Indice
Sali minerali nell’acqua
La composizione in sali minerali delle acque minerali dipende dalla loro origine e riflettono in gran parte il tipo di rocce con le quali vengono a contatto durante il loro ciclo idrogeologico. Altri fattori importanti sono la solubilità dei minerali e il tempo di contatto tra acque e rocce. Per questa ragione, a seconda dell’origine, si avranno acque prevalentemente ricche di un elemento minerale o di un altro. La durezza di un’acqua minerale si esprime in gradi francesi (°F) ed è un parametro che correla con la presenza di calcio e di magnesio. Più la durezza è alta e più l’acqua è considerata calcarea. Non esiste un valore limite per la durezza delle acque minerali. Nel nostro paese vengono commercializzati diversi tipi di acque minerali in bottiglia. Si differenzino per le loro caratteristiche organolettiche e alcune di queste, in virtù della loro composizione in sali minerali, possono essere indicate in particolari condizioni patologiche. Un valido aiuto nella scelta dell’acqua più adatta è rappresentato dall’etichetta riportata sulle bottiglie.
L’etichetta riporta tutti gli elementi minerali e le caratteristiche di un’acqua minerale. Tra i parametri presenti in etichetta vi è il residuo fisso a 180°C che rappresenta una stima del contenuto in sali minerali. Più questo valore è elevato e più sali sono disciolti in un litro. Per valutare in laboratorio il residuo fisso di un’acqua minerale per prima cosa si porta l’acqua ad una temperatura di 180°C. Il residuo fisso rappresenta ciò che rimane dopo la completa evaporazione.
Potete farvene un’idea pensando a cosa succede quando dimenticate un pentolino con l’acqua sui fornelli. Se ve ne accorgete quando ormai tutta l’acqua è evaporata vi accorgerete che le pareti del pentolino sono rivestite di una patina biancastra. Il residuo fisso si esprime in mg/l e permette di classificare le acque minerali in quattro categorie:
- acqua minerale minimamente mineralizzata con residuo fisso non superiore a 50 mg/l;
- acqua oligominerale o leggermente mineralizzata con residuo fisso inferiore a 500 mg/l;
- acqua mediominerale con residuo fisso compreso tra 500 e 1000 mg/l;
- acqua ricca di sali minerali con residuo fisso superiore a 1.000 mg/l.
La carenza di sali minerali e in particolar modo di sodio tipica dell’acqua minimamente mineralizzata stimola la diuresi. Per questo motivo si tratta di un’acqua particolarmente indicata per chi soffre di ipertensione e nell’alimentazione dei neonati.
Anche l’acqua oligominerale favorisce la diuresi perché al pari di quella minimamente mineralizzata contiene poco sodio e può quindi essere indicata nei casi di ipertensione e nella calcolosi renale.
Il discreto contenuto in sali minerali dell’acqua mediominerale la rende utile nell’alimentazione degli sportivi, specie nel periodo estivo in cui occorre reintegrare i liquidi ed i minerali persi con la sudorazione.
L’acqua ricca di sali minerali è un’acqua terapeutica. Ne è esempio l’acqua ricca di calcio ideale per chi soffre di osteoporosi e indicata in tutti i casi in cui è necessario promuovere il mantenimento di una buona struttura di ossa e di denti. Un altro esempio è l’acqua ferruginosa che può essere usata nel trattamento di alcune forme di anemia sideropenica.
A cosa servono
I sali minerali sono micronutrienti essenziali per il nostro organismo poiché intervengono nella regolazione di numerosi processi corporei. I principali minerali presenti nel nostro corpo sono: sodio, potassio, magnesio e calcio. La loro carenza può essere causa dell’insorgenza di stati patologici.
Sodio
Il sodio è il principale catione presente nei liquidi extracellulari fondamentale ai fini della regolazione del bilancio idro-elettrolitico e di conseguenza della pressione arteriosa. Svolge un ruolo importante nel mantenimento del volume dei fluidi extracellulari. A livello dell’intestino tenue contribuisce all’assorbimento dei nutrienti. È difficile che il deficit di sodio sia legato ad un ridotto apporto di sodio mentre può verificarsi a seguito di una sudorazione profusa e prolungata, a traumi, ustioni, diarrea cronica, vomito incoercibile, eccessiva assunzione di diuretici.
Potassio
Il potassio è il principale catione intracellulare. Fondamentale ai fini del bilancio idroelettrolitico e nella regolazione della pressione arteriosa. In particolare, in presenza di un apporto elevato di potassio con la dieta i valori pressori risultano più bassi. Mentre un deficit alimentare di potassio è piuttosto raro (si tratta di un elemento ampiamente presente negli alimenti) stati carenziali possono essere legati a condizioni patologiche (vomito, diarrea) o ad abuso di lassativi. Le manifestazioni cliniche di un’ipopotassiemia sono debolezza muscolare, nausea, sonnolenza, intolleranza ai carboidrati e, nei casi più gravi, aritmie cardiache potenzialmente fatali.
Magnesio
Il magnesio partecipa all’attività di oltre 300 sistemi enzimatici. Svolge un ruolo essenziale nella sintesi di lipidi, di proteine e degli acidi nucleici. Non si conoscono casi di carenza di magnesio in individui sani dal momento che il magnesio è diffusamente presente negli alimenti. La carenza si può osservare in persone affette da patologie gastroenteriche, da nefropatie, da malnutrizione, o dedite all’alcolismo. La carenza si manifesta con debolezza muscolare, alterata funzionalità cardiaca e possibili crisi tetaniche. Il contenuto in magnesio delle acque imbottigliate varia da 1 a 109 mg/l, con un valor medio di 15 mg/l.
Calcio
Al contrario dei minerali citati nei precedenti paragrafi, il calcio è un micronutriente non particolarmente abbondante negli alimenti e per questo rappresenta un elemento critico in tutte le fasce di età. La carenza di calcio nei bambini porta alla comparsa di rachitismo. In questa condizione clinica sono presenti deformazioni scheletriche che interessano maggiormente le ossa sottoposte a carico meccanico. Negli adulti, invece, si ha un deficit di mineralizzazione della matrice ossea con comparsa di fratture patologiche. Il quantitativo in calcio delle acque imbottigliate varia da 1 a 414 mg/l.