Riscaldamento acceso: i metodi naturali per umidificare l’aria in casa

Il riscaldamento acceso può seccare in modo eccessivo l’aria di casa esponendo le vie respiratorie a irritazioni e infezioni

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Tatiana Maselli

Erborista ed Editor specializzata in Salute & Benessere

Laureata in Scienze e Tecnologie Erboristiche, ambientalista e appassionata di alimentazione sana, cosmesi naturale e oli essenziali, scrive per il web dal 2013.

Pubblicato: 29 Novembre 2021 18:38

Effetti del riscaldamento

Il riscaldamento acceso all’interno di abitazioni, uffici e altri luoghi di lavoro può contribuire a ridurre l’umidità degli ambienti, irritando le vie respiratorie. Un’aria eccessivamente secca, infatti, può diminuire l’idratazione di naso e gola e, di conseguenza, esporre maggiormente a tosse e raffreddore. Questo perché le secrezioni di naso e gola da una parte idratano e lubrificano, proteggendo da irritazioni, e dall’altro contengono sostanze attive contro i microorganismi, dunque rappresentano una prima linea difensiva nei confronti di virus e batteri con cui l’apparato respiratorio può venire a contatto. L’aria troppo secca può poi disidratare anche le orecchie, aumentando il rischio di otiti soprattutto nei bambini. In linea generale, i più piccoli sono più sensibili a un ambiente troppo secco, così come lo sono gli anziani e le persone che soffrono di allergie e asma.

Anche durante l’inverno e con il riscaldamento acceso, il tasso di umidità nelle stanze di casa dovrebbe essere compreso tra il 40 e il 50% per evitare che le vie respiratorie si secchino in modo eccessivo e diventino più vulnerabili. Attenzione comunque a non eccedere nel senso opposto, perché anche un ambiente troppo umido può dare problemi: se il tasso d’umidità supera il 60-70%, si favorisce la proliferazione di muffe e acari che peggiorano la qualità dell’aria e che possono scatenare allergie nei soggetti predisposti. Per cercare di mantenere un microclima domestico ideale, è preferibile impostare una temperatura interna non troppo alta: regolare la temperatura intorno ai 20-22°C e non superiore ai 18°C di notte è sufficiente a non avere freddo e contemporaneamente a preservare l’umidità in casa.

Metodi per umidificare l’aria

La prima cosa da fare per mantenere una buona umidità dell’aria è quella di arieggiare gli ambienti chiusi aprendo le finestre una volta al giorno per circa trenta minuti. Oltre a questo, se l’appartamento è riscaldato con i termosifoni, il modo più semplice per aumentare l’umidità negli ambienti domestici è quello di sistemare sopra i radiatori dei piccoli contenitori contenenti acqua. All’acqua si possono eventualmente aggiungere alcune gocce di olio essenziale, ad esempio di timo, rosmarino, menta o salvia; oltre a profumare, le essenze naturali ottenute dalle piante consentono anche di purificare l’aria. È importante che i recipienti scelti siano resistenti al calore e che l’acqua venga periodicamente sostituita, indicativamente una volta al giorno o comunque entro le quarantotto ore. In commercio esistono appositi umidificatori, generalmente in ceramica, muniti di appositi ganci per collocarli sui termosifoni. In alternativa si può semplicemente collocare sul radiatore un recipiente di piccole dimensioni, meglio se in metallo.

Come umidificare l’aria se non si hanno i radiatori? Se la casa è riscaldata con altri metodi, ad esempio con una stufa a legna è sufficiente sistemare sulla superficie piana e calda della stufa un pentolino in metallo, senza parti in plastica, riempito con acqua. Anche in questo caso è possibile aggiungere qualche goccia di olio essenziale a scelta ed è necessario sostituire l’acqua una volta al giorno.

Quando invece la casa è riscaldata con metodi differenti, ad esempio con camino a legna, stufa a pellet, riscaldamento a pavimento o con condizionatore a pompa di calore, se si sente la necessità di umidificare l’aria di casa si può ricorrere a un umidificatore elettrico. Per contrastare l’eccessiva secchezza dell’aria data dal riscaldamento acceso può essere sufficiente anche utilizzare un umidificatore o diffusore a ultrasuoni elettrico: questi piccoli elettrodomestici vengono riempiti con una piccola quantità d’acqua (mezzo bicchiere circa) che evapora in modo costante una volta accesi. In genere vengono utilizzati per diffondere essenze naturali in casa, allo scopo di profumare, ripulire l’aria e contribuire a mantenere in salute l’apparato respiratorio.

Infine, anche le piante d’appartamento possono contribuire a regolare l’umidità in casa. L’ideale è scegliere piante con lamina fogliare ampia come la monstera o filodendro (Monstera deliciosa) e il ficus (Ficus elastica), che sono anche ornamentali e molto semplici da coltivare in casa, ma si possono scegliere anche piante di ficus beniamino (Ficus benjamina), dracena, giglio della pace o spathiphyllum. Chi ha il pollice verde può coltivare le piante in idroponica, un modo per dare sfogo alla propria passione ma anche per umidificare gli ambienti. Questo metodo di coltivazione prevede infatti che le piante siano collocate in acqua ed eventualmente argilla espansa, anziché nella terra. L’acqua presente nei recipienti, ovviamente tenderà a evaporare, contribuendo in piccola parte a umidificare l’aria di casa. Tra le piante più semplici da coltivare in acqua troviamo pothos o potos (Epipremnum aureum o Scindapsus aureus) e il falangio (Chlorophytum comosum), pianta nota anche come nastrino o pianta ragno per via del suo portamento.