Sono tantissime le piantine che possiamo scegliere per vivacizzare il giardino o il terrazzo, o più in generale che possiamo coltivare anche in vaso, con le dovute precauzioni e attenzioni: il crocus rientra tra queste. Il fiore che anticipa la primavera, che fiorisce persino sulla neve, è uno dei più belli, ma non solo: conosciuto con il nome di zafferano selvatico, in realtà la pianta che produce una delle spezie più costose, con cui cucinare tanti manicaretti, è la Crocus Sativus. Prima di vedere quando e come piantare i bulbi di crocus, vediamo cos’è la pianta, quali sono le cure che richiede e le sue peculiarità.
Indice
Crocus, cos’è e le caratteristiche
Il nome crocus deriva dal termine greco kroke, ovvero filamento. Per chi desidera una fioritura anticipata e per chi sogna un giardino colorato e vivace, ecco che i crocus sono perfetti da piantare. Bulbi autunnali che possiamo coltivare sia in vaso quanto in giardino, ne esistono diverse specie: sono delle piante erbacee perenni che si caratterizzano per i loro fiori, non solo dal colore vivace ma dalla forma a coppa. Troviamo il Crocus Vernus, dai colori violacei e poi bianchi, ma anche il Crocus Sieberi, di un azzurro chiaro. E poi c’è lui, uno dei più coltivati al mondo, ovvero il Crocus Sativus, che non solo è famoso per le sue sfumature lilla ma anche perché dai suoi pistilli è possibile ottenere lo zafferano.
Appartiene al genere delle Iridaceae. Invitiamo inoltre a prestare grande attenzione a non confondere il crocus con il Colchicum autumnale, che presenta una fioritura molto simile: quest’ultimo è tossico sia per cani e gatti quanto per noi esseri umani, in quanto contiene la colchicina. Il crocus, che è originario dell’Asia e dell’Europa, è il fiore che annuncia la primavera e simboleggia l’amore appassionato, ma anche la giovinezza spensierata. Per quanto concerne l’habitat, in effetti lo troviamo nelle radure umide, magari tra i faggeti, ma anche sui prati umidi. Per il resto, è un fiore conosciuto sin dall’alba dei tempi, tanto che è presente nel talamo nuziale di Giove e Giunone.
Quando piantare i bulbi di crocus
La prima cosa da sapere è che se desideriamo coltivare lo zafferano dobbiamo piantarlo durante l’estate, quindi quando la pianta si trova in fase di stasi vegetativa (da maggio a settembre). Questo vale per la pianta che ci permette di ricavare lo zafferano, quindi il Crocus Sativus. I bulbi di crocus, invece, si piantano di solito in autunno, quindi da settembre fino agli inizi di dicembre. Noi consigliamo di non attendere molto, anche perché così la fioritura anticipata è assicurata.
Crocus, dove piantarlo: in vaso o in terra
Prima di tutto iniziamo dalla coltivazione del crocus in vaso: dobbiamo sceglierne uno di almeno 15-20 cm di profondità, con fori di drenaggio per evitare ristagni d’acqua. Abbiamo cura di optare per un substrato ben drenato, mescolando terriccio, sabbia e torba in parti uguali. Possiamo scegliere un terriccio specifico per piante da fiore, a cui aggiungere uno strato di biglie di argilla espansa. A questo punto piantiamo i bulbi in autunno per le varietà primaverili o fine estate per quelle autunnali. Interriamo i bulbi a 6-8 cm di profondità, con la punta rivolta verso l’alto e manteniamo una distanza di circa 3-5 cm tra un bulbo e l’altro.
Per quanto riguarda la posizione, il crocus ne predilige una soleggiata o a mezz’ombra. Resiste al freddo e può sopportare temperature invernali (così come la pioggia e il vento), quindi, volendo, possiamo anche metterlo nei nostri balconi o terrazzi. Dopo la messa a dimora, possiamo procedere con l’irrigazione, che deve sempre essere moderata e solo quando il terreno è asciutto, in modo tale da evitare il ristagno idrico. Come visto, resiste al gelo ma purtroppo non alle temperature alte e secche dell’estate.
Un’altra cosa da sapere è che questa pianta necessita di sostanze nutritive in base alle fasi di ogni anno, quindi dobbiamo prevedere un ciclo di concimazione per sostenere la sua fioritura. In tal caso basta usare un concime liquido per piante fiorite, che tuttavia va diluito. L’alternativa è un fertilizzante a lenta cessione, sempre specifico per piante da fiore. Possiamo in seguito rinvasare il crocus in autunno.
Quando fiorisce il crocus e cosa fare dopo
La fioritura del crocus dipende dalla specie: per esempio, il crocus primaverile fiorisce tra febbraio e aprile, spesso annunciando la fine dell’inverno. Esempi sono il Crocus Vernus e il Crocus Chrysanthus. Dopo la fioritura, lasciamo appassire le foglie naturalmente per permettere al bulbo di accumulare energie. Questo aspetto è molto importante da ricordare, poiché il fiore, per rimanere forte, riaccumula le sostanze di riserva che sono presenti nel suo bulbo. Prima di dissotterarlo, dobbiamo lasciare che la pianta si secchi in modo del tutto naturale.
Come prendersi cura dei crocus: ogni quanto bagnarlo?
Come abbiamo visto, il crocus è una pianta resistente e facile da coltivare, ma per garantirne una fioritura rigogliosa è importante sapere come curarlo nel modo giusto, soprattutto per quanto riguarda l’irrigazione. Vediamo l’irrigazione in base alla specie e alle fasi di crescita: durante la messa a dimora (autunno per i crocus primaverili, fine estate per quelli autunnali), dopo aver piantato i bulbi, annaffiamo leggermente per favorire il radicamento, senza esagerare.
Durante la fase di crescita attiva (che, lo ricordiamo, è fine inverno/inizio primavera per i crocus primaverili, fine estate/autunno per quelli autunnali), dobbiamo annaffiare quando il terreno appare asciutto in superficie. Dobbiamo inoltre evitare i ristagni idrici, che possono far marcire i bulbi; se abbiamo scelto di piantare il crocus in vaso, controlliamo che l’acqua defluisca bene dai fori di drenaggio.
Dopo la fioritura, possiamo in ogni caso ridurre progressivamente l’irrigazione finché le foglie non iniziano a ingiallire. A questo punto, interrompiamo del tutto l’annaffiatura. In estate, dunque nel periodo di dormienza, se i bulbi sono nel terreno, possiamo procedere con l’irrigazione ogni 10 giorni, rigorosamente di sera, ma avendo sempre cura di evitare il ristagno idrico.