Di stare “Zitti e buoni”, come dice il titolo della loro canzone, non ne hanno la minima intenzione. I Måneskin sono andati a Rotterdam con un obiettivo: vincere. E l’hanno raggiunto. Anzi, hanno fatto pure di più, hanno trionfato ribaltando completamente il voto della giuria che avrebbe premiato la Svizzera e l’esibizione ben più canonica del suo cantante, con un conteggio dei voti al cardiopalma che ha rischiato di far fuori i cuori deboli. Di fronte al giudizio del pubblico non c’è stata storia e per una volta i pronostici sono stati confermati.
I Måneskin hanno messo d’accordo tutti, con il loro rock che spiccava in mezzo ai lustrini e le paillettes degli altri pretendenti al titolo, loro che invece indossavano delle tute di latex bordeaux e degli zatteroni che però non hanno fermato la loro voglia di spaccare tutto, di correre e saltare in giro per il palco.
A fare il tifo per loro c’era un Paese intero, quasi come fosse una finale dei mondiali di calcio. E infatti i parallelismi nei titoli del giorno dopo sono tanti per questa band che ha riportato il trofeo in Italia dopo 31 anni dall’ultima volta, quando a vincere, nel 1990, era stato Toto Cutugno. Dalla loro parte avevano non solo l’affetto del pubblico italiano e di quello internazionale che ha iniziato a conoscerli e premiarli su Spotify, ma anche quello di tanti amici e colleghi del mondo dello spettacolo, che hanno mandato loro messaggi e hanno chiesto ai loro follower di votare in massa per loro (compresa Chiara Ferragni il cui endorsement ha certamente un suo peso, come già ampiamente dimostrato a Sanremo).
“A chi crede in noi, a chi ha reso possibile questa manifestazione, a chi ci ha votato” è la dedica che fanno Victoria e Thomas appena arrivati in una conferenza stampa notturna che li vede ancora frastornati.
A oscurare la gioia di questo momento un’accusa che viene subito rispedita al mittente: sui social inizia a girare un video in cui Damiano si china sul tavolino e sono in molti a interpretare quel gesto come una sniffata di cocaina. “Non dite queste cose, per favore, non faccio uso di droghe”, è stata la risposta del frontman, che ha spiegato che si è trattato di un equivoco dovuto al fatto che Thomas avesse rotto un bicchiere.
Al di là delle polemiche, ciò che resta è il sogno di questi ragazzi di poco più di vent’anni, che nel giro di cinque anni sono passati dal suonare per strada a Roma a infiammare ogni palco su cui hanno messo piede, da X Factor (in cui la vittoria è stata strappata loro per un soffio) a Sanremo e ora l’Eurovision. Un’esperienza che non dimenticheranno, una data che entra nella storia della musica italiana. “È stata un’esperienza fighissima, siamo molto contenti della nostra esibizione, siamo contenti di come è andata. Ma la cosa che ci rende più felici è esserci esibiti di fronte a così tante persone che non conoscevano la nostra musica”, commenta Victoria. “Abbiamo conosciuto tantissime persone da tutto il mondo, è stata una bella esperienza, non ce la dimenticheremo, aggiunge Damiano. Nessuno di noi la dimenticherà.