Ne aveva parlato prima sui social, salutando l’anno con un bilancio agrodolce. Poi Manila Nazzaro, ospite di Verissimo, ha rivelato il suo dolore, “profondo e silenzioso”, così lo ha definito. Un dolore che ha colpito non solo lei, ma tantissime donne: quello dell’aborto spontaneo.
La showgirl, da tempo sentimentalmente legata all’ex calciatore Lorenzo Amoruso, non aveva mai nascosto di volere un figlio dal suo compagno. Ma quando il suo desiderio stava per realizzarsi, improvvisamente e senza preavviso si è spento.
Quella speranza di un progetto di vita condiviso, di allargare la famiglia, di stringere tra le braccia una nuova vita, si è interrotta. Un dolore che molte donne si tengono dentro, perché spesso l’aborto spontaneo viene visto come un tabù, qualcosa troppo intimo da raccontare “perché tanto non lo sa nessuno”.
Un’assenza di empatia che va ad alimentare una sofferenza già troppo grande, incomprensibile da chi non ci è passato, che lascia ferite che non potranno mai sparire dal cuore. Un lutto – perché di questo si tratta – che però per molti è da tenere nascosto. Ma perché poi?
“Una gioia condivisa è una gioia raddoppiata, un dolore condiviso è un dolore dimezzato”, ha detto la showgirl durante la sua intervista per lanciare un messaggio, semplice e diretto: “Non siete sole“.
L’aborto spontaneo colpisce ogni anno tantissime donne e per questo Manila Nazzaro, con grande coraggio, ha voluto raccontare la sua storia, che è quella di tante coppie, segnate profondamente da questa esperienza. Una storia che deve essere raccontata perché tra luoghi comuni, frasi di circostanza, consigli non richiesti, si è perso il senso del tempo. Il tempo che ognuna di noi ha il diritto di prendersi dopo un evento traumatico e doloroso come un aborto spontaneo. Che si cura con l’amore e la vicinanza delle persone care.
Raccontando la sua esperienza, la Nazzaro ha affermato: “Noi viviamo in un mondo in cui l’imperativo è la perfezione. Invece raccontare che in qualche maniera si è fallito – perché noi donne lo viviamo quasi come una sorta di fallimento – è come raccontare un’imperfezione, e per questo vieni giudicata. (…) Può succedere, ma non bisogna mai perdere il sorriso. Siamo in tante e bisogna farci forza, e poi l’arcobaleno arriva sempre”. E non potremmo essere più d’accordo.