Chiara Ferragni, Monnalisa pronta a lasciarla? I brand a rischio per l’influencer

Chiara Ferragni potrebbe perdere un'altra collaborazione molto importante. L'azienda Monnalisa starebbe rivalutando il loro rapporto economico

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Giusy Donato

Lifestyle Editor

Ama scrivere e comunicare emozioni e punti di vista. È laureata in "Lingue e letterature straniere", ma da anni è nel mondo della scrittura.

Il periodo negativo di Chiara Ferragni non sembra arrestarsi. Si pensava, infatti, che il 2024 avrebbe potuto riportare un po’ di serenità all’imprenditrice digitale, dopo la bufera vissuta nelle ultime settimane del 2023. L’influencer, infatti, è stata multata dall’Antitrust per la promozione fatta all’edizione speciale del pandoro Balocco nel Natale del 2022. Chiara Ferragni aveva firmato il dolce natalizio, legando la sua immagine a un’attività benefica che doveva scaturire dalle vendite dei pandori. Donazioni che non sarebbero state effettuate, portando, così, le autorità a intervenire.

Ma questo è solo il primo degli scandali che hanno colpito di recente Chiara Ferragni. Sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti, infatti, sono state messe anche le uova di Pasqua, promosse dall’influencer per bene due anni. Da poco, sono stati resi noti i dubbi delle forze dell’ordine anche per la speciale bambola Trudy con le fattezze dell’imprenditrice digitale. Si tratta di tre diverse iniziative di Chiara Ferragni, che mettevano insieme un lato commerciale e uno scopo benefico.

Le indagini, la perdita di followers e in immagine subita dall’influencer ha portato alcune aziende a prendere una decisione drastica nei confronti dell’imprenditrice digitale. Dopo Coca-Cola e Safilo, adesso, anche la ditta Monnalisa sembra stia rivalutando i suoi rapporti commerciali con Chiara Ferragni.

Chiara Ferragni, Monnalisa potrebbe chiudere la collaborazione?

Lo scandalo del pandoro Balocco e tutti i dubbi che sono scaturiti in seguito su diverse operazioni commerciali di Chiara Ferragni, hanno creato all’influencer un vero e proprio danno economico. Costretta a pagare una multa di 1 milione di euro, dopo la decisione dell’Antitrust, l’imprenditrice digitale ha deciso d’appellarsi alla sentenza dell’autorità, ma, contestualmente, con un video di scuse, Chiara Ferragni ha annunciato che donerà la stessa cifra all’Ospedale Regina Margherita di Torino, destinatario finale della raccolta benefica che doveva scaturire dalla vendita del dolce natalizio.

Ma, l’imprenditrice digitale ha deciso anche di non postare contenuti su Instagram per diversi giorni, perdendo i contratti già chiusi per questo periodo. Chiara Ferragni ha subito anche una diminuzione dei suoi tanti followers.

In questa situazione già complicata si sono aggiunte due aziende che hanno rescisso le loro collaborazioni con l’imprenditrice digitale. Si tratta di Coca-Cola e di Safilo. Secondo alcune indiscrezioni, però, anche l’azienda Monnalisa starebbe valutando il taglio dei rapporti commerciali con Chiara Ferragni, come riportato da La Repubblica. Si tratta di un importante marchio di abiti per bambini, distribuito in 60 paesi nel mondo e che conta più di 500 punti vendita. Il sito dell’azienda presenta una parte speciale proprio dedicata a Chiara Ferragni, con dei capi d’abbigliamento che presentano la stampa del noto logo dell’influencer.

Monnalisa, le parole della Creative Director su Chiara Ferragni

La perdita d’immagine subita da Chiara Ferragni potrebbe raggiungere anche i brand che con lei collaborano. Così anche Monnalisa sembra stia facendo delle valutazioni a riguardo. Barbara Bertocci, Creative Director del brand ha affermato a riguardo: “Stiamo valutando la cosa. Siamo un’azienda quotata in borsa e dobbiamo prima valutare con il nostro Cda il da farsi. Le feste di Natale hanno rallentato un po’ questo processo”.

L’accordo con l’influencer scade nel 2025, ma Barbara Bertocci ha svelato che: “Esistono delle clausole particolari nel nostro contratto”. La collaborazione tra il brand d’abbigliamento e l’imprenditrice digitale aveva fruttato dall’azienda toscana un aumento del valore delle loro azioni del 22%”.