Tra i luoghi magici che sono presenti nel Lazio è impossibile non scoprire il cosiddetto Giardino di Ninfa, che nel 2000 è stato dichiarato Monumento Naturale della Regione Lazio. Una scelta non casuale considerando che questo giardino ha un respiro internazionale (è tra i giardini più romantici al mondo) ed è la perfetta rappresentazione della magnificenza della natura che sposa la storia, tra antichi resti e scorci dove scoprire un profondo senso di pace. Ve lo raccontiamo.
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Giardino di Ninfa, la storia e le origini
Dobbiamo fare un passo indietro nel tempo: come è nato il Giardino di Ninfa? Il suo nome deriva dal tempio di epoca romana che si trova proprio vicino al giardino. Un tempo questo territorio si chiamava Campagna e Marittima. Tutto è cambiato nell’VIII secolo, quando alla fine è entrato nell’amministrazione Pontificia. Un tempo città, governata da diverse famiglie nobiliari, oggi si può visitare il Giardino di Ninfa. La città che sorgeva qui è stata distrutta e saccheggiata nel 1382: purtroppo non è mai stata ricostruita. Alla fine dei suoi giorni, era quasi una sorta di città fantasma visto che anche le ultime persone avevano scelto di andarsene. Il territorio è estremamente particolare perché racconta comunque parte di quella che è una storia secolare: per esempio, possiamo ammirare i ruderi di ben cinque chiese.

Ma il vero e proprio cambiamento per il territorio è arrivato nel XVI secolo, quando il cardinale Nicolò III Caetani lo ha reso una sorta di giardino delle delizie. Ai tempi era infatti presente un hortus conclusus. Ma abbiamo appena iniziato a raccontare la storia di questo magnifico posto. I Caetani, infatti, hanno ripreso il possedimento alla fine dell’Ottocento: qui Onorato Caetani abitava con la moglie Ada Bootle Wilbraham e due dei suoi figli. E sempre in questo periodo Ninfa ha visto la creazione di un magnifico giardino in stile anglosassone.
Un lavoro di restauro poderoso, considerando che il territorio era abbandonato da tempo ed era stato lasciato a se stesso. Quindi le paludi sono state bonificate, le infestanti che ricoprivano i ruderi sono state eliminate, e allo stesso tempo sono stati piantati cipressi, faggi, lecci. Anche alcune delle rovine che erano appunto sul territorio hanno ritrovato i loro fasti un tempo. In particolare il palazzo baronale: all’epoca era la casa di campagna dei Caetani, ma oggi è ancora possibile visitarlo considerando che sono presenti degli uffici della Fondazione Roffredo Caetani.
La città di Ninfa e i ruderi
Prima di diventare un giardino, Ninfa è stata una città, animata e ben strutturata. Nel XIV secolo contava più di centocinquanta abitazioni, dotate di solai e granai, insieme a strade, ponti, mulini e persino due ospedali. Attorno al nucleo abitato si sviluppava una cinta muraria lunga circa 1.400 metri, intervallata da numerose torri di difesa, che avevano lo scopo di garantire la sicurezza e il pieno controllo sul territorio.
Tra gli edifici religiosi si contavano numerose chiese, alcune ancora visibili nei loro resti: Santa Maria Maggiore, San Biagio, San Giovanni, San Paolo, San Salvatore, solo per citarne alcune. Testimonianze preziose, che ci narrano della sua importanza. Il castello, posizionato vicino al lago e in origine una semplice torre con recinto, è stato ampliato nei primi anni del Trecento da Pietro Caetani. La struttura quadrata, ruotata e fortificata con merlature a coda di rondine, ospitava anche una residenza signorile con un grande salone affacciato sulla città. Oggi la torre, completamente restaurata, si alza per 32 metri, mantenendo ancora intatte le sue feritoie e la merlatura superiore.

Un restauro profondo
Il Giardino di Ninfa non è mai stato frutto di un progetto rigido: la sua rinascita ha seguito piuttosto un equilibrio naturale, fatto di scelte dettate dal gusto e dal rispetto per il paesaggio. Marguerite Gilbert Chapin, moglie di Roffredo Caetani, introdusse nuove varietà botaniche, ampliando la collezione di rose e arbusti, mentre il giardino diventava anche un luogo di ritrovo per intellettuali e artisti vicini al suo mondo editoriale.
A darle seguito fu la figlia Lelia, che dedicò al giardino lo sguardo e la cura di un’artista, da pittrice qual era. Senza mai forzare la natura, scelse le piante come colori da armonizzare, evitando trattamenti invasivi e lasciando che fossero i ritmi naturali a definire gli equilibri. Con il tempo comparvero nuove magnolie, prunus e rose rampicanti, insieme al piccolo rock garden, oggi noto come “colletto”. Nel 1972, Lelia creò la Fondazione Roffredo Caetani, affidando così al futuro la protezione del giardino e della storia di famiglia.

Parco Pantanello, il Parco della Palude Pontina
Appena oltre il Giardino di Ninfa, il Parco Pantanello ci porta ancora una volta alla scoperta del territorio: qui il paesaggio racconta la memoria delle antiche Paludi Pontine e ci restituisce un ecosistema che un tempo caratterizzava gran parte di questa zona. Il parco si estende su circa cento ettari e, insieme al Giardino di Ninfa, rientra nel Monumento Naturale istituito dalla Regione Lazio nel 2000. Al suo interno si alternano stagni, acquitrini, corsi d’acqua e prati umidi. Circa dodici ettari sono occupati da queste aree paludose, che ospitano una varietà di habitat con elevato valore ecologico.

Visitare il Giardino di Ninfa significa è un modo per comprendere il profondo equilibrio tra natura e memoria. Qui, le rovine medievali convivono con oltre mille specie botaniche, in un paesaggio che cambia volto a ogni stagione. Tra le fioriture più suggestive si incontrano magnolie, ciliegi ornamentali, meli, rose rampicanti che si intrecciano ai ruderi e accompagnano il corso d’acqua. Non mancano specie più esotiche, come avocado, banani e la Gunnera manicata, che aggiungono al giardino un respiro ancora più ampio. La visita è consigliata soprattutto in primavera, proprio per osservare il risveglio della natura, che convive al fianco della storia. Sul luogo, che si trova a Cisterna di Latina, è possibile prendere parte anche alle visite guidate: è il modo migliore per svelare tutti i suoi segreti. A tal proposito, sempre vicino al Giardino di Ninfa, si trova anche il Castello Caetani di Sermoneta.