Si chiama Gaudiano ed è uno degli artisti che si esibirà al Festival di Sanremo con il suo pezzo Polvere da sparo, canzone che gli ha permesso di battere la concorrenza di oltre 900 canzoni.
Il cantante pugliese è salito alla ribalta del panorama musicale italiano grazie alla sua partecipazione lo scorso dicembre ad AmaSanremo, il programma condotto da Amadeus che ha selezionato sei degli otto giovani che faranno parte delle Nuove Proposte della kermesse musicale.
Luca Gaudiano, classe 1991, è nato a Foggia il 3 dicembre. Figlio di una professoressa di Lettere e di un ingegnere, è stato iniziato alla musica proprio dal padre, che in occasione del suo quindicesimo compleanno gli ha regalato una chitarra.
Da allora la passione per la musica prende il sopravvento e il sogno di far diventare questo suo interesse un vero e proprio mestiere comincia a prendere forma. Così Luca, subito dopo il diploma, decide di trasferirsi a Roma per proseguire i suoi studi musicali.
Accanto alla passione per la musica affianca quella per la recitazione, e dopo alcune esperienze in ambito teatrale, decide di concentrarsi sulla sua carriera di cantautore. La malattia del padre lo porta a tornare a casa, per trascorrere gli ultimi anni al suo fianco. Questa esperienza lo porterà a definirsi “un reduce di guerra salvato dalla musica”.
Così dopo la perdita dolorosissima del padre a causa del tumore al cervello che l’aveva colpito, si trasferisce a Milano, trovando ispirazione per nuovi brani, registrati insieme al producer Francesco Cataldo. Debutta nel settembre del 2020 con il singolo Le cose inutili, scritto durante il lockdown e lato A di un disco che vede sull’altro lato Acqua per occhi rossi.
Dopo i primi due brani Gaudiano non si è certo fermato, e ha scritto Polvere da sparo, brano dedicato al padre e con il quale ha partecipato ad AmaSanremo, e che gli ha permesso di guadagnarsi un posto sul prestigioso palco dell’Ariston.
“Polvere da sparo è la canzone che non avrei mai voluto scrivere. Il 28 marzo 2019 è venuto a mancare il mio papà. E questa canzone è il prodotto di tutte le riflessioni che ancora oggi mi accompagnano e mi aiutano nella medicazione quotidiana di questa ferita. Credevo di non essere allʼaltezza del dolore che provo, invece poi ho trovato le parole o forse loro hanno trovato me”.