Attore, sceneggiatore, autore, conduttore, ma soprattutto gentleman della tv: Raimondo Vianello è stato tutto questo e molto altro. A dieci anni dalla sua morte, avvenuta a poca distanza da quella di Sandra Mondaini, nessuno ha dimenticato il suo stile e le sue battute, ironiche e mai eccessive, che arrivavano sempre al momento giusto.
Una carriera brillante e una vita privata felice: Vianello nasce il 7 maggio 1922 a Roma e inizia la sua carriera grazie al teatro, accanto a mostri sacri come Ugo Tognazzi e Totò. La grande popolarità arriva negli anni Cinquanta grazie a Un due tre, il grande varietà che gli regalerà un enorme successo. Ma la vera svolta arriva nel 1958, quando Raimondo incontra Sandra Mondaini, compagna sul palco e nella vita. Insieme all’attrice e a Gino Bramieri, compongono un trio che conquisterà tutti grazie a Sayonara Butterfly, ma sono i quotidiani “drammi” di coppia a divertire di più il pubblico.
Al centro delle battute di Raimondo Vianello infatti finisce spesso il legame con la moglie Sandra Mondaini e la sua sottile ironia, il gioco delle parti, rendono la coppia indissolubile e famosissima.
Negli anni Settanta arrivano: Sai che ti dico?, Tante scuse, Di nuovo tante scuse, Noi… no! e Stasera niente di nuovo. Nel 1982 la coppia Vianello-Mondaini lascia la Rai per passare all’allora Fininvest con il varietà Attenti a noi due. L’anno decisivo però è il 1988 quando debutta Casa Vianello, la sit-com che racconta la coppia più amata della tv con sketch e battute. Un successo senza precedenti, con 16 stagioni e la frase di Sandra Mondaini – “Che barba, che noia” – che entra nella storia della tv.
“Se mi guardo indietro non ho pentimenti – diceva spesso Raimondo -. Dovessi ricominciare, farei esattamente tutto quello che ho fatto. Tutto. Mi risposerei anche. Con un’altra, naturalmente”. Lei ricordava spesso la proposta di nozze, di fronte alla quale era rimasta muta. “Non avevo capito se stesse parlando seriamente: scherzava sempre – aveva spiegato una volta -. Sono stata gelosa, certo, ce n’erano tante più belle di me, ma alla fine eccoci qua. Oggi dove vuole che vada?”.
Poi la morte di Vianello, il 15 aprile 2010, a 87 anni, e il dolore straziante di Sandra Mondaini. Tutti ricordano l’immagine dell’attrice che salutava con la mano il marito al funerale, senza sapere che cinque mesi dopo avrebbe raggiunto il suo Raimondo. Impossibile spezzare un amore così grande, come raccontato anche dalla coppia di filippini che ha ereditato la fortuna della coppia. Edgar e Rosalie Magsino hanno lavorato per oltre vent’anni al servizio dei Vianello e gli attori erano legatissimi ai figli John Mark e Raimond.
“Sandra chiedeva espressamente una coppia con un figlio piccolo, disposta a vivere qui – hanno raccontato al settimanale Oggi -. John Mark aveva appena sei mesi e siamo stati assieme e al loro servizio facendo una vita normalissima per vent’anni”.
Per celebrare l’indimenticabile talento di Vianello, Mediaset ha deciso di dedicargli un day-time a dieci anni dalla scomparsa. Su Canale Cinque andranno in onda tre episodi di Casa Vianello mercoledì 15 aprile 2020. Tre gli episodi scelti dalla rete. Nel prima, intitolato Sandra come Harry Potter, la Mondaini usa la magia per trasformare Raimondo in un uomo premuroso e innamorato. In Calciatori anonimi vien raccontata la passione di Vianello per il calcio e le belle donne. Infine nell’episodio Dolce dormire, Raimondo si accusano a vicenda di russare, ma in realtà la responsabile è la Tata.