Mia figlia adottiva Alba, meravigliosa e down

La belllissima storia di Luca, papà single che ha adottato una neonata down rifiutata da 20 coppie. "Era nata per me"

Foto di Sara Gambero

Sara Gambero

Giornalista esperta di Spettacolo e Lifestyle

Una laurea in Lettere Moderne con indirizzo Storia del Cinema. Appassionata di libri, film e del mare, ha fatto in modo che il lavoro coincidesse con le sue passioni. Scrive da vent’anni di televisione, celebrities, costume e trend. Sempre con un occhio critico e l'altro divertito.

Sono genitori meravigliosi quelli che scelgono di adottare un bambino. Sono genitori speciali, forse unici, quelli che decidono di farlo da soli, rivolgendosi ai bambini disabili. Perché un conto è mettere al mondo un figlio disabile, un altro sceglierlo.

Serve un cuore enorme. Ed è quello che ha Luca Trapanese, papà single che a gennaio 2017 si è iscritto nel registro per gli affidi della sua città rivolto ai single. Perché sebbene un bambino non possa essere adottato se non da una coppia regolare, ci sono delle eccezioni che lo permettono. Si tratta della “Lettera c”  nella legge delle adozioni: se il minore presenta una grave disabilità e non riesce ad essere adottato all’interno di una famiglia tradizionale, può anche essere affidato a un single. Un paradosso, forse, perché se un single riesce ad occuparsi di un bambino con difficoltà, pare strano che no riesca  farlo con un bambino abile.

Dice infatti Luca: “Bisognerebbe rivedere questa legge, oltre alla famiglia tradizionale, ne esistono tante altre”.

A luglio 2017 Luca è stato chiamato dal giudice che li ha chiesto se fosse pronto ad avere in affido una neonata down. Alba era astata abbandonata dalla madre naturale e rifiutata da 20 coppie.

La bambina è stata affidata a Luca a 30 giorni dalla sua nascita. “Le infermiere me l’hanno buttata tra le braccia e io le ho semplicemente detto: eccomi, sono tuo papà”

Da quel giorno ci sono stati incontri con assistenti sociali, giudici e dopo un anno “siamo diventati una famiglia vera”. La loro storia è anche diventata una libro: Nata per te.

“Per me Alba è una bambina di classe A. Ovviamente ho tante paure, ma avere delle paure significa essere sani.  Mi vedo fra qualche anno con la schiena a pezzi e Alba che vuole essere accompagnata a canto e danza”.

Quando sarà grande le racconterà che sua mamma la amava così tanto che ha deciso di lasciarla in ospedale perché sapeva che sarei arrivato io. Solo per lei.