Interazioni tra rimedi erboristici e farmaci: cosa c’è da sapere

Spesso assumiamo rimedi naturali nella convinzione che siano innocui e privi di rischi, ma non è sempre così: ecco perché affidarsi a professionisti

Foto di Tatiana Maselli

Tatiana Maselli

Erborista ed Editor specializzata in Salute & Benessere

Laureata in Scienze e Tecnologie Erboristiche, ambientalista e appassionata di alimentazione sana, cosmesi naturale e oli essenziali, scrive per il web dal 2013.

Cosa sono le interazioni

Le interazioni tra rimedi erboristici e farmaci si verificano quando una o più sostanze presenti nella pianta officinale modifica l’azione del principio attivo del medicinale o viceversa. Nella maggior parte dei casi tale interazione non ha effetti collaterali e anzi, viene sfruttata per ridurre la dose del farmaco e i suoi eventuali effetti avversi: si parla allora di interazione positiva o sinergia. In altri casi gli effetti collaterali dati dall’interazione sono irrilevanti o lievi, quindi trascurabili e non pericolosi. Al contrario, alcune interazioni rappresentano delle interferenze negative poiché determinano un aumento della tossicità del farmaco, causando a danni più o meno importanti a uno o più organi che, nei casi peggiori ne compromette la funzionalità. L’interazione può anche portare a una ridotta efficacia del farmaco e questo può essere particolarmente pericoloso per un farmaco salvavita o per medicinali che devono essere dosati in modo preciso e accurato.

Le interazioni tra rimedi erboristici e farmaci si hanno perché ogni principio attivo, a prescindere che si tratti di una sostanza naturale o di sintesi, viene metabolizzato dal nostro organismo. Durante le complesse fasi di assorbimento, distribuzione, metabolismo ed escrezione dei principi attivi che avvengono nel nostro corpo è possibile che si creino delle interferenze che vanno a modificare l’attività biologica di tali sostanze.

Esistono diversi fattori che possono alterare tale attività biologica, in primo luogo le caratteristiche della persona: età, genetica e presenza di patologie determinano un metabolismo diverso. Proprio per questo, alcune persone sono più a rischio di sperimentare interazioni tra rimedi erboristici e farmaci. Tra queste, bambini e anziani, donne in gravidanza e durante l’allattamento, persone che soffrono di diabete e di malattie cardiovascolari, pazienti oncologici e trapiantati. Altri fattori che possono aumentare le probabilità di interazioni tra sostanze naturali e di sintesi sono la tossicità più o meno marcata della pianta, la variabilità delle piante e il tipo di preparazione che si assume, che può contenere una o più piante e diverse concentrazione di costituenti attivi.

Quando si ha un’interazione tra due o più sostanze, si possono generare effetti antagonisti, cioè opposti, o effetti simili che si sommano tra loro. I rischi aumentano ovviamente quando una persona assume diversi farmaci e integratori contemporaneamente, incrementando le probabilità che si verifichino interazioni potenzialmente pericolose.

Esempi di interazioni

Tra rimedi erboristici o naturali e farmaci possono esistere diversi tipi di interazione. Ad esempio è possibile che alcuni rimedi naturali interferiscano con l’assorbimento di un principio attivo di sintesi a livello intestinale: è il caso della gomma guggul e dei lassativi antrachinonici come senna, nel rabarbaro e nella frangola, che riducono l’assorbimento dei farmaci, oppure dei flavonoidi e delle procianidicine che ne aumentano l’assorbimento.

Altri rimedi erboristici interferiscono invece nella trasformazione dei principi attivi a livello epatico, inducendo o inibendo gli enzimi coinvolti. Tra gli esempi più noti di induttori enzimatici troviamo l’iperico o erba di San Giovanni, mentre un famoso inibitore enzimatico è il pompelmo. Anche nella fase di escrezione del farmaco possono avvenire interferenze inibendo l’eliminazione del principio attivo che di conseguenza rimarrà più a lungo nell’organismo.

Associare più rimedi erboristici e farmaci può poi portate a una sommazione di effetti, aumentando notevolmente l’azione del rimedio naturale e del principio attivo di sintesi: è il caso di rischio emorragie che può verificarsi se si assumono farmaci anticoagulanti e rimedi erboristici come il mirtillo americano, oppure dell’ipotensione conseguente all’associazione tra farmaci diuretici e sostanze naturali ACE-inibitori presenti nel tè e nel cacao o, ancora, dell’azione sedativa che aumenta se insieme a un farmaco calmante si assume valeriana. Può avvenire anche l’opposto, cioè che un prodotto erboristico e un farmaco annullino l’uno l’effetto dell’altro: le droghe vegetali che contengono stimolanti come il caffè interferiscono in questo modo con farmaci sedativi, mentre la liquirizia non va d’accordo con i farmaci diuretici.

Le piante che possono dare luogo a interazioni con i farmaci sono molte: oltre a quelle già citate, troviamo l’aglio, il ginkgo, il melograno, la curcuma e tantissimi altri rimedi erboristici tra i più diffusi e utilizzati, inclusa la camomilla. Sebbene non ci sia alcuna necessità di fare allarmismo è importante tenere conto delle interazioni per evitarle e godere solo dei benefici delle erbe.

Cosa fare

Molte persone percepiscono i rimedi erboristici come prodotti completamente innocui e privi di rischi in quanto “naturali” e tendono ad assumerli con leggerezza, aumentando la probabilità che si verifichino interazioni. Nell’ambito dei rimedi naturali il fai da te è sempre più frequente e spesso ci si auto somministra più di un integratore, in molti casi acquistato senza chiedere consiglio a un professionista e magari associato a più di una terapia farmacologica.

Sebbene oggi le informazioni siano più diffuse che in passato, resta comunque difficile stabilire in modo autonomo se un rimedio naturale è adatto alla propria condizione, soprattutto in presenza di patologie o situazioni particolari. Quando si consiglia un rimedio erboristico bisogna infatti avere un’ottima conoscenza delle piante e delle preparazioni che si stanno consigliando e occorre prendere in considerazione molte caratteristiche della persona che si ha davanti a cominciare dal sesso, dall’età, dal peso corporeo, dalla presenza di eventuali malattie e terapie assunte. Bisognerebbe inoltre valutare eventuali allergie e intolleranze e considerare la funzione epatica e renale.

Tutte queste cose vengono spesso tralasciate dal consumatore che, convinto di non correre alcun pericolo, può sottovalutare di un’assunzione di rimedi erboristici associati tra loro o a farmaci. I rimedi naturali sono sicuramente ottimi alleati per la nostra salute e rappresentano un grandissimo dono della natural, ma prima di assumerli è sempre meglio chiedere consiglio al proprio medico, al farmacista o all’erborista. I professionisti che lavorano nelle farmacie e nelle erboristerie sono adeguatamente formati e possono sicuramente indirizzare il cliente verso il prodotto più adatto per le sue necessità. Per ottenere solo il meglio dalle piante, in fase di acquisto meglio ricordarsi di comunicare al farmacista o all’erborista tutto ciò che può aiutare a scegliere il rimedio giusto, a cominciare da eventuali malattie e dall’assunzione di terapie farmacologiche.