Marco Nosotti, l’ultima sera con la moglie Silvia: “Le ho giurato amore per sempre”

Il giornalista sportivo Marco Nosotti ha parlato per la prima volta della malattia della moglie Silvia e degli ultimi istanti con lei, morta la sera del 20 giugno

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Nicoletta Fersini

Giornalista, Content Editor, SEO Copywriter

Giornalista ed evocatrice di parole: appassionata di lifestyle, tv e attualità. Inguaribile curiosa, osserva il mondo. Spesso sorseggiando un calice di vino.

Quella del 20 giugno è stata l’ultima sera con la moglie Silvia, che amava più di ogni altra persona al mondo. Marco Nosotti, giornalista sportivo di Sky, ha deciso di raccontare un periodo che non è stato affatto semplice sia per lui che per Silvia, che per l’intera famiglia. Un periodo nel quale è entrata in gioco a gamba tesa una malattia che ha dato uno scossone alla loro quotidianità, ma che ha anche contribuito a rafforzare la consapevolezza di un amore che dopo 28 anni non ha mai smesso di splendere. “Raccontare, in questi giorni, mi ha aiutato a non sprofondare”, ha aggiunto nel suo lungo racconto sottolineando l’importanza del lavoro di cronista, che ha ripreso subito. Colui che racconta per mestiere le vite e le vicende altrui, nello stesso racconto trova la propria salvezza.

La diagnosi e la battaglia contro il leiomiosarcoma

“Mia moglie Silvia, con la quale ero sposato da ventotto anni, è morta una settimana fa – inizia così il racconto del giornalista Marco Nosotti, pubblicato da Walter Veltroni sul Corriere della Sera sabato 29 giugno -. Stava male da tempo. Tutto è cominciato alla fine degli altri campionati europei, quelli che l’Italia vinse. Tornai a casa, a Formigine, vicino Modena, e lei mi disse che dalle analisi risultava che era malata di leiomiosarcoma, un tumore dei tessuti molli“. È da lì che è iniziato tutto.

Operare non è bastato, c’è stata una recidiva e il tumore maligno è tornato. Così ha iniziato la sua battaglia e insieme a lei il marito e i figli, come tutte le persone care che non li hanno mai lasciati da soli. “Silvia ha affrontato la chemioterapia e le sue conseguenze. Ha sofferto molto e la situazione è precipitata negli ultimi quattro mesi. Era diventata solo una battaglia contro il dolore. Il dolore oncologico e quello neuropatico – prosegue il racconto di Nosotti -. Il dolore la colpiva sul nervo sciatico ed erano sempre meno i momenti di serenità e sempre più quelli di sofferenza”.

Ecco perché la decisione di tornare a lavorare vicino casa, di evitare lunghe trasferte che gli avrebbero impedito di assisterla durante la notte. “Dopo la prima partita della nazionale, quella con l’Albania, le cose sono precipitate. Ho fatto il collegamento la domenica mattina e sono tornato a casa. Sono stati giorni terribili e magnifici, abbiamo condiviso anche l’ultimo passaggio, come avevamo fatto per tutti i giorni di trent’anni della nostra vita. Ci siamo detti le cose che dovevamo dirci. Lei è morta il 20 giugno“.

Marco Nosotti, l’ultima sera con la moglie Silvia

Quel 20 giugno si è giocata la partita Italia-Spagna, un appuntamento imperdibile per il giornalista ma anche per la cara moglie Silvia, con la quale avrebbe assistito al match replicando quella che a tutti gli effetti era diventata un’abitudine per la coppia.  “Quella sera, prima che iniziasse la gara, Federica Masolin [collega e giornalista di Sky Sport, ndr], dallo studio, mi ha mandato un abbraccio chiudendo la trasmissione. Mio figlio [Giulio, ndr] mi ha suggerito di dirlo alla mamma, ma nel momento in cui sono cominciati gli inni nazionali Silvia è spirata“.

Impossibile dimenticare quegli ultimi istanti, carichi di dolore ma anche di una bellezza quasi inspiegabile. “Ricordo che poco prima, tra un’iniezione e l’altra, il suo sguardo si era fatto di nuovo vivo e presente. Mi ha quasi chiamato a sé. Non poteva parlare, ma lo faceva con gli occhi. Le ho giurato amore per sempre e lei mi ha risposto con un bacio appena accennato, era troppo debole. Poi è tornata nel buio del suo dolore”, racconta Nosotti. “Quella notte è stata, non sembri un paradosso, una notte intensa, bella. Una notte di ricordi, di profondo dolore e di condivisione, di incontro tra tutti noi. Lei che non c’era più e noi, io e i nostri due figli, che la sentivamo ancora più dentro di noi”.