 2010 le viene diagnosticato un disturbo del comportamento alimentare. Grace è anoressica, ma viene subito indirizzata verso le cure giuste. Ma non è solo il suo corpo a essere in pericolo, ma anche la sua anima, a soli 15 anni infatti la ragazza viene abusata sessualmente dal suo insegnante.
Nicolaas Bester è un uomo di 58 anni, ma la differenza di età non gli impedisce di abusare di Grace. Trovato il coraggio di denunciare i molteplici episodi, la ragazza finalmente esce da quell’incubo e il suo insegnante viene arrestato e condannato per abusi sessuali su minori e per possesso di materiale pedopornografico.
Durante il processo per violenza sessuale, il giudice Helen Wood condanna la condotta del suo insegnante per aver approfittato della vulnerabilità della ragazza e delle sue condizioni psicologiche precarie.
Abbandonata la St. Michael’s Collegiate, Grace Tame riprende a frequentare gli studi presso un’altra scuola. Si trasferisce poi negli Stati Uniti dove si è laurea al Santa Barbara City College nel corso di arte teatrale.
La rinascita di Grace
L’incubo di Grace, purtroppo, non finisce con la denuncia al suo insegnante e la relativa condanna. La ragazza, infatti, sin da subito sente l’urgenza di raccontare la sua storia al mondo intero affinché più nessuna donna o ragazza subisca molestie o violenze. A causa però del Tasmania’s Evidence Act, la legge che protegge l’identità delle vittime e che quindi impedisce di parlare delle violenze subite, Grace non può raccontare la sua storia.
Insieme alla giornalista Nina Funnell, Grace lancia una campagna #LetHerSpeak, per cambiare le cose, per permettere a tutte le donne che hanno subito una violenza sessuale di far sentire la loro voce. La campagna, che ha attirato il sostegno di numerose celebrità a livello mondiale, ed è stata condivisa anche dal MeToo, ha dato i suoi frutti. La Corte Suprema della Tasmania, infatti, ha consentito a Grace Tame di poter raccontare la sua drammatica esperienza, diventando così la prima donna vittima di violenza sessuale in Tasmania a parlare della sua drammatica esperienza.
È stato in quel momento che Grace ha sentito che la sua voce poteva cambiare le cose, poteva diventare quella di tutte le donne del mondo. Da quel momento, e per ogni giorno, Grace Tame si è dedicata agli altri per prevenire e contrastare le violenze e le molestie sessuali ai danni di donne, ragazze e bambine sostenendo che l’educazione è lo strumento più potente per prevenire gli abusi.
Nel mese di dicembre del 2021, ha fondato la Grace Tame Foundation, un’associazione che ha come obiettivo quello di prevenire e contrastare gli abusi sessuali e le violenze partendo da un cambiamento culturale e radicale che riguarda la società intera. Nello stesso anno è stata inclusa nella lista dei Next Generation Leaders redatta dal Time e menzionata tra le delle persone più influenti culturalmente in Australia.
«Lui chiudeva la porta dell’aula e mi diceva: non fare rumore. Avevo 15 anni, lui 58. Era il mio professore. Questa frase mi ha perseguitata per un decennio. Adesso io dico a tutte le sopravvissute agli abusi sessuali: fate più rumore che potete. La vostra voce, la nostra voce, conta. Parlando, faremo la differenza. Dieci anni fa ero in ospedale, ricoverata per anoressia dopo gli abusi. L’anno scorso ho vinto una maratona. So chi sono: io sono una sopravvissuta». Grace Tame il discorso tenuto davanti al primo ministro australiano Scott Morrison che le ha assegnato l’onorificenza di “Australiano dell’anno”