Donazioni e trapianti: oltre i numeri. La storia di Lorena Trivilini

Ha subìto un trapianto di rene, a donarlo è stato il suo papà. Questa è la storia di Lorena, che ha combattuto la sua battaglia grazie all'amore

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Uno degli ultimi rapporti del Centro Nazionale Trapianti dell’Istituto Superiore di Sanità ha messo in luce che l’attività di donazione di organi si è consolidata con il tempo e che di conseguenza le liste di attesa sono calate per tre anni consecutivi. Una buona notizia, questa, che si somma ai numeri diffusi relativi alle donazioni e i trapianti nel nostro Paese. Ma dietro questi numeri, non dimentichiamolo, ci sono storie di vita reale, come quella di Lorena Trivillini.

Una giovane insegnante piemontese che con generosità si è raccontata a DiLei senza filtri, proprio lei che ha affrontato la malattia renale e che ha avuto il dono di una seconda vita a seguito di un trapianto. Lorena Trivilini è una di noi, una giovane donna forte e coraggiosa, alla quale la vita non ha fatto sconti, ma che ha ricevuto proprio da essa il suo riscatto più grande, grazie alla tenacia e all’amore.

Sì perché è stato l’amore della famiglia a darle il coraggio di affrontare questo lungo e travagliato percorso della dialisi, e poi dell’operazione. Al suo fianco, infatti, ci sono stati mamma e papà. La prima diventando la sua caregiver, assumendo quindi un ruolo di assistente quando Lorena non era auto sufficiente, occupandosi di lei durante tutto il periodo della lunga battaglia, il secondo, invece, donandole un rene. Ed è così che è ricominciata la sua vita, dall’amore, lo stesso che adesso Lorena nutre nei confronti della sua vita e di tutti quei progetti che finalmente potrà realizzare.

Lorena Trivilini
Fonte: Lorena Trivilini
Lorena Trivilini

Aveva 23 anni, Lorena Trivillini, quando ha scoperto di avere una malattia ai reni per puro caso. Era il 2014 e la ragazza si era appena laureata presso l’Università di Torino. “L’ho scoperta per caso, per un malore. Avevo dei forti mal di testa e dei mancamenti, e dopo uno svenimento ho iniziato a fare una serie di accertamenti”. Così, inaspettatamente, Lorena è stata allertata dai medici: i suoi reni non funzionavano come avrebbero dovuto.

La diagnosi è arrivata presto, Lorena è affetta da Glomerulonefrite, così viene ricoverata all’ospedale San Giovanni Bosco di Torino. Per lei inizia un percorso di cure sperimentali che dura 7 mesi, fino a quando però la situazione peggiora drasticamente. Ricoverata di nuovo, Lorena entra in dialisi e non è facile per lei. Ma non si spaventa e, anzi, chiede ai medici di poter gestire in autonomia, e con l’aiuto della madre, la macchina della dialisi.

Ma non è sola, al suo fianco ci sono sempre mamma e papà. Gli tendono la mano e gli infondono il coraggio. Sua madre, che è un’infermiera, diventa la sua caregiver: è suo il compito di prendersi cura della sua bambina, di nuovo. Passano i mesi e Lorena fa suo il dono della resilienza trovando giorno dopo giorno il coraggio di sorridere e di vivere.

Inizia così un nuovo percorso per lei, quello dell’inserimento in lista per il trapianto di reni. E qui entrano in scena gli altri anche senza saperlo, tutte quelle persone che hanno scelto di diventare donatori di organi e tessuti, e di restituire quindi l’opportunità di una nuova vita a chi è in attesa di ricevere un trapianto.

Lorena è giovane e può ricevere subito il trapianto così viene messa nella lista attiva per il trapianto da donatori deceduti e viventi. In questa seconda si iscrivono anche mamma e papà. Dopo numerose visite ecco il verdetto: suo padre ha una compatibilità del 99% e quindi il trapianto si farà.

Lorena Trivilini
Fonte: Lorena Trivilini
Lorena Trivilini e suo papà

Lorena e sua papà si spostano a Novara, in uno degli ospedali specializzati in questi intervento, e il 24 febbraio del 2016 subiscono l’intervento. Tutto va come i medici avevano prospettato e la famiglia aveva sperato. Dopo 15 giorni, padre e figlia vengono dimessi dall’ospedale e inizia il periodo di convalescenza.

Passano i mesi e gli anni e Lorena oggi è una donna rinata. Ci ha raccontato che dopo un anno di convalescenza ha ripreso a pieno la sua vita e che ancora oggi segue una cura farmacologica anti rigetto. Ma questo non è niente rispetto a tutto quello che ha dovuto passare. Ma quello, ormai, è un lontano ricordo.

E certo, avrebbe potuto arrabbiarsi per tutto questo, per lo stop obbligato dei progetti e dei sogni straordinari che aveva, ma non l’ha mai fatto. E non ha neanche accettato la malattia renale come una sconfitta, perché è stata una combattente, dall’inizio e alla fine. E ha vinto la sua battaglia.

“Ho ripreso gli studi e mi sono laureata in scienze pedagogiche. Oggi sono un’insegnante” – ci ha raccontato Lorena con la voce entusiasta e piena di gioia – “Sono trapiantata da 5 anni e sto cercando di avere un bambino”, aggiunge. Perché quello che spera per il futuro è quello di creare una famiglia basata sull’amore, lo stesso che le hanno dato sua madre e suo papà ogni giorno e ogni momento di questi travagliati anni.

Abbiamo chiesto a Lorena anche cosa l’ha spinta a raccontarsi, ad aprirsi con generosità a noi e alle nostre lettrici, a ripercorrere insieme a noi un momento doloroso e complicato della sua vita. E nel risponderci non ha avuto dubbi: “Vorrei essere di conforto agli altri, aiutare in qualche modo chi si ritrova a vivere la mia stessa situazione. Vorrei che nessuno si sentisse solo in queste situazioni”.

Lorena ci ha raccontato che quando ha scoperto di essere affetta da una malattia renale, e ha iniziato il suo lungo percorso, infatti, si è sentita un po’ spaesata, perché oltre alle informazioni istituzionali sui trapianti e le donazioni ha trovato ben poco. Così, ora che ha ripreso in mano la sua vita completamente, ha deciso di raccontare la sua storia, affinché questa possa aiutare anche altre persone. Affinché possa infondere un po’ di quel coraggio da leonessa a tutti gli altri.

“Mi sono messa a disposizione dell’ospedale dove sono stata operata, affinché le persone che devono affrontare lo stesso mio percorso possano trovare le giuste informazioni per farlo al meglio, con coraggio e serenità”, ha concluso poi Lorena. E noi la ringraziamo per questo, questa sua generosa missione e per il suo emozionante racconto che, siamo certe, potrà essere utile a tutti. Ma soprattutto le facciamo un grande in bocca al lupo per l’inizio della sua seconda vita.

Lorena Trivilini
Fonte: Lorena Trivilini
Lorena Trivilini il giorno della laurea