Palazzo Reale di Genova, con la magnifica galleria degli specchi e capolavori artistici

La storia, le origini e le curiosità sul magnifico Palazzo Reale di Genova, dove è possibile visitare la Galleria degli Specchi e i capolavori artistici

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Serena De Filippi

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Pubblicato: 15 Ottobre 2025 17:40

A Genova c’è un luogo dove la pietra conserva la memoria del passato: è via Balbi, dove si erge il Palazzo Reale, scrigno di secoli e di splendore, oltre che capolavori artistici. Questa dimora racchiude la storia di un’intera città: il potere mercantile, l’eleganza barocca, il gusto di una nobiltà che volle tradurre in architettura la propria grandezza. Le sale sono veri e propri “frammenti” che narrano quei tempi, ed è il modo più bello per scoprire l’orgoglio di Genova, sospesa tra mare e nobiltà.

Le origini e la storia del Palazzo Reale di Genova

Un tempo era conosciuto come Palazzo Stefano Balbi: la storia del Palazzo Reale di Genova inizia intorno al 1643, quando Stefano Balbi, appartenente a una delle famiglie più influenti della città, decise di costruire una residenza che raccontasse il suo potere e la sua visione. A occuparsene furono tre architetti, Pier Francesco Cantone, Michele Moncino e Giovanni Angelo Falcone, che riuscirono nell’intento di realizzare un primo “primitivo palazzo” elegante, rigoroso, con un corpo centrale e due ali che si allungavano verso il mare, come a voler abbracciare l’orizzonte.

Scorcio del Palazzo Reale di Genova
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Scorcio del Palazzo Reale di Genova

Una volta ultimato, il palazzo si animò del colore e della luce degli affreschi di Valerio Castello e Giovan Battista Carlone, cui si aggiunsero i maestri bolognesi Angelo Michele Colonna e Agostino Mitelli. Era il tempo in cui le dimore dei Balbi erano manifesti di ricchezza e cultura.

Poi venne la peste del 1657, che cambiò ogni cosa. Con la scomparsa di Stefano e di suo figlio Giovanni Battista, la famiglia perse il suo ruolo di primo piano, e nel 1677 il palazzo passò ai Durazzo. Da quel momento la dimora assunse un nuovo volto: più aperto, fastoso, barocco. Fu l’architetto Carlo Fontana a ridisegnarne l’anima, con un portale solenne, uno scalone monumentale e un giardino pensile che affacciava sul porto. In quegli anni il palazzo divenne teatro di ricevimenti, incontri e visite illustri, mentre oggi fa parte dei 42 Palazzi dei Rolli che sono stati dichiarati Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO il 13 luglio 2006.

Nel Settecento, però, tra saloni dorati e affreschi mitologici, il Palazzo Reale divenne simbolo di una Genova elegante e cosmopolita. Quando poi, nel 1824, i Savoia ne fecero una delle loro residenze ufficiali, la dimora cambiò ancora, ma senza mai perdere il suo carattere. Rinnovata, arricchita, attraversata da secoli di storia, restò alla fine ciò che era nata per essere: un luogo dove l’arte e il potere si incontrano.

La Galleria degli Specchi e il restauro

Nel Palazzo Reale di Genova, si trova una sala che lascia senza fiato al primo passo: è la famosissima Galleria degli Specchi, che da secoli riflette volti, epoche e potere. Nata nel Settecento, quando Domenico Parodi affrescò la sua volta con scene della mitologia classica — da Venere che si specchia a Bacco trionfante sul carro — la galleria rappresentava il culmine della magnificenza barocca genovese: un luogo dove la nobiltà si specchiava letteralmente nella propria grandezza. Lungo le pareti, le appliques in ferro dorato moltiplicavano la luce dei lampadari, mentre le statue antiche e moderne — tra cui il celebre Ratto di Proserpina degli Schiaffino — custodivano il passaggio silenzioso del tempo.

Anche la Galleria degli Specchi, con il passare degli anni, ha mostrato i segni del tempo. Tra il 2022 e il 2023 è iniziato un lungo lavoro di restauro, necessario e atteso, che ha riportato la Galleria al suo splendore originario. Gli interventi hanno coinvolto ogni elemento: gli affreschi, gli stucchi, i lampadari, le sculture.

Uno degli interventi più delicati ha riguardato la grande volta, attraversata da una storica lesione centrale, provocata dal peso dei lampadari sospesi. Un sistema d’ancoraggio completamente rinnovato ha permesso di alleggerire la struttura, proteggendo al contempo gli affreschi. Anche i pannelli dipinti hanno rivelato, sotto una ridipintura viola, l’antico colore azzurro lapislazzulo, tornato finalmente a respirare.

I capolavori artistici

La dimora si estende su tre piani e custodisce oltre cento ambienti, ognuno con un carattere preciso, dai grandi saloni di rappresentanza agli spazi più intimi. Camminando lungo i corridoi, si percepisce l’eco dei secoli: gli specchi, i soffitti affrescati, le dorature e i lampadari di Murano danno la sensazione di una bellezza che non si è mai davvero spenta, nemmeno nel periodo precedente al restauro.

I tesori del Palazzo Reale di Genova
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I tesori del Palazzo Reale di Genova

Il percorso museale si apre come un racconto: abbiamo già parlato della Galleria degli Specchi, poi il Salone del Trono, invece, dove si ricevevano ambasciatori e dignitari, lascia spazio alla Cappella privata, che è un luogo di silenzio e raccoglimento. Ogni ambiente conserva la memoria delle famiglie che lo hanno abitato — i Balbi, i Durazzo, i Savoia — e che ne hanno arricchito le pareti di capolavori provenienti da ogni parte d’Europa.

La pinacoteca, oggi una delle più ricche della città, riunisce dipinti che vanno dal XVI al XVIII secolo. Van Dyck, con il celebre Ritratto di Caterina Balbi Durazzo, o ancora il Cristo spirante, acquistato da Carlo Felice, che racconta la spiritualità intensa dell’Ottocento. Ci sono poi Bernardo Strozzi e la sua Carità di San Lorenzo, il Guercino con la Sibilla Samia, le visioni mitologiche di Luca Giordano, i toni caldi del Grechetto, il dinamismo di Valerio Castello. Di certo è l’occasione per scoprire una narrazione visiva che attraversa stili, scuole e sensibilità.

Accanto ai dipinti, il palazzo conserva sculture di Filippo Parodi, tra cui il Cristo alla colonna, e il Ratto di Proserpina di Francesco Maria Schiaffino, che possiamo definire una scena di marmo in movimento. Arredi d’epoca, porcellane, arazzi e mobili d’autore completano un patrimonio che è espositivo ed emozionale al contempo: un racconto ininterrotto di arte, luce e memoria che continua, da secoli, a vibrare dentro le stanze del Palazzo Reale. Il museo è aperto dal martedì al sabato, dalle 13.30 alle 19.00, con l’ultimo ingresso alle 18.30. Rimane chiuso il lunedì, mentre apre la prima e la terza domenica del mese, salvo variazioni in occasione di festività o eventi speciali.